domenica 20 maggio 2012

LA GIUSTIZIA E LA COLLERA DI ALLAH LI INCENERISCA

Quando avvengono crimini senza limiti di orrore come l'attentato che in una scuola della provincia di Brindisi ha ucciso una giovinetta nel fiore degli anni e nel periodo più ricco di sogni, non può esservi limite all'indignazione e alla sete di giustizia: e in questi casi solo la giustizia divina, prima ancora che quella degli uomini, può lavare l'infamia. Purtroppo viviamo in un paese dove neppure la giustizia degli uomini è stata sempre in grado di punire gli assassini: troppo spesso parti degli apparati dello stato (i famosi servizi deviati) sono stati complici degli assassini materiali; e non vi è niente, nella situazione attuale del nostro splendido e infelice paese, che possa far sperare a una giustizia operata dalla mano degli uomini. Le complicità arrivano infatti a coinvolgere anche occulti settori di coloro che dovrebbero fare giustizia.
Ecco perché, oltre al dolore per l'evento luttuoso (non posso fare a meno di distogliere la mente dall'immagine di quella bella ragazza dal volto tipico del nostro sud), non possiamo non provare in aggiunta allo sdegno senza limite il fastidio delle ipocrisie e del chiacchiericcio inconcludente che inonda in circostanze del genere i mezzi di informazione: gracidio di ranocchie ubriache, dove vengono ripetute come litanie formali le solite frasi di circostanza, nel quale non manca di esplodere qualche miserabile infamia.
Anche questa volta il primato spetta a quell'odioso individuo che risponde al nome di Belpietro, lo pseudo giornalista direttore di un giornalaccio, che in più occasioni ha già battuto il vertice dell'infamia:
Tra le possibili piste indicate come responsabili dell'infamia l'insulso personaggio non manca di indicare la matrice islamica, naturalmente fondamentalista. Finge di ignorare che anche i più efferati attentati di Al Qaeda hanno sempre una matrice che affonda le sue radici in situazioni di guerra vera e propria; e non si capisce quale potrebbe essere la molla che spinge anche il più fanatico dei terroristi islamisti a compiere un atto di guerra contro la scuola di una località delle Puglie.
Al secondo posto merita di essere collocato il comico neo-politico Beppe Grillo, il quale sente che deve premere l'acceleratore per prendere il posto del cialtrone che forse libererà presto l'orizzonte politico del nostro paese: Grillo mi pare il più accreditato personaggio in grado di sostituire la buffoneria del leader varesotto, spazzato via dall'associazione di ladri cui è stata data il nome di Lega Nord: Grillo, uomo di teatro di vecchia esperienza buffonesca, ha tutti i numeri per prendere il posto di Bossi nel fare appello ai peggiori istinti politici che proliferano nel nostro paese: chi lo segue ha a sua scusante le drammatiche condizioni di miseria e di disperazione che la crisi dell'Occidente ha provocato anche nel nostro paese, ma le sue recite a pagamento in forma di comizi hanno come unico scopo quello di accrescere il livello di rifiuto sostanziale della democrazia. Anche il commento che il buffone genovese ha fatto commentando l'attentato di Brindisi è sintomatico: raffinato meteorologo degli atti criminali volti a creare terrore di massa: "L'attentato appena compiuto si sentiva nell'aria già da molti giorni...Prima o poi doveva accadere"". Si potrebbe consigliare il Ministero degli Interni ad assumerlo in pianta stabile per prevedere i prossimi attentati come si fa con le previsioni del tempo.
Non possiamo escludere dai personaggi che c'hanno dato più fastidio il neo ministro degli interni, dott.ssa Cancelieri, la quale, a quanti insistevano troppo sull'ipotesi che la responsabilità del crimine era con ogni probabilità della mafia, ha replicato: "Le modalità dell'attentato ricordano di più episodi analoghi tipici del Medio Oriente, in particolare del Libano e della Palestina. La pista della mafia è secondo me troppo scoperta". Il nostro ministro nominato come "esperto" sembra dimenticare che in Libano e in Palestina c'è una guerra che va avanti da quasi 80 anni; e ad inaugurare la moda degli attentati terroristici nelle scuole, nei mercati e nei luoghi di spettacolo furono le organizzazioni ebraiche nominate nei libri di storia e che rispondono al nome di Irgun e Brigata Stern, i cui capi divennero qualche decennio più tardi primi ministri di Israele (Menachem Begin e Yitzhak Shamir). E' notevole il fatto che nella intuizione da "esperta" del neo-ministro brilli di luce più intensa il rinvio alle vicende medio orientali piuttosto che al fatto che la scuola colpita era intitolata alla dott.ssa Morvillo, morta con il marito Giovanni Falcone nell'attentato di Capaci di cui ricorre  proprio in questi giorni il 20 anniversario.
Non mancano altri esperti i quali fanno notare che la mafia in genere non colpisce a casaccio e non ammazza persone completamente innocenti: si dimentica la strage di Portella della Ginestra in Sicilia e l'attentato ai Georgofili di Firenze. In realtà la mafia colpisce ogni qualvolta la sua cupola individua le condizioni ideali per una sua impresa eclatante: la difficile ed esplosiva situazione socio-economica del paese, la crisi profonda delle forze politiche e delle istituzioni e la convinzione che il quadro d'assieme è in grado di incrementare i propri affari.
E' strano che nessuno abbia sufficientemente insistito sul fatto che gli attentati più gravi della mafia non sono l'operato in solitaria dell'organizzazione criminale: quasi sempre quando la mafia colpisce duro esistono fasce di complicità proprio all'interno degli apparati di sicurezza dello stato: circostanza questa che spiega le troppo frequenti impunità, latitanze che durano mezzo secolo e la super regia occulta di servizi segreti anche stranieri. Che il terribile cocktail ora delineato possa tornare, anche con intenti eversivi nella situazione che stiamo vivendo, è qualcosa che appartiene anche all'oggi. Non va trascurato neppure che quello di colpire i giovani come forse l'unica forza in grado di rendere vivi gli ideali di libertà e di democrazia, equivale a colpire l'unico vero possibile avversario che ha a cuore i valori di libertà e di giustizia.
La pace sia con te, Melissa. Che Allah nella sua infinita misericordia ti dia posto su una piccola nuvola dorata dove potrai aspettare le persone che ti sono state care nella tua breve vita terrena.

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