lunedì 7 maggio 2012

CONSIDERAZIONI SULL'ESITO DELLE ELEZIONI FRANCESI

Sarkozy, che oltre ad avere antenati ungheresi e greci deve annoverare anche qualche avo guascone, si era illuso che, cavalcando la tigre del terrorismo islamico in agguato per minare la sicurezza e l'identità della patria repubblicana francese, e prendendo a spunto il tragico fatto di cronaca (mi riferisco all'uccisione dei 3 militari francesi di origine marocchina e dei bambini ebrei massacrati per odio allo stato puro da un folle che poi si è suicidato) sarebbe riuscito a mobilitare la collera contro i musulmani per convogliare sulle esangui performance politiche della sua presidenza i voti della destra di Madame Le Pen: eccolo così mettere al bando prestigiosi intellettuali musulmani come Tarik Ramadan, arrestare una decina di presunti seguaci di Al Qaeda, mostrare i muscoli contro il velo islamico indossato dalle donne francesi di religione islamica, in breve gridare al grave pericolo che la Francia avrebbe corso se non avesse vinto le elezioni presidenziali.
Il giochino non ha funzionato: i francesi non sono come gli abitanti della Val Brembana, che sono riusciti perfino a considerare un fenomenale mostro di intelligenza e di cultura tal Renzo Bossi, detto il Trota, laureato in materie economiche in una inesistente università albanese dopo aver sostenuto in un anno 21 esami nella lingua "sqipetara"; e soprattutto sembra che quando vanno a votare pensano alla disoccupazione giovanile, al debito pubblico, alla crisi economica e, credo, anche alla pretesa della Merkel di voler funzionare da "Gauleiter" dell'Europa; quando votano, i nostri cugini d'Oltralpe, pensano alla politica; e se il candidato presidente (in riconferma) ha una bella moglie fanno considerazioni di natura estetica sulle sue caratteristiche somatiche.
E così Nikolas ha sbattuto il muso e il "normale" Holland, socialista, ha vinto alla grande e, si spera, si accinge nell'interesse degli europei a ridimensionare l'arroganza teutonica. Pare così che in Europa i socialisti ancora ci sono e se fanno i socialisti vincono. Lezione elementare di cui dovrebbero tenere conto le amebe del partito democratico per molte delle quali il termine "socialista" è qualcosa che appartiene al secolo scorso.
Questa considerazione dovrebbero farla anche quei presunti "riformisti" come Mario Giulianati e Ubaldo Alifuoco, rispettivamente presidente e vicepresidente di un'attualissima associazione culturale dedicata all'11 Settembre 2001, i quali, mentre ogni giorno si suicidano operai, pensionati, piccoli imprenditori disoccupati e pensionati "esodati", trovano il tempo di organizzare un convegno sulla sicurezza nel Mediterraneo e sul pericolo del terrorismo, naturalmente islamico. Questi signori gridano alla democrazia offesa perché il proprietario del locale in cui dovevano tenere il convegno e di proprietà della Curia Vescovile di Vicena, si sono visti negare i locali.
Alti strepiti per la grave lesione alla libertà di cultura e delle idee: il loro vittimismo ha raggiunto il diapason quando a dar loro man forte si è esibito addirittura il presidente della commissione esteri della camera, il dotto e raffinato senatore Stefani. L'aspetto più originale della vicenda è che il duo prima nominato pretende di incarnare il vero riformismo a Vicenza. I francesi che votano per Holland cosa sono? Naturalmente dei paleo-comunisti.
Ma andate a mangiare il sapone.

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