venerdì 20 aprile 2012

AFGHANISTAN

In posa con i corpi mutilati dei kamikaze
bufera sui soldati Usa in Afghanistan

NEW YORK - Sorridendo, alcuni soldati americani appaiono accanto a corpi maciullati di insorti afghani, morti presumibilmente mentre preparavano ordigni esplosivi: sono le foto che il Los Angeles Times pubblica oggi e che con ogni probabilità inaspriranno ulteriormente i rapporti tra le forze Nato in Afghanistan e le autorità afghane. Sull'accaduto, ha detto Barack Obama, è stata già avviata un'inchiesta, mentre il segretario Usa alla Difesa Leon Panetta ha già espresso «con fermezza» la sua condanna. 
Le immagini. Il giornale, nonostante le pressioni che dice di aver avuto dalle autorità militari Usa, ha deciso di pubblicare due delle 18 foto di cui è entrato in possesso. La più scioccante mostra due soldati Usa accanto a due agenti della polizia afghana che tengono sollevate da terra per i piedi due gambe nude malamente amputate e sanguinolente. Nell'altra si vede un soldato in primo piano che sorride mentre alle sue spalle un suo compagno esamina il cadavere di un uomo che ha gli occhi sbarrati. Il Los Angeles Times scrive che nelle altre foto si possono vedere due soldati in posa che sostengono la mano di un cadavere con il dito medio sollevato, e anche una fascia con scritto Zombie Hunter (cacciatore di zombie). Il giornale scrive che si tratta di scatti del 2010 e di averli avuti da soldati della stessa 82esima divisione aviotrasportata a cui appartengono i militari ritratti nelle foto, che hanno affermato di voler così attirare l'attenzione sui problemi di sicurezza di due basi in Afghanistan. «Posare con cadaveri per fotografie per scopi diversi da quelli ufficiali rappresenta una violazione delle procedure militari», ha sottolineato un portavoce dell'esercito, George Wright.
La condanna Usa. Dura condanna da parte dell'ambasciatore Usa in Afghanistan, Ryan Crocker, e del comandante della Coalizione Nato, il generale John Allen. I militari ritratti nelle foto hanno mostrato «ignoranza e scarsa conoscenza» dei valori dell'esercito Usa, ha detto Allen. L'ambasciatore Crocker ha parlato di «azioni moralmente ripugnanti» da parte dei militari responsabili.


In genere sono i soldatacci pieni di terrore, per lo più mandati in guerra da governi tirannici che schiacciano paesi dove si muore di fame a macchiarsi delle peggiori atrocità in guerra.
Ora anche la crudeltà appiattisce la gente: non vi è più nessuna differenza tra le antiche mutilazioni che i popoli cosiddetti selvaggi infliggevano ai corpi dei nemici uccisi, e la totale mancanza di compassione nei confronti del nemico fatto prigioniero e i soldati iper-nutriti e iper-armati che mutilano, torturano, umiliano chiunque venga genericamente classificato come nemico. Una differenza c'è: le tribù cannibali che mangiavano il cervello di un nemico eliminato o infliggeva le più fantasiose torture ai prigionieri non sembra che si gloriasse dell'atrocità commessa. Persino i tedeschi della Wermacht  si lasciavano sfuggire un moto di compassione vedendo i prigionieri russi che in preda alla fame mangiavano gli elenchi telefonici trovati nelle stazioni o qualche compagno stramazzato al suolo per l'inedia. Il loro commento di fronte a spettacoli del genere era, come riporta Cursio Malaparte nel romanzo "Kaputt", "Povera gente..". Il progresso tecnologico ha creato una quantità enorme di strumenti fotografici e cinematografici, e ha fornito ai soldati dei paesi ultra-civilizzati tutti i mezzi con cui eternare le immagini delle peggiori efferatezze: pisciare sui cadaveri dei nemici caduti, fotografarne le gambe o le braccia maciullate, fare dettagliati reportage delle torture-interrogatorio.
Penso agli onori che gli Indiani d'America rendevano agli avversari più valorosi; e mi vengono in mente le parole che il Profeta in numerosi hadith pronunciava quando vedeva un guerriero dell'Islam comportarsi in maniera disumana con un nemico fatto prigioniero o caduto in battaglia. Così Muhammad si rivolse al suo luogotenente Abu-Bakr che stava legando le mani ad un prigioniero e si accingeva ad applicargli il collare che lo rendeva schiavo: "Sua madre lo ha generato senza segni che ne documentassero la schiavitù perché Allah lo ha creato libero. Chi sei tu che pensa di poter fare ciò che Allah non ha fatto?".
Saladino, dopo aver conquistato a prezzo di gravi perdite Gerusalemme, ordinò ai suoi medici di curare per primi i crociati feriti.

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