Mubarak condannato all'ergastolo
migliaia di persone a piazza Tahrir
IL CAIRO - La sentenza tanto attesa è arrivata questa mattina: Hosni Mubarak è stato condannato all'ergastolo. L'accusa aveva chiesto per lui la pena di morte. Che non è arrivata. E quasi immediatamente è esplosa la rabbia dei familiari delle 850 vittime della primavera araba e di tutti i detrattori dell'ex Rais. Si sono dati appuntamento in Piazza Tahir per protestare contro un verdetto che considerano ingiusto, gridando che "il popolo vuole cacciare l'ancien regime".
Fra loro anche i Fratelli Musulmani, prima forza politica in Egitto: si sono detti "scioccati" dall'esito del processo che viene definito dal loro candidato alle presidenziali, Mohammed Morsi, una "farsa" e hanno sospeso la campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali per unirsi a quanti contestano la sentenza. Una sessantina i feriti nei tafferugli che sono scoppiati con le forze dell'ordine.
Il giorno del giudizio. La sentenza è a suo modo storica, perché Mubarak è il primo capo di uno Stato arabo che sia mai stato processato e condannato da un tribunale del suo popolo. Anche l'accusa è fortemente simbolica: complicità nell'uccisione di 850 manifestanti durante la rivolta 1 che, lo scorso anno, lo costrinse alla fine a lasciare il potere . Era accusato anche di corruzione, così come i suoi figli, Alaa e Gamal, assolti insieme a lui per questo capo d'imputazione, caduto in prescrizione.
In seguito alla lettura della sentenza, il Procuratore Generale ha ordinato il trasferimento immediato dell'ex Rais dall'Ospedale militare, dove è stato detenuto fino ad ora, al carcere di Tora al Cairo. Fonti giudiziarie riferiscono che quando l'elicottero è arrivato alla prigione, l'ex presidente egiziano ha fatto resistenza, rifiutandosi, tra le lacrime, di scendere dal velivolo. E poco dopo è stato colpito da una crisi cardiaca. Gli è stato quindi concesso di essere portato nell'ospedale del penitenziario.Fra loro anche i Fratelli Musulmani, prima forza politica in Egitto: si sono detti "scioccati" dall'esito del processo che viene definito dal loro candidato alle presidenziali, Mohammed Morsi, una "farsa" e hanno sospeso la campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali per unirsi a quanti contestano la sentenza. Una sessantina i feriti nei tafferugli che sono scoppiati con le forze dell'ordine.
Il giorno del giudizio. La sentenza è a suo modo storica, perché Mubarak è il primo capo di uno Stato arabo che sia mai stato processato e condannato da un tribunale del suo popolo. Anche l'accusa è fortemente simbolica: complicità nell'uccisione di 850 manifestanti durante la rivolta 1 che, lo scorso anno, lo costrinse alla fine a lasciare il potere . Era accusato anche di corruzione, così come i suoi figli, Alaa e Gamal, assolti insieme a lui per questo capo d'imputazione, caduto in prescrizione.
Le altre sentenze. Stessa sorte del suo ex presidente è toccata al ministro dell'Interno del regime, Habib al-Hadly, condannato all'ergastolo. Assolti i sei assistenti al ministero.
La sentenza di prescrizione per i reati di corruzione e abuso di potere di Hosni Mubarak e dei suoi due figli ha scatenato violente contestazioni all'interno dell'aula bunker dell'Accademia di Polizia. Gli avvocati dell'accusa sono saliti sui tavoli del tribunale scandendo gli slogan "fuori, fuori" e "il popolo vuole che la magistratura sia ripulita".
Dure proteste anche fuori dal Tribunale, dove i familiari delle vittime della Rivoluzione del 25 gennaio hanno urlato slogan e alzato cartelli con scritte del tipo "La sentenza del popolo è la morte"
Le parti presenteranno ricorso. Mubarak farà ricorso in Cassazione contro la sentenza, riferisce l'avvocato Yasser Bahr, portavoce del collegio difensivo. "Il verdetto è zeppo di vizi legali da ogni parte", ha sottolineato. Alla domanda se ritenesse che il ricorso possa sortire esito favorevole, il legale ha subito risposto: "Vinceremo, è sicuro al milione per cento".
Anche gli avvocati delle famiglie delle vittime della rivoluzione hanno annunciato che ricorreranno contro la sentenza.
Ergastolo a Mubarak, nuove proteste
piazza Tahrir occupata dai manifestanti
IL CAIRO - Continuano al Cairo le proteste per la condanna all'ergastolo, ritenuta troppo clemente, inflitta all'ex presidente Hosni Mubarak. Centinaia di manifestanti sono rimasti a presidiare piazza Tahrir e non sembrano intenzionate ad andarsene, come testimoniano le tende tirate su nel corso della notte. La situazione è tornata alla calma, dopo gli incidenti in cui ieri sono rimaste ferite almeno 60 persone. I movimenti che si richiamano alla rivoluzione dell'anno scorso hanno indetto cortei nella capitale e in altre città, mentre in un comunicato 11 gruppi hanno chiesto al Parlamento di adottare una legge per ricelebrare il processo contro l'ex rais.
Ieri i dimostranti hanno anche attaccato e danneggiato le sedi centrali della campagna elettorale di Ahmed Shafiq a Fayyoum, a sud della capitale, e a Hurghada, sul mar Rosso. Shafiq è stato l'ultimo premier del regime di Mubarak e ora è candidato alle presidenziali: ha passato il primo round elettorale il 23 e 24 maggio e affronterà al ballottaggio Mohammed Morsi il 16 e 17 giugno. Morsi, candidato dei Fratelli musulmani, dopo l'esito del processo ha promesso che se sarà eletto farà riprocessare Mubarak, per il quale l'accusa aveva chiesto la pena di morte, e anche gli altri ex membri del regime che sono stati assolti. "L'Egitto e i suoi figli rivoluzionari continueranno la loro rivoluzione, la rivoluzione non si fermerà", ha affermato in conferenza stampa.
Poche ore dopo la lettura della sentenza, la protesta è scattata in piazza Tahrir al Cairo, dove si sono raccolte circa ventimila persone, ma anche ad Alessandria e a Suez. "Una farsa, questo processo è una farsa", "Il popolo vuole l'esecuzione degli assassini", gridava la folla. A scatenare la rabbia popolare è stata in primo luogo la mancata condanna a morte dell'ex rais, giudicato colpevole di omicidio plurimo per l'uccisione di oltre 800 dimostranti durante la rivolta che l'anno scorso rovesciò il suo regime e prosciolto per prescirzione dall'accusa di corruzione. Ma anche l'assoluzione di sei generali, i più alti rappresentanti della polizia e della sicurezza, imputati per la strage di manifestanti, e il non luogo a procedere per i due figli dell'ex presidente, Gamal e Alaa, per intervenuta prescrizione dei reati di corruzione e abuso di potere. L'ex ministro degli Interni Haimb El Adly è stato invece condannato al carcere a vita.Ieri i dimostranti hanno anche attaccato e danneggiato le sedi centrali della campagna elettorale di Ahmed Shafiq a Fayyoum, a sud della capitale, e a Hurghada, sul mar Rosso. Shafiq è stato l'ultimo premier del regime di Mubarak e ora è candidato alle presidenziali: ha passato il primo round elettorale il 23 e 24 maggio e affronterà al ballottaggio Mohammed Morsi il 16 e 17 giugno. Morsi, candidato dei Fratelli musulmani, dopo l'esito del processo ha promesso che se sarà eletto farà riprocessare Mubarak, per il quale l'accusa aveva chiesto la pena di morte, e anche gli altri ex membri del regime che sono stati assolti. "L'Egitto e i suoi figli rivoluzionari continueranno la loro rivoluzione, la rivoluzione non si fermerà", ha affermato in conferenza stampa.
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