mercoledì 25 aprile 2012

SPUNTANO LE CELLULE ISLAMICHE ITALIANE LEGATE AD AL QAEDA

All'indomani di una intensa campagna di stampa dedicata alla crisi della religione cristiana e alla quale i due principali quotidiani italiani, Corriere della Sera e La Repubblica hanno dedicato articoli di più pagine, spunta il fantasma del possibile terrorismo islamico anche nel nostro paese. La circostanza ci insospettisce, anche perché, vivo Bin Laden, le notizie sulla presenza del terrorismo islamico in Italia si erano quasi tutte rivelate prive di fondamento: a Vicenza una cellula di 7 potenziali terroristi, arrestata e sottoposta al processo, erano stati tutti quanti assolti con formula piena. Tra i sospettati di terrorismo il Giornale di Vicenza aveva fatto riferimento a un fantomatico imam yemenita che si spostava di moschea in moschea per organizzare chissà quali diavolerie. Cessata la fase virulenta della psicosi anti islamica, anche perché la Lega Nord da qualche settimane ha altre grane a cui pensare, si è scoperto che il fantomatico imam yemenita nomade, una volta che ha trovato casa si è stabilito a Vicenza è l'attuale imam della moschea di Ponte Alto.
Tuttavia ci sembra opportuno dedicare al tema una approfondita attenzione: anche perché, in parallelo con le scoperte delle cellule potenzialmente terroriste, questa volta formate da italiani convertiti, in numerosissime trasmissioni culturali televisive personaggi famosissimi come protagonisti del dibattito culturale sull'Islam, diventano sempre più numerosi e, pur non prendendosela direttamente con l'Islam, insistono molto sul tema dell'esistenza di Dio: tanto per fare qualche nome citiamo Corrado Augias, Margherita Hack e il simpaticissimo Odi Freddi, tutti atei convinti (è un loro diritto esserlo) sulla base del solito argomento che non vi è nessuna prova che Dio esista. Per affrontare l'argomento delle diverse forme che assume l'islamofobia, mentre aspettiamo  che la notizia della cellula italo-islamica abbia un qualche seguito, ci dedichiamo alla campagna allarmistica scatenata sul tema della "Fine del Sacro", della presunta morte di Dio o della sua inesistenza, non senza aver dato conto del bollettino sulla cellula terroristica annidata con la sua rete nella nostra penisola



Terrorismo, fermata una cellula tutta italiana

PESARO - Un professore di lettere del liceo, tre impiegati, due operai, due vigilantes e alcuni disoccupati. È composta così la cellula terroristica, tutta italiana, scoperta ieri dalla Polizia di Stato. Si tratta di persone, convertite all´estremismo islamico, che si stavano addestrando per compiere il "martirio" in nome della Jihad. Dalle loro case di Palermo, Como, Milano, Cagliari, Brescia, Pesaro, Salerno e Cuneo, quasi ogni giorno, i dodici si scambiavano informazioni su come fabbricare bombe (utilizzando semplice materiale da cucina) per «uccidere gli impuri e i miscredenti». Almeno fino a ieri, quando la divisione nazionale anti terrorismo della Polizia di Stato (Ucigos) ha arrestato uno del gruppo (che era sul punto di fuggire in Marocco) e perquisito le case degli altri undici, sequestrando computer e altro materiale. Sono tutti indagati con l´accusa di "addestramento con finalità terroristica", ma in carcere, per il momento, è finito solo Andrea Campione, 28 anni, operaio di Pesaro. 
Il ragazzo che da tempo si fa chiamare Abdul Wahid As Siquili - sposato con una donna di origine marocchina - si era licenziato dal lavoro (una fabbrica dell´indotto del settore del mobile) perché voleva partire per "compiere la sua missione". Gli inquirenti sostengono che Campione fosse in stretto contatto con un ragazzo - anch´egli di origine marocchina - arrestato a Brescia un mese fa e accusato di aver progettato un attentato alla sinagoga di Milano. Proprio l´arresto dell´amico avrebbe convinto l´operaio marchigiano a prenotare un biglietto di sola andata per il Marocco. «Sarebbe partito a giorni. A Rabat probabilmente avrebbe finito l´addestramento per poi andare in Afghanistan a combattere», rivela Claudio Galzerano, dirigente della divisione anti terrorismo. «Questo gruppo italiano», rimarca il dirigente dell´Ucigos «ha sostenuto la causa jihadista in diverse forme: c´è anche chi si è preoccupato di tradurre i testi di al Qaeda in italiano». Durante le perquisizioni nelle varie città è stato trovato anche un video di un attentato kamikaze. L´operazione è stata denominata «Niriya», dal nickname che Campione usava sul web per acquisire e diffondere testi di natura jahidista e quaedista, e per portare avanti il progetto di terrorismo islamico insieme - ritengono gli inquirenti - con un docente di origine sarda. L´insegnante indagato è un professore quarantenne (precario) che insegna al liceo Dettori di Cagliari. Questa mattina gli agenti hanno bussato alla porta di casa sua e acquisito materiale informatico che adesso verrà analizzato.

Giuseppe Caporale





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