giovedì 28 ottobre 2010

La Moschea: nozione e questioni giuridiche. Il diritto dei musulmani ad avere moschee.

Il termine "moschea" deriva dalla parola araba "masjid" e designa l'edificio in cui i musulmani eseguono la preghiera rituale che, soprattutto il venerdì a mezzogiorno, dovrebbe essere effettuata collettivamente da una comunità islamica. La moschea, idonea ad accogliere la folla dei fedeli in tale circostanza, viene definita
" masjid jami' " e cioè "moschea che riunisce": normalmente si tratta di una struttura molto grande, considerata la più importante dell'area di riferimento. La preghiera rituale, sia essa individuale o collettiva, può tuttavia essere effettuata ovunque, purchè il fedele abbia con sè il tipico tappetino da preghiera che si orienti in direzione della Mecca ("qibla").
Il "masjid" è l'edificio in cui ci si prosterna (dal verbo "sajada" = "prosternarsi"); per i musulmani, tuttavia, tutto ciò che si estende sotto il cielo è una moschea e cioè il luogo in cui prosternarsi davanti a Dio; il mondo intero, dunque, è un immenso masjid.
Nelle moschee sono presenti alcuni elementi essenziali e ricorrenti:

1 - Il "mihrab": esso consiste in una nicchia caratterizzata dalla presenza di un piccolo arco sostenuto da due colonnine la cui posizione indica la direzione della Mecca verso cui devono orientarsi i fedeli durante la preghiera;

2 - Di fronte al "mihrab" prende normalmente posto l'Imàm, e cioè colui che dirige la preghiera collettiva del mezzogiorno di venerdì, al termine della quale in veste di predicatore ("khatib") tiene un sermone dall'alto di un piccolo pulpito detto "minbar";

La moschea è un'entità molto diversa da una chiesa cattolica: in essa, infatti, non si celebra nulla che possa somigliare alla Messa, anche perchè l'Iman non è un prete "ordinato" con il potere di celebrare, non vi si somministrano sacramenti di alcun genere, che nell'Islam non esistono, così come non esistono figure che assomiglino a un sacerdote; essa è in realtà un edificio in cui si pratica il solo atto di culto individuale del musulmano che è la preghiera del venerdì. Nella moschea non esistono particolari arredi sacri salvo una copia del Corano; i tappeti che la adornano sono destinati a delimitare lo spazio nel quale i fedeli si inginocchiano e si prosternano. Come segno di rispetto chi entra nella moschea è tenuto a togliersi le scarpe.

Dal punto di vista giuridico quello di disporre della moschea è un diritto assoluto di qualsiasi comunità musulmana e rientra nel diritto più ampio a praticare la religione islamica che nel sistema costituzionale italiano è previsto dall'articolo 8 della Costituzione (tutte le confessioni religiose sono eguali e libere di fronte alla legge) ma, soprattutto, dall'articolo 19 della medesima Costituzione (tutti, cittadini e non, hanno diritto di praticare liberamente la loro religione in forma singola e associata, in pubblico e in privato, e di avere i necessari luoghi di culto ...).
Negare il diritto alla moschea, o addirittura, vietarne la costituzione in intere aree del territorio italiano, rappresenta una violazione del testo costituzionale, per la quale chi esprime il divieto in provvedimenti amministrativi, in dichiarazioni pubbliche con valenza politica o in qualsiasi atto giuridicamente rilevante, potrebbe essere denunciato all'Autorità Giudiziaria per il reato di abuso in atti d'ufficio ma, soprattuto, davanti alla Corte Europea per la difesa dei diritti dell'uomo con sede a Strasburgo. Per denunce di questo genere l'Italia potrebbe incappare in un richiamo sanzionatorio da parte della Comunità Europea.
E' pur vero che esistono in Italia sempre più numerosi sindaci, quasi esclusivamente appartenenti alla Lega Nord che, nella loro totale ignoranza arrivano a sostenere che non è scritto da nessuna parte che i musulmani hanno diritto alle moschee; che se vogliono pregare possono farlo in casa propria; questo perchè l'Italia è un paese cattolico e l'esistenza di altre religioni non può essere ammessa.
Qualche sindaco, ma anche qualche prelato, giustifica le restrizioni contro le moschee accampando il principio di reciprocità: non ammettiamo in Italia le moschee perchè nei paesi musulmani non sono ammesse le chiese. Naturalmente l'argomentazione è falsa e tendenziosa. Il solo paese islamico dove le chiese non sono ammesse è l'Arabia Saudita: e questo perchè tale paese è considerato luogo consacrato all'Islam in quanto sede dei luoghi sacri ai musulmani e patria del profeta Mohammed. Costruire una chiesa in Arabia sarebbe come pretendere di costruire una moschea nel territorio della Città del Vaticano. In tutti gli altri paesi a maggioranza musulmana esistono chiese, sedi episcopali, scuole cattoliche, compresa un'università dei Gesuiti ad Alessandria d'Egitto e, comunque anche in Arabia Saudita i lavoratori immigrati di religione cattolica come ad esempio i filippini possono pregare e celebrare la messa purchè in luoghi privati.
Alcuni sindaci appartenti alla categoria delle persone che si credono particolarmente furbe, stanno studiando la possibilità di eliminare anche le sedi delle associazioni e dei centri di cultura islamica che servono ai musulmani residenti in Italia a ricavarvi uno spazio da usare come luogo di culto. Per raggiungere tale risultato pensano di adottare regolamenti, assolutamente privi di fondamento giuridico con cui fissare il numero massimo di persone che possono entrare in qualcuna di queste sedi. Così, si dice, sta cercando di fare, col parere contrario del Comandante dei vigili e del Segretario comunale il sindaco di Arzignano (VI), che con l'escamotage del rispetto degli spazi per motivi di sicurezza sogna di spazzare via il centro di cultura islamica, il tempio buddista, il tempio induista e il tempio sikh. Il fanatico epigone della Santa Inquisizione sembra ignorare che l'Italia è uno stato laico basato sul rispetto dei diritti dell'uomo e sul principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. In particolare l'eroico sindaco "crociato" ignora che l'art. 18 della Costituzione garantisce libertà di associazione e di riunione; ignora anche che i vigili urbani che dovrebbero entrare nelle sedi di associazioni di diritto privato (che equivalgono a private abitazioni) non possono effettuare accessi in esse sulla base di un regolamento comunale, ma solo esibendo un mandato motivato dell'autorità giudiziaria.
A ogni buon conto, per respingere questi esagitati propositi di qualche sindaco fondamentalista, i musulmani in possesso della cittadinanza italiana stanno costituendo associazioni di diritto privato ai sensi del Codice Civile, che dal punto di vista giuridico sono in tutto simili alle altre categorie di associazioni senza personalità giuridica che esistono nel nostro ordinamento, come ad esempio i sindacati, i partiti, la grande maggioranza delle associazioni culturali, etc etc... Potrebbe quindi avvenire per ipotesi assurda, che se il sindaco di Arzignano dovesse adottare un regolamento simile a quello ipotizzato, oltre ad esporre il suo Comune a un ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) che vedrebbe il Comune soccombente, potrebbe anche trovarsi tra le mani la diffida di un musulmano come me che in concomitanza con un'assemblea leghista, chiede di mandare i vigili a verificare se il numero dei presenti è compatibile con lo spazio utilizzato.

Per pura informazione: la grande moschea di Roma è stata costruita in seguito al personale intervento di Papa Paolo VI il quale, rispondendo a persone ottuse come i sindaci leghisti commentò: ma perchè vi opponete alla costruzione di un grande tempio islamico a Roma! Una grande moschea non farebbe che aumentare il carattere sacro della nostra città. Moschee sono liberamente costruite in tutti i paesi europei. Il comunista Tito ne fece costruire nell'intero territorio della ex-Jogoslavia quasi 300. Solo a Berlino esistono 8 moschee. Negli Stati Uniti d'America è stato il sindaco ebreo Bloomberg che ha firmato la licenza per costruire la moschea a Manhattan a poca distanza da Ground Zero. E la popolazione di Manhattan chiamata ad esprimersi con un referendum si è dichiarata favorevole con una percentuale vicina al 90%. Il presidente degli Stati Uniti ha sostenuto la decisione del sindaco di New York ricordando che in America la libertà religiosa è uno dei pilastri della democrazia american.

Il comportamento della Lega Nord e dei suoi esponenti configura gli estremi dell'islamofobia più becera che è stata equiparata all'antisemitismo nazista dalla recente conferenza contro il razzismo tenutasi sotto l'egida dell'ONU a Ginevra.
C'è una differenza, l'antisemitismo che ha avuto come vittime gli ebrei era diretto contro un'entità di meno di 20 milioni di persone. I musulmani nel mondo sono un miliardo e seicento milioni, costituiscono la totalità o la maggioranza della popolazione di 49 stati tra cui l'Egitto, l'Indonesia, la Malaysia, il Marocco, l'Algeria, la Turchia, il Kazhakistan, etc etc. Nei territori di tali stati vi è la maggioranza delle risorse energetiche mondiali.

domenica 24 ottobre 2010

La notte del destino

La Notte del 27 agosto 1981 percorrevo in macchina la strada che attraversa il deserto dell'Arizona e congiunge Tucson a Phoenix, capitale dello stato, dove mi trovavo durante uno dei miei viaggi di studio dedicati alle tribù superstiti degli Indiani del Nordamerica. Ero in compagnia di quattro Pastori battisti, che avevo conosciuto nell'albergo di Phoenix dove dimoravo da una settimana e dove era in corso un congresso nazionale dei Pastori statunitensi. Mi aveva invitato ad unirmi alla piccola comitiva un Pastore di New York, un gigantesco italiano che, mi raccontò, era figlio di un componente dell'orchestra sinfonica del teatro La Fenice di Venezia, e che, dopo lunghi anni passati da emigrante, era riuscito a diventare vescovo della Chiesa Battista statunitense.
Passata la mezzanotte, la nostra attenzione ci venne attratta dalla straordinaria luminosità del deserto e del cielo. All'orizzonte si intravedevano i Superstition Mountains. L'autista, un meticcio di padre messicano e di madre apache, fermò la macchina e noi scendemmo per ammirare il paesaggio. Nessuno è in grado di immaginare quale sia lo splendore di una notte stellata del deserto: l'aria vi è cristallina e sorprendentemente fresca, milioni di stelle brillano intensamente e illuminano l'oscurità del cielo dando ad essa un colore quasi blu. Si resta attoniti, quasi spaventati dalla sensazione di "sacralità" nella quale sei immerso come in un mare. Il silenzio era rotto dalla voce di milioni di grilli, eppure tutto sembrava silenzioso e carico di mistero. Non mi riuscì di fare a meno di pensare alle parole che Kant ha voluto scritte sulla sua tomba: "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me". Ma a rendere ancor più straordinario lo spettacolo una sottile falce di luna sormontata da una stella (quasi sicuramente, dato il periodo, il pianeta Marte).
Uno dei miei compagni di viaggio esclamò: "Pensate, fratelli! Millequattocento anni fa, in una notte come questa, nei deserti di Arabia, il profeta Maometto ricevette una visione come questa e l'Arcangelo Gabriele gli consegnò il Corano, il libro sacro dell'Islam!".
Restammo silenziosi ed immobili, ed eravamo sinceramente commossi. A me tornarono alla mente le splendide parole della seconda "canzone a ballo" del "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche: "Sento intorno a me la presenza di un essere ignoto che mi guarda pensoso". L'autista meticcio si inginocchiò e noi trovammo assolutamente ovvio imitarlo, rimanendo per lunghi minuti in silenziosa preghiera.
Per tutto il resto del viaggio di ritorno non dicemmò più una parola. Nella mia mente sentivo affiorare le parole che avevo imparato gridando in decine di manifestazioni a cui avevo partecipato per la libertà dell'Algeria e per il popolo palestinese: "Allah-u Akbar!" "Allah è il più grande!".
Più tardi, dopo essermi ripreso da una specie di inspiegabile sgomento, mi soffermai su una riflessione. "Sono nato e cresciuto nella città che viene considerata il centro della Chiesa Cattolica e non sapevo quel che invece aveva dimostrato di sapere un Pastore battista statunitense: e cioè che un profeta arabo di nome Maometto aveva ricevuto il Corano dall'Arcangelo Gabriele".
Da quel giorno cominciai a leggere con accanimento tutte le Sacre Scritture, la Bibbia ebraica e i Vangeli cristiani, compresi quelli apocrifi e alla fine, quasi perseguitato periodicamente dal cielo del deserto di Arizona e dalla falce di luna che si scagliava in mezzo a milioni di stelle, decisi di affrontare la lettura del Corano in un'edizione che era introdotta da un testo essenziale della mistica islamica "Le illuminazioni della Mecca" del grande filosofo arabo-andaluso Ibn Arabi:
"Tuffati nell'oceano del Corano, che non ha paragoni se sei dotato di un ampio respiro. Altrimenti, limitati allo studio dei libri, dei commentatori, del significato esteriore delle parole; non tuffarti perchè rischieresti di perire, perchè il mare oceanico del Corano è infinitamente profondo. Se il tuffatore non avesse visto i luoghi vicini alla riva, non sarebbe mai risalito in superficie per voi uomini. I Profeti e i loro eredi, custodi della scienza profetica, sono coloro che si recano in quei luoghi per misericordia dell'universo".

domenica 17 ottobre 2010

Primi chiarimenti terminologici

Buongiorno a tutti i lettori,
prima di approfondire le questioni di sostanza è necessario fornire alcune nozioni essenziali:
1 - Nella lingua araba il termine "ISLAM" indica la fede e la sottomissione a Dio;
2 - "ALLAH" è il termine che la lingua araba usa per definire Dio. Nei paese in cui convivono arabi musulmani e arabi cristiani come la Palestina, il Libano, la Siria, sia gli uni che gli altri usano la parola "ALLAH" per definire l'essere supremo. La parola "ALLAH" è molto simile a quella usata nella lingua aramaica per definire lo stesso concetto. Secondo i Vangeli Gesù, morendo sulla croce gridò l'invocazione: "Illa! Lamma sabachtani?" ("Dio! Perchè mi hai abbandonato?"). Il centurione romano, di guardia sotto alla croce disse in tono di scherno: "Sentite chiama Elia";
3 - "CORANO" (in arabo "Kuran"), Lettura: è il libro sacro dell'Islam, dettato nell'arco di 20 anni al Profeta Muhammad. Secondo i musulmani il Corano è la parola di Dio fatta libro. In qualche misura la convinzione richiama le parole con le quali inizia il Vangelo di Giovanni: "In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la parola era Dio". Da tener presente che il Vangelo di Giovanni è scritto in greco antico e il termine usato per definire la Parola è "Logos", che significa anche Pensiero;
4 - MUSULMANO (in arabo "Muslim"): fedele a Dio e a lui sottomesso e suo testimone. Il musulmano è colui che rispetta nel modo più assoluto il comandamento: "Non avrai altro Dio all'infuori di me";
5 - Gli attributi più frequentemente accostati ad Allah sono: il Misericordioso ("Rahman"), il Clemente ("Rahim");

In questa breve premessa è praticamente sintetizzata l'intera teologia musulmana. L'islam ritiene che Allah sia inconoscibile, inimmaginabile e non rappresentabile in immagini. Tuttavia l'uomo può avere di Dio una conoscenza indiretta ammirando il creato, le creature e la mente umana, e scoprendo e studiando le leggi naturali attraverso la ricerca scientifica. Il male è la negazione di Dio, il nulla impersonato da una figura maligna che è Satana o Iblis. L'uomo dovrebbe scegliere il bene che viene da Dio ma spesso sceglie il male e il nulla perchè obbedisce al Negatore o Satana (considerato anche lo spirito della distruzione). Fondamentalmente sono questi i motivi, la semplicità, la chiarezza, uniti ad uno spirito di fondamentale tolleranza, che mi hanno indotto ad abbracciare l'Islam all'età di 70 anni. Voglio aggiungere, senza alcuno spirito polemico, che nell'Islam i singoli, uomini e donne sono in diretta comunicazione con il Creatore al quale rivolgono le preghiere, chiedono aiuto e comunicano con la preghiera senza che vi sia bisogno di intermediari forniti di uno speciale potere di testimonianza e di intermediazione (preti o sacerdoti).