mercoledì 11 aprile 2012

EGITTO




I lettori sanno che la maggior parte degli articoli pubblicati su questo blog sono tratti, per la grande maggioranza, da giornali che cercano, non sempre riuscendoci, di conservare una patina di neutrale obbiettività: non appartengono cioè alla diffusissima corrente di pensiero secondo la quale tutte le convulsioni che agitano il cosiddetto "occidente" (Europa, Stati Uniti e dipendenze) siano una sorta di inevitabile agitarsi, di quello che Eghel chiamava lo "spirito del mondo", mentre gli eventi storici che si muovono nei paesi "terzi" sono l'irrazionale prodotto di popoli in qualche misura refrattari alla vera civiltà.
Avviene così che le primavere arabe sono, agli occhi della grande informazione, delle convulsioni difficilmente comprensibili, che hanno in più il torto di far correre dei rischi alle paradisiache isole della parte civile del mondo: così l'articolo che precede, pur senza assumere i toni esagitati di una Oriana Fallaci o la fiera dei luoghi comuni un pò idioti spesso pubblicati sotto la firma di qualche decano del buonsenso giornalistico tipo P.L. Battista, sono percorsi da un non esplicitato rimprovero: "Cosa hanno da agitarsi questi paesi arabi? Perché mettono a rischio la pace per percorrere gridando "Allahu Akbar!", democrazia e libertà", soprattutto quando nei venerdì di preghiera si riversano nelle strade della loro città, incuranti del fuoco, dei provvidi dittatori tenuti per decenni al potere a tutela degli interessi dell'occidente? Non si rendono conto che in questo modo mettono a repentaglio, con possibili crisi di approvvigionamento petrolifero i legittimi interessi del mondo occidentale?
Purtroppo manca alla parte del mondo, in cui ci troviamo a vivere la nostra vita terrena, la consapevolezza che ormai gli europei (compresi gli statunitensi) costituiscono una esigua minoranza della popolazione mondiale e che i loro "interessi economici vitali" non rappresentano che una parte ormai minoritaria degli interessi e delle aspirazioni dell'intera popolazione mondiale. In buona sostanza l'atteggiamento della quasi totalità dei nostri mezzi di informazione è molto simile a quello del papa che dalle finestre di Piazza San Pietro,  in occasione delle festività cattoliche più importanti, manda all'intero mondo benedizioni "urdi et ordi", quasi che gli venga riconosciuto dalla maggioranza del genere umano il potere di parlare a nome di Dio. 
Confesso che, per la mia naturale tolleranza, atteggiamenti di tal genere mi suscitano un non sopprimibile senso di fastidio. Avete mai sentito una suprema autorità religiosa musulmana, e persino induista o buddista, mandare raccomandazioni etiche che debbano avere una valenza che eccede i limiti dell'umano potere: è inutile, se hanno a che fare con la civiltà per eccellenza che è quella dell'occidente, quanti sono investiti di un potere politico più o meno esteso tra gli occidentali, è sempre convinto di essere partecipe di un potere universale di governo sull'intera umanità. Forse, mentre una crisi economica e sociale provocata dalla totale mancanza di senso morale da chi detiene il potere economico-finanziario del pianeta, prima o poi gli europei dovranno convincersi che l'Europa e l'America non hanno più in pugno le sorti dell'intero mondo, e che i popoli di altri continenti hanno tutto il diritto di agitarsi e di costruire le loro "primavere" di libertà senza dover chiedere il permesso a nessuno, fuorché all'Unico Dio.

P.S: Col prossimo post correremo il rischio di andare fuori tema e parleremo della Lega Nord e delle sue imprese.

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