domenica 30 ottobre 2011

SIAMO ALLE SOLITE

Nonostante la chiara, indiscutibile vittoria del partito Ennahda nelle elezioni tunisine, riconosciuto da quasi tutti i partiti concorrenti e dagli osservatori stranieri, la stampa italiana senza eccezioni prende a pretesto le proteste di un partitello che si è presentato all'elettorato con il nome francese "Petition populaire", il cui leader è un miliardario cittadino britannico di origine tunisina, che ha fatto la sua campagna elettorale facendo promesse mirabolanti (come un ponte da Tunisi alla Sicilia) e acquisto di voti, per adombrare la tesi che in Tunisia le elezioni avrebbero riaperto una nuova stagione di violenze. I seguaci del miliardario hanno imperversato nella cittadina di Sidi Bouzid, dove hanno incendiato il tribunale e si sono abbandonati alla violenza gratuita saccheggiando negozi e uffici; non è da escludere che fra di loro vi fossero dei provocatori già seguaci del dittatore Ben Alì.
Probabilmente chi spera di ripetere in Tunisia il giochino che riuscì in Algeria dove alla vittoria schiacciante del fronte islamico di salvezza nazionale che nelle libere elezioni aveva riportato il 60% dei voti, l'esercito algerino rispose con un colpo di stato che aprì la strada a una sanguinosa guerra civile con centinaia di migliaia di morti. Gli articoli che seguono e, in particolare i loro sciagurati titoli, forniscono una fotografia dei livelli di falsificazione raggiunti dai cosiddetti laici occidentali e in particolare italiani.






Studi recenti hanno appurato che più della metà dei lettori dei giornali si limitano a leggere i titoli degli articoli che, il più delle volte, sono completamente sfalsati rispetto agli avvenimenti che nel testo pubblicato vengono diffusamente raccontati. Tutto ciò permette di ricorrere a una sofisticata tecnica di falsificazione delle notizie: e i 3 articoli del post, che riguardano gli incidenti avvenuti in Tunisia per lo più nella cittadina di Sidi Bouzid, sono un esempio lampante di come giornalisti che scrivono per partito preso o i loro direttori su cui spesso grava l'onere e l'onore di predisporre i titoli da pubblicare ne sono un calzante esempio.
"Coprifuoco e Tank. Il voto in Tunisia riaccende la violenza". "Tra le strade in fiamme di Sidi Bouzid. Diteci dove sono finiti i nostri voti". "Ingiustizie, ritardi e corruzione ecco perché il popolo si ribella". 
Dai citati titoli si potrebbe arguire che in Tunisia l'esito elettorale delle votazioni di domenica scorsa avrebbe riacceso una estesa violenza rivoluzionaria con intervento repressivo da parte dell'esercito, strade in fiamme, coprifuoco esteso all'intero paese; e ciò a causa di ingiustizie, ritardi e corruzione che giustamente provocano una nuova ribellione del popolo. In realtà quel che effettivamente si racconta è che sparuti gruppi di seguaci del miliardario anglo-tunisino, amico di Berlusconi, è severamente punito dagli elettori per le pacchianerie su cui si è basata la sua campagna elettorale per le sue mirabolanti quanto incredibili promesse; che tra questi seguaci si sono quasi sicuramente infiltrati i fedelissimi seguaci di Ben Alì che hanno fatto di tutto per enfatizzare la portata degli incidenti attaccando e incendiando un tribunale, colpevole con altri 3 uffici di giustizia di aver escluso le liste del miliardario per irregolarità varie e per il sospetto di aver comperato le firme dei sottoscrittori. Il massimo della divaricazione tra titolo e contenuto dell'articolo viene raggiunto con l'intervista rilasciata dal leader del partito secondo classificato nella competizione elettorale Moncef Marzouki, attualmente leader del partito del "Congresso per la Repubblica" il quale, ad onta dei corrispondenti che seguitano a definire islamisti gli elettori del partito "Ennahda", ha testualmente affermato: "Agli occidentali vorrei precisare che il partito Ennahda è l'equivalente in un paese musulmano dei partiti europei che fanno riferimento al Cristianesimo come ad esempio la Democrazia Cristiana. Ennahda è un partito conservatore che si ispira ad un islamismo moderato, non è un partito di terroristi. Inoltre vorrei ricordare, quando sento parlare in occidente di diritti umani, il sostegno dei vostri governi ai dittatori della peggiore specie. Tante critiche e paure nei confronti di partiti che si ispirano all'Islam sanno di ipocrisia. Forse in occidente ci vorrebbe un pò di pudore. In Tunisia non ci sono i talebani: questi esistono solo nella vostra immaginazione e sono figli della vostra malafede". 
Vorrei ricordare, per chi l'avesse dimenticato o trascurato che grazie alla mobilitazione di Ennahda la Tunisia è stata in grado senza tante tragedie e senza tanti lamenti di assistere, mentre era ancora sconvolta da un processo rivoluzionario non ancora concluso, un milione di profughi provenienti dalla Libia, gli ha ospitati nelle tende e gli ha dissetati e nutriti per mesi, senza chiedere aiuto a nessuno. I tunisini, a differenza di pochi prezzolati del dittatore cacciato via con infamia, sanno a grande maggioranza che "Dio è il più Grande!".

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