La Francia post rivoluzione è stata per più di due secoli un susseguirsi continuo di grandezza e miseria: tutte le sue vicende, tuttavia, sono state percorse da un vizio congenito cui si è voluto attribuire, dalle generalità del capostipite, il nome di "Bonapartismo". I francesi, insieme al loro spirito clamorosamente libertario, hanno declinato l'amore per la libertà con quello per i tiranni che volevano vivere da perenni statue equestri. Per questa sua vocazione Napoleone I ha provocato milioni di morti fino a vedere infrangere i suoi sogni di "grandeur" nei palazzi in fiamme di Mosca e poco più tardi sui campi di battaglia di Waterloo. Il sogno di grandezza, i francesi, hanno seguitato a coltivarlo anche quando Napoleone, afflitto da mille malattie, si è spento in un'isola sperduta dell'oceano Atlantico (Sant'Elena). La "Grandeur" è tornata brevemente a fiorire sventolando la bandiera delle libertà nella rivoluzione democratica del 1848: il sogno fu di breve durata e, quasi a dimostrare che i grandi eventi storici sono destinati a prodursi la prima volta come grandi tragedie, salvo a riprodursi in una dimensione rimpicciolita come spettacolo comico, sulla scena comparve presto Napoleone III, detto il "piccolo".
Successivamente la Francia ha conosciuto rare pagine di storia men che ignobile: alle decine di migliaia di fucilati della comune di Parigi fecero seguito le peggiori pagine del colonialismo di marca europea, a cominciare dalla lunga guerra di conquista e di sterminio portata avanti per quasi un secolo contro l'Algeria. Poi seguirono gli intrighi colonialistici in tandem con la Gran Bretagna, la Prima Guerra Mondiale dovuta in buona misura al desiderio di rivincita contro la Germania, che le aveva inflitto la batosta della guerra franco-prussiana. La Francia non riuscì a conquistare neppure un metro quadrato di territorio tedesco e vinse la Prima Guerra Mondiale grazie al determinante aiuto degli Stati Uniti d'America: ma ciò non le impedì di imporre alla Germania sconfitta condizioni di pace talmente umilianti da far dire al presidente americano Wilson le profetiche parole: "Con queste premesse preparatevi a combattere anche la Seconda Guerra Mondiale". Facile profezia: la dirigenza francese, mediocre quanto megalomane, impose alla Germania una occhiuta pace che trasformò i tedeschi in cani rabbiosi, che diedero a uno psicopatico criminale come Hitler l'opportunità di provocare la più sanguinosa guerra di tutti i tempi. I francesi, ancora abbacinati dalla grande vittoria, assistettero al riarmo tedesco del tutto passivi, permisero al dittatore folle di riarmarsi fino ai denti, lasciarono che il nazi-fascismo soffocasse in un mare di sangue la democrazia repubblicana di Spagna e lasciarono coltivare la propaganda criminale 'dell'action francaise', di cui teorico era stato il primo organico razzista antisemita Joseph Gobineau. Naturalmente le fanfaronate francesi che precedettero il secondo conflitto mondiale fecero si che la Francia si trovasse completamente impreparata quando le divisioni corazzate del Terzo Reich dilagarono attraverso l'Olanda e il Belgio fino ad entrare in Parigi sfilando sotto l'Arco di Trionfo. Alla Francia venne imposto un regime di occupazione militare feroce e razzista: nella Francia di Vichy, nonostante non fosse mai stata votata una legge contro gli ebrei, più della metà degli ebrei francesi vennero consegnati ai carnefici tedeschi o ammazzati in proprio dalla polizia di Petain e di Laval. In Italia, dove il regime fascista aveva adottato le leggi razziali antisemite, di ebrei ammazzati nei campi di sterminio ce ne furono poco più di 5000: nonostante gli sforzi criminali del Duce la stragrande maggioranza degli italiani rimase contraria alla ferocia genocida, e ciò sta a dimostrare che i francesi, in barba alle prediche sulla libertà e sui diritti dell'uomo, sono sempre pronti ad impegnarsi in massacri di segno razzista: si devono alla Francia i massacri consumati contro i soldati senegalesi, che pure avevano combattuto sul suolo francese contro l'occupante nazista, e sempre francesi furono gli autori della tortura di massa della guerra di sterminio condotta durante la pluridecennale lotta di indipendenza algerina.
'Il lupo perde il pelo ma non il vizio', e dopo le pagine di indubbia intelligenza politica scritte da figure di notevole livello come il generale De Gaulle e Francois Mitterrand, sono arrivati i nanetti: da Valery Giscard D'Estaigne, che non esitò ad accettare i diamanti che gli diede in regalo il sedicente imperatore centro africano, il cannibale Bokassa, fino a Jacques Chirac, che ha dovuto subire l'onta di vari processi per delitti contro la pubblica amministrazione.
Adesso è in carica Nicolas Sarkozy, oriundo ungherese, che fin'ora ha compiuto come azioni di rilievo una non trascurabile collezione di belle donne come mogli o come amanti. Ultimamente il piccolo presidente, che ha la curiosa abitudine fisica di muovere le braccia come se fossero quelle di un burattino, forse per darsi l'importanza che non ha, ha cercato di cavalcare una gloriosa avventura. Rimasto alla finestra durante le rivoluzioni arabe, si è messo alla testa della caccia a Gheddafi con metodi che hanno fatto della rivoluzione libica la più sanguinosa delle Primavere Arabe (si parla di circa 50 mila morti); poi la follia di un franco algerino che ha improvvisato una singolare caccia all'uomo di cui sono stati vittime 3 soldati francesi di origine marocchina e di religione musulmana, e 3 bambini di una scuola ebraica francese con il loro maestro: in tutto 7 vittime. Nicolas ha preso la palla al balzo e, tenuto conto che per i sondaggi per le elezioni presidenziali francesi le sue quotazioni battono pateticamente la fiacca, dopo le dichiarazioni iniziali che invocavano la pace tra le religioni e la fratellanza fra tutti i francesi di ogni origine, ha ritenuto di cogliere la grande occasione di "Grandeur" e si è messo a blaterare sui pericoli che corre la repubblica, ha arrestato qualche imam e 20 francesi di origine nord africana, ha vietato l'ingresso in Francia a 6 imam, ha deplorato il fatto di non aver potuto tener fuori dal suolo francese il pericoloso fondamentalista Tarik Ramadan, cittadino svizzero di origine egiziana attualmente professore di storia dell'Islam all'università di Oxford (dopo essere stato per anni professore di filosofia all'università di Zurigo). Nicolas deve aver sognato per più notti di essere la reincarnazione di George Bush Jr.: non ha esitato infatti a dichiarare in televisione che le stragi appena avvenute debbono considerarsi l'11 Settembre francese.
Sarkozy, in coppia con la Angela Merkel ha presentato Berlusconi come una sorta di pagliaccio all'italiana: nel merito possiamo anche essere d'accordo; e lui che è? Una sorta di pagliaccio alla francese di origine gitana?
Sugli 8 razzisti romani che hanno picchiato a sangue una signora algerina, le hanno strappato il velo e l'hanno insultata in vario modo, c'è poco da dire: in ogni epoca i fascisti si sono sempre distinti per il grande coraggio. Le loro aggressioni sono sempre opera di un minimo di 5 persone contro una persona indifesa.
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