mercoledì 27 aprile 2011

IL COLONIALISMO INGLESE IN INDIA E I SUOI RAPPORTI CON L'ISLAM INDIANO

Nel corso del secolo XVII cominciò a manifestarsi in India l'influenza delle potenze europee. Già nel secolo precedente i portoghesi avevano stabilito basi navali sulla costa, ma non ebbero mai delle idee conquistatrici sull'interno. All'inizio del secolo successivo fu fondata la compagnia olandese delle Indie Orientali che sottrasse ai portoghesi il dominio sull'Oceano Indiano e stabilì alcune basi commerciali, ma preferì presto concentrare la sua attività in Indonesia. Contemporaneamente alla compagnia olandese nacque la compagnia inglese delle Indie Orientali, che fondò numerose stazioni commerciali lungo la costa indiana e ottenne la cessione di Madras e di Mumbay, e più tardi di alcuni villaggi bengalesi dai quali sorse il Calcutta. Infine la compagnia francese delle Indie, fondata nel 1664, creò una solida base a Pondicherry. 
Nel corso del XVIII secolo la compagnia francese e quella inglese si disputarono la supremazia sull'India, inserendosi nelle travagliate vicende politiche del subcontinente. Gli inglesi uscirono vincitori dal conflitto (1761), nel corso del quale si assicurarono la sovranità di fatto sul Bengala e sul Bihar. Negli anni seguenti la compagnia inglese affrontò con successo la monarchia musulmana creata nel Mysore dall'avventuriero Haidar Alì e dal suo successore Tipu Sultan e poi procedette alla conquista di nuovi territori.
Nel corso del XVIII secolo il subcontinente indiano visse una profonda crisi interna. Dopo la morte di Auren Greb l'impero Moghul cominciò a disgregarsi: le sue provincie erano divenute indipendenti di fatto ed erano passate in mano ai Maratha. Le invasioni di Nadir Shah dall'Iran (1739) e di Ahmet Shah dall'Afghanistan (1748) tolsero all'impero i territori afghani, l'odierno Pakistan e il Kashmir; e in tal modo nel 1803 gli ultimi imperatori Moghul passarono dalla protezione maratha a quella inglese. La confederazione Maratha resse alla prima guerra contro l'Inghilterra (1778-1781), ma si dissolse in seguito alla seconda (1803-1805) e i suoi resti furono annessi ai territori inglesi come conseguenza della terza guerra (1818).
Il primo metodo di colonizzazione seguito dagli inglesi fu quello di tentare una pacifica convivenza con le popolazioni dell'India, non si opposero mai ai matrimoni misti, non operarono tentativi di conversione al Cristianesimo, non adottarono comportamenti di razzistico apartheid, arrivando addirittura ad adottare il vestiario, gli arredi domestici e perfino le forme architettoniche dell'India contemporanea.
Tutto cambiò con la salita al trono britannico della regina Vittoria: l'India venne letteralmente invasa da una folla di missionari anglicani e calvinisti; i servizi segreti britannici costruirono una "leggenda nera" sulla barbarie dei costumi indiani, inventandosi letteralmente la storia degli strangolatori Thugs, terroristi seguaci della Dea Kalì che in realtà esistettero solo nei romanzi di avventura, fornendo tuttavia il pretesto per spietate repressioni. Per quanto riguarda l'organizzazione amministrativa dell'India, nel 1813 gli inglesi proclamarono la sovranità della corona su vastissimi territori conquistati dalla compagnia, che nel 1833 divenne una pura agenzia amministrativa. Nella prima metà del secolo XIX gli inglesi introdussero inoltre alcuni radicali cambiamenti nella vita del subcontinente, dando inizio alla costruzione del sistema ferroviario e telegrafico. Essi vollero anche diffondere in India un programma di istruzione superiore di stampo occidentale per formare una nuova classe media composta da professionisti educati all'europea, che in seguito avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella nascita del movimento indipendentista e nazionalista. 
Nel 1848 lo stato dei Sikh, in Punjab fu conquistato dagli inglesi; ma nel 1857 la misura era colma e la pazienza degli indiani di ogni fede religiosa aveva superato il limite estremo.
Nei primi mesi dell'anno esplose all'improvviso una generalizzata rivolta che in pochi giorni eliminò tutti gli inglesi di ogni età e sesso residenti in India (circa 20 mila). L'evento venne registrato nei libri di storia inglese con l'espressione "Indian Mutiny" (ammutinamento indiano). A ribellarsi furono i Chipays, e cioè i soldati musulmani e indù che servivano nelle forze armate della compagnia delle indie. La rivolta venne repressa dai britannici con inimmaginabile ferocia:il comandante delle forze militari inglesi disse che per ogni inglese ucciso nella rivolta almeno mille indiani dovevano essere giustiziati; ma quelli che erano riconosciuti senza dubbio autori materiali di un omicidio dovevano essere scuoiati vivi.
L'India ritrovò una sua momentanea disperata ed eroica unità: richiamato sul trono l'ultimo imperatore Moghul, un mite guru che da anni si era ritirato in meditazione sulle montagne dell'Himalaya, organizzarono una resistenza accanita in ogni singola città e in ogni più piccolo villaggio. La capitale Delhi resistette con eroismo a un prolungato assedio e a un massiccio bombardamento di artiglieria, ma per conquistarla i britannici dovettero praticamente raderla al suolo combattendo casa per casa. La repressione provocò oltre un milione di morti; solo a Delhi vennero passate per le armi 200 mila persone; decine di migliaia di prigionieri vennero uccisi legandoli a grappolo alle bocche dei cannoni. L'imperatore Moghul venne deposto e rinchiuso in prigione e furono puniti con maggiore ferocia i musulmani, considerati responsabili dell'insurrezione. 
Questi eventi furono decisivi per il ruolo del riformatore musulmano Ahmed Kan, che scrisse molti libri nel tentativo di convincere le autorità britanniche che i musulmani non erano stati fautori della rivolta, provocata invece dai soprusi e dalle provocazioni religiose dei conquistatori. Egli intendeva educare i suoi compagni di fede a una comprensione tollerante e illuminata dell'Islam. Nel 1878 egli fondò ad Aligarh il Muhammad College, organizzato secondo i modelli di Oxford e di Cambridge. Egli comprese chiaramente, prima di ogni altro musulmano, la necessità di una rivalutazione radicale del pensiero religioso islamico per il progresso della scienza moderna e della filosofia: grazie a lui il "modernismo" indiano parve una possibilità aperta a molti proprio in India, prima ancora che in Egitto e nell'Impero Ottomano che non mancò di influenzare la predicazione non violenta del Mahatma Gandhi.
Frattanto domata la rivolta la corona inglese assunse il governo diretto dell'India, e in India fu nominato un vice re direttamente responsabile verso il governo di Londra. Egli era assistito da un consiglio esecutivo e da un consiglio legislativo centrali nominati dalla regina, e organi simili furono introdotti anche a livello provinciale.
Nella seconda metà del secolo XIX fra le nuove classi medie colte cominciò a manifestarsi un profondo malcontento a causa della completa esclusione degli indiani di ogni religione dalla conduzione degli affari del loro paese. La richiesta di una maggiore partecipazione politica portò alla creazione del partito del congresso nazionale indiano (1885), che da prima mantenne una linea di condotta moderata, ma poi vide affermarsi al suo interno posizioni sempre più radicali. Sin dalle origini il congresso fu composto in maggioranza da indù ma all'inizio del XX secolo i musulmani che cominciarono a sentirsi una comunità separata, fondarono la Lega Musulmana (1903); e da allora la tensione tra indù e musulmani andò crescendo.
Scoppiata la Prima Guerra Mondiale, l'India dimostrò la propria realtà alla Gran Bretagna, ma questa non ne tenne conto e di fatto la guerra segnò il definitivo estraniarsi dalla classe dirigente indiana dalla burocrazia inglese. Subito dopo la guerra la guida del congresso fu assunta da Mohandas Karamchand Gandhi, che diede alla lotta nazionale un contenuto etico e sociale impregnato sulla non-violenza. Nel periodo compreso tra le due Guerre Mondiali, Gandhi guidò due importanti campagne di disobbedienza civile coinvolgendovi vasti strati di popolazione. La prima campagna (1920-1922) incluse anche il boicottaggio delle elezioni dei consigli legislativi provinciali. Dopo la seconda campagna di disobbedienza civile (1930-1933) una nuova riforma istituzionale introdusse il sistema di governo parlamentare a livello provinciale. La riforma venne accettata dal partito del Congresso che trionfò alle elezioni del 1937, assumendo il governo della maggioranza delle provincie, mentre la Lega Musulmana prevalse solo nel Punjab e nel Sind.
Nel 1939 il vice re proclamò l'entrata in guerra dell'India contro la Germania senza consultare le forze politiche indiane, con ciò provocando la reazione del congresso i cui ministri diedero le dimissioni. Nel 1942 venne lanciata una nuova campagna di disobbedienza civile, cui il governo reagì arrestando i capi congressisti. Intanto nel 1940 la Lega Musulmana sotto la guida di Muhammad Jinnah dichiarò come propria meta finale la creazione di uno stato musulmano, il Pakistan. Finita la guerra e disposti ormai gli inglesi a cedere il potere, il congresso tentò invano di evitare la spartizione del paese. Nel 1947 si arrivò alla dichiarazione dell'indipendenza e alla contemporanea divisione dell'India in due stati: il Pakistan e l'Unione Indiana. Tale scelta fu seguita da uno scoppio di odio religioso che provocò circa un milione di morti; e di questa tragedia fu vittima lo stesso Gandhi ucciso da un fanatico indù nel 1948.

Nessun commento:

Posta un commento