giovedì 5 gennaio 2012

LO SPREAD PIU' GRAVE DI CUI SOFFRE L'ITALIA




Da qualche mese è diventato di uso comune e di moda il termine "Spread", parola inglese che serve a definire il divario esistente tra due entità: in particolare lo spread a cui si fa riferimento in questa fase di grave crisi economica, che, per l'insipienza irresponsabile del governo Berlusconi e per la pochezza delle forze politiche italiane, ha condotto l'Italia sull'abisso di una crisi rovinosa grave quanto una guerra, è la forbice esistente tra i buoni del tesoro tedeschi (Bond) e quelli italiani.
Nessuno ha pensato che lo spread più grave riguardante il nostro paese è quello che esiste tra il livello medio della civiltà europea (fa eccezione l'Ungheria che sta scivolando verso un regime di tipo fascista) e il livello medio di inciviltà italiana, di cui la xenofobia, tradotta in leggi dello stato e in comportamenti delle istituzioni cosiddette democratiche, è il segno più evidente:
Solo in Italia esistono leggi (si fa per dire) che impongono agli immigrati soprusi che dovrebbero suscitare l'indignazione di ogni persona dotata di un minimo senso di umanità.
Caso limite è il balzello da 80 a 200 euro che ogni immigrato deve pagare per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno: una porcata di questo genere, tipica di personaggi come Calderoli, che in porcate sono pregevoli professionisti, non esiste e non è mai esistita in nessun paese d'Europa e del mondo che abbiano conosciuto estesi fenomeni di immigrazione.
Le restrizioni all'immigrazione nel nostro paese furono a suo tempo motivate dalle bande leghiste e forzeitaliote  con la necessità di garantire la sicurezza dei cittadini dalle orbe  degli immigrati. Si è visto a quali risultati hanno portato le imprese legislative dei leghisti e alleati: negli ultimi 2 anni la cronaca italiana registra centinaia di morti ammazzati, assassinii, stupri, rapine a mano armata. L'aspetto grottesco della questione sta nel fatto che capita a chi come me ha abbracciato l'Islam di sentirsi interpellare da qualche energumeno di stirpe berica con espressioni tipo "Ti che te ghé abbraccià l'Islam te si in compagnia de quei che coppa e donne": negli ultimi 3 anni in Italia circa 400 donne sono state assassinate dai mariti, dai fidanzati, dagli amanti, da aspiranti violentatori tutti o quasi di nazionalità italiana e di presumibile religione cattolica.
L'aspetto grave della questione sta nel fatto che la Lega e i leghisti sono i germi infettivi attivi del fenomeno razzista, ma se si scava in giro si scopre che il morbo barbarico si insinua in maniera più o meno appariscente nella generalità delle persone, anche se assume forme mascherate che trovano riscontro nella sistematica ignoranza anche nella stampa più "nobile": un giornale campione di "democrazia" non si è vergognato di tradurre l'espressione araba "Sharia" con le parole "Guerra Santa". Sono di uso comune i termini "islamico", "islamista", "fondamentalista" e simili per definire i musulmani.
Che siano razzisti confessi personaggi spregevoli come i dirigenti della Lega non può meravigliare: il razzismo più becero è il loro programma politico insieme alle idiozie sul cosiddetto federalismo e sulla Padania. Ma che rigurgiti più o meno razzisti si manifestino anche in partiti politici che si autodefiniscono di sinistra come ad esempio l'Italia dei Valori diretta dal "letterato" Antonio di Pietro, è circostanza certamente inquietante perché sta a significare che il populismo è un morbo molto più diffuso di quello che si pensa. Probabilmente a favorire il contagio è l'ignoranza crassa che caratterizza la cosiddetta gente.
La vicenda della moschea di Genova contro la quale i prodi seguaci dell'ex P.M. di Tangentopoli si sono caratterizzati allineandosi con i leghisti pronti a cortei e gloriose imprese da crociati, è sotto questo profilo estremamente significativa, anche perché si verifica nella città di Fabrizio de André, grande appassionato cantore delle civiltà mediterranee e autore di canzoni come "Sidun" (dedicata a un bambino palestinese ammazzato dai caccia israeliani), o come Giamilah (una prostituta algerina presentata come una antica divinità che ricorda Astarte e le dispensatrici di amore e di piacere).
Vorrei anche richiamare una circostanza che è sfuggita ai più: all'indomani del massacro dei musulmani senegalesi a Firenze tutti hanno fatto a gara nella retorica della grande manifestazione di solidarietà anti razzista di cui avrebbe dato prova la cittadinanza di Firenze. Tutte balle. A onorare le vittime del nazifascista seguace di Julius Evola, c'erano presenti al funerale circa 10 mila persone di cui 9000 senegalesi. I fiorentini saranno stati poco più di un migliaio, su una popolazione di 350 mila abitanti. Un pò pochini per parlare di "Corale "NO" al razzismo".

1 commento:

  1. sono arrivato a questo articolo tramite il sito dei musulmani in ticino... Complimenti per il blog, volevo solo segnalare un errore nella testimonianza di fede in cima al blog... la formula corretta è: la ilaha illa Allah, Muhammad Rasul'Allah
    o in arabo è meglio ancora:أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمد رسول الله
    As-salamu 'alaykum da un fratello italiano convertito

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