domenica 14 ottobre 2012

BREVI OSSERVAZIONI AUTOBIOGRAFICHE

Considerata la mia non più giovane età, sono stato colpito da una di quelle infermità che colpiscono sempre più persone perché la cultura pseudo scientifica dell'occidente, invece di impegnarsi a fondo contro le vere piaghe dell'umanità (la morte per fame soprattutto dei bambini, le malattie infettive dei paesi poveri), ha voluto ambiziosamente cercare di prolungare oltre il limite naturale la durata della vita terrena dell'essere umano.
Ecco perché quelle malattie che un tempo venivano chiamate invecchiamento, fanno gridare al progresso perché portano la vita dell'uomo oltre il limite che le leggi di natura volute da Allah ha fissato: tutti gli animali hanno un'età media biologica che di norma coincide con la capacità di procreare. Solo nell'uomo e in particolare il genere maschile va oltre l'età procreativa, mentre sappiamo tutti che questa cessa nella donna intorno ai 50 anni. Maschio e femmina della specie umana arrivano ormai nei paesi occidentali a livelli di gran lunga superiori, quasi che si nutrisse l'ambizione, da non pochi scienziati ventilata, di volerla prolungare fino oltre il secolo. Le malattie dell'invecchiamento tra cui assume una particolare rilevanza quella che mi ha colpito (il cosiddetto morbo di Parkinson) possono invece considerarsi un messaggio dell'onnipotenza di Allah: "Puoi prolungare la vita terrena fin quando vuoi o credi potere, ma l'Onnipotente ci ricorda che a Lui dobbiamo prima o poi tornare".
Si può fare tuttavia un uso positivo di quel tipo di infermità e ringraziare l'Onnipotente di avercela mandata lasciandoci la mente lucida e il corpo, sia pure con difficoltà, capace di muoversi. Possiamo così usufruire del nostro tempo per approfondire i ragionamenti sul destino dell'uomo, sui suoi bisogni reali e sui suoi doveri verso il Creatore e verso il prossimo. Per questo, in risposta a quei cialtroni che non sanno quello che dicono e che attribuiscono la mia infermità a una sorte di punizione per aver abbracciato l'Islam, mi viene spontaneo rispondere che io ringrazio Iddio per avermi dato quest'ultima opportunità di maturazione e di arricchimento del mio impegno per l'Islam.
Naturalmente tutto questo fa acquisire una maggiore capacità critica nei confronti delle miserie che l'umanità, e in particolare quella che crede di essere più civile e più evoluta, provoca ai propri simili e all'ambiente che ci circonda: sempre maggiori sono le devastazioni che la cosiddetta civiltà tecnologica provoca alla Terra che Allah aveva consegnato ai nostri progenitori perché ne facessimo un giardino, perché ne conservassimo la bellezza e ne proteggessimo le specie viventi. Dovremmo allora ricordarci che Allah, non è solo Clemente e Misericordioso ma è anche giusto e come più volte ricorda il Corano da a ciascuno ciò che si merita.
Alla luce di queste considerazioni mi viene di guardare con profonda preoccupazione e pietà a quel che accade nel mio paese, che è pur sempre la patria che l'Onnipotente mi ha assegnato e non posso trattenere l'indignazione davanti allo spettacolo della corruzione, del saccheggio delle risorse che ci rendono sempre più poveri delle ingiustizie che i più ricchi e potenti infliggono ai più poveri e diseredati. Dio punirà i trasgressori.
Sotto questo profilo non possiamo non lanciare un forte grido di allarme che si traduca anche in segnali di avvertimento verso i principali responsabili delle ingiustizie e dei delitti contro ciò che l'Onnipotente ha creato verso tutto ciò che vive. 
Nel mio piccolo ho così deciso di restituire al sindaco della città in cui risiedo la tessera elettorale che mi consentirebbe di esercitare il diritto di voto. Mi sono persuaso che nella situazione in cui ci troviamo a vivere la nostra esistenza quotidiana non può essere rimediato con il voto elettorale che, fatalmente, finirebbe con eleggere i peggiori; e basta dare un'occhiata anche superficiale a coloro che si vantano di essere i più capaci di governo per concludere che la cosa più giusta da fare è di non rendersi complici di questo teatrino della politica dove il gioco più praticato è la truffa, il furto del pubblico denaro, la malversazione nell'amministrare e nel gestire la cosa pubblica. Ai ladri che imperversano nel mio paese non posso che dire una cosa: "Fate pure i vostri comodi pretendendo di agire seconda giustizia, ma fatelo senza chiedere la mia complicità. Ai vostri giochi non voglio più partecipare".

P.S: La tessera elettorale la restituisco all'attuale sindaco di Vicenza, dott.Achille Variati che ha ampiamente meritato questo "privilegio" dopo aver negato alle migliaia di cittadini il diritto di avere un luogo di sepoltura conforme alle fedi religiose di ognuno, e ha permesso a qualche cialtrone a lui vicino di usare il come gazzetta dell'infamia il giornale cittadino sul quale è comparso l'invito ad allestire un cimitero per gli animali.

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Naturalmente la questione della mancanza o del rifiuto di cimiteri riservati ai cittadini di religione islamica è solo un aspetto del comportamento anti islamico delle istituzioni italiane  e del silenzio praticamente totale della discriminazione anti islamica che coinvolge tutti gli aspetti della vita pubblica e di cui i comportamenti barbarici dei singoli è una inevitabile conseguenza. Enfatizzare oltre ogni limite i fatti di sangue che vedono coinvolti individui di religione musulmana, in particolare quelli che hanno per vittime le donne di ogni età (aggressioni, omicidi, uccisioni di famigliari), ipotizzando che la violenza è intrinseca alla religione islamica, è un corollario della generalizzata islamofobia che caratterizza il nostro paese e gli da tristi primati a livello europeo.
In nessun altro paese l'Islam è oggetto di una continua criminalizzazione: al riguardo si trascura la enorme varietà di cultura e di condizioni sociali che è tipica dell'immenso mondo islamico che comprende paesi civilissimi come l'Egitto, il Marocco, la Malaysia, le repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale, ricche di memorie storiche e di centri culturali di livello mondiale. Quando si scrive di "Islam" le montagne afghane sono la stessa cosa degli splendidi musei delle grandi capitali musulmane, e il modo di vita dei nomadi beduini e delle tribù pastorali del Waziristan, non si distingue in nulla dallo splendore riconquistato della Turchia e dei paesi nord africani dove, nonostante le sciagure della storia, il forestiero in visita si trova immerso in uno spettacolo di cultura compatta e vitale. Trovarsi ad Istanbul all'ora della preghiera della sera, con le moschee che si specchiano nel Bosforo e i minareti che riecheggiano gli inviti dei Muezzin, da la fisica impressione di trovarsi in un luogo dove vibra nella bellezza che ti circonda la presenza di Allah.
E' anche inutile cercare di spiegare che le mutilazioni genitali delle donne sono un portato di culture
pre-islamiche che l'Islam, seguendo i comandamenti del Corano, ha cercato in tutti i paesi di sradicare con leggi severe; che l'usanza ancora diffusa dei matrimoni coartati in danno a ragazze poco più che bambine viola il comandamento coranico: "Il matrimonio è nullo se entrambi gli sposi non sono completamente liberi"; che uno dei principali precetti del Libro Sacro è: "Nessuna costrizione è ammessa nella religione...Chi vuole creda, chi non vuole non creda". Ecco perché in un paese musulmano con una popolazione islamica a 95% come il Marocco dispone di 138 chiese cattoliche, di cui 1/3 grandi cattedrali, e di centinaia di sacerdoti, vescovi e cardinali; e così nella quasi totalità dei paesi musulmani. Solo poco tempo fa nella civilissima Svizzera che ha brillato per decenni per le decine di referendum contro la presenza di lavoratori stranieri si è tenuto un referendum popolare che ha sancito il divieto di costruire minareti e nuove moschee.
In Italia esistono solo tre moschee riconosciute come tali (Roma, Torino, Milano), mentre i luoghi di culto e di preghiera per un milione e mezzo di residenti islamici sono ricavati spesso in vecchi garage, in fatiscenti magazzini, e a volte sulla strada aperta al traffico. L'Italia è l'unico paese europeo dove non esiste una specifica normativa che regoli i rapporti tra confessione islamica e stato italiano: non occorre essere maliziosi per immaginare che tale vergognosa singolarità abbia a che fare con l'intolleranza di fondo della Chiesa Cattolica, che solo a parole si profonde in manifestazioni formali di rispetto per la religione musulmana. Le forze politiche italiane, tutte senza eccezioni, sono allineate nei fatti sullo stesso livello di intolleranza. Fino a quando questa vergognosa situazione non cambierà un musulmano che abbia la cittadinanza italiana non può certo considerare un diritto dovere l'esercizio del voto, ma solo una copertina per coprire una corposa realtà islamofobia: che per chi non lo ricordasse è stata in una conferenza volgarizzata a livello mondiale dall'ONU parificata all'antisemitismo. A quella conferenza il governo italiano, unico tra quelli europei, non ha partecipato.

3 commenti:

  1. AlHamduliLlah che puoi dimostrare al mondo come un sincero credente in Dio può convivere e afffrontare questa malattia. Ringrazio Dio che anche persone valide come Te possono dare il contributo nel capire e amare la religione di Allah l'Altissimo, persone sincere e capaci di testimoniare la loro fede in modo chiaro e coerente. Facciamo tutti Duà che Allah ti doni il meglio, che sia esso la guarigione o altro, ma sopprattutto che perdoni e purifichi tutti i tuoi peccati e che ti elevi nel miglior posto nel Paradiso. Amin

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