domenica 15 luglio 2012

AFRICA

MALI. Riccardi lancia l’allarme, ‘è il nuovo Afghanistan’
”Ci sono diciotto milioni di persone colpite dalla carestia nel Sahel che rischiano la morte e 400 mila sfollati del Mali, in larga parte passati nei paesi vicini. Abbiamo un nuovo Afghanistan che sta per esploderci sotto i piedi con l’islamizzazione proprio del Mali. E ancora ci chiediamo se se possiamo permetterci la cooperazione?”. E’ l’allarme che lancia Andrea Riccardi, ministro per la Integrazione e la cooperazione internazionale, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. Il governo ha rimesso a punto la macchina degli aiuti allo sviluppo. Convinto che sia un ”dovere” ma soprattutto ”un’opportunita”’, Riccardi anticipa la sua battaglia culturale e politica e la nuova sfida del governo Monti da lanciare il prossimo ottobre, con il primo Forum sulla cooperazione: trasformare la solidarieta’ con le aree di crisi in occasione di sviluppo. Quanto ai fondi, spiega, ”occorre declinare quel poco che abbiamo con intelligenza. Per questo -rimarca il ministro- l’1 e 2 ottobre promuoveremo, insieme al comune di Milano, il primo Forum della cooperazione, al quale interverra’ anche il presidnete Monti. I soldi possono essere trovati anche con l’intervento dei privati. La societa’ -conclude Riccardi- puo’ mobilitarsi. Ci saranno grandi aziende, Ong, enti locali e tutti insieme dimostreremo che la cooperazione e’ un dovere, ma conviene all’Italia”.

Da quando è finito il dominio coloniale su gran parte dell'Africa, quello che una volta veniva chiamato il "Continente Nero" è stato teatro di innumerevoli guerre e atrocità: dalla guerra civile nigeriana provocata dalla Secessione del Diafra (causa scatenante il controllo dei giacimenti petroliferi) al genocidio dei Tutsi ad opera dei "cattolici hutu", dall'interminabile guerra nel Congo (1 milione di morti) alle guerre civili in Liberia, Sierra Leone, Somalia, Eritrea, Etiopia e Uganda; dalle guerre civili nelle ex colonie portoghesi (quella fra i seguaci di Salimbi e la neonata repubblica indipendente di Angola e, ancora, quella tra Frelimo, indipendentista, e Re.Na.Mo. fomentata dai razzisti sud africani). Non siamo in grado di entrare nel dettaglio delle guerre civili più lunghe e sanguinose come quella tra Nord Sudan arabizzato e Sud Sudan cristiano e animista: 3 milioni di morti.
Fin'ora il Mali e l'attivo e confinante Niger sono arrivati all'attenzione della cronaca perché la corrente Salafita dell'Islam, caratterizzata dall'odio verso monumenti a santi e a idoli risalenti all'epoca pre islamica, ha assaltato e distrutto le tombe di antichi santoni: da tenere presente che i Salafiti che hanno operato nell'Arabia Saudita nel secolo scorso volevano distruggere persino la tomba di Muhammad, considerando l'adorazione del Profeta una forma di politeismo idolatro. Abbiamo l'impressione che questa improvvisa attenzione per un fenomeno tutto sommato di minore interesse effettivo sia ispirata dall'odio verso l'Islam, necessario a richiamare l'attenzione sulla guerra civile strisciante che contrappone in Nigeria le tribù pastorali del Nord musulmane e le tribù agricole del centro e del Sud che la siccità pluriennale spinge alla guerra civile per controllare qualche pezzo di terra e qualche area da pascolo: i cui episodi più cruenti offrono il settimanale destro a qualche ministro italiano e al Vaticano a lanciare il grido d'allarme: in Africa è in corso lo sterminio dei Cristiani.

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