mercoledì 23 novembre 2011

EGITTO - 23/11/2011









Ho pubblicato, senza commenti, numerosi articoli relativi alle più recenti vicende egiziane come saggio della difficoltà che i mezzi d'informazione italiani, anche quelli che sembrano essere i più obbiettivi, creano quando si voglia avere un quadro minimamente chiaro di ciò che accade veramente. Non ci riferiamo qui a tute le espressioni che vogliono creare l'effetto "caos" in relazione alle cosiddette rivoluzioni arabe (non sono mancati titoli del genere: "L'inferno Egiziano"), quanto invece all'effetto distorsivo della tendenza occidentale a "parlare degli arabi senza parlare con gli arabi": le vicende degli arabi, come in genere quelle dei musulmani, non vanno raccontate per come avvengono, ma per come vengono interpretate.
Un esempio difficilmente imitabile è stata la puntata dell'Infedele, dedicata alla Siria e all'Egitto: Gad Lerner, in genere, occupa con le sue verbose considerazioni e con le sue interruzioni che a volte superano i confini della buona educazione, ha in questa occasione superato ogni limite, relegando in angusti spazi i discorsi che in vano i suoi ospiti siriani ed egiziani tentavano di abbozzare. L'interruzione diventava inesorabile quando l'interlocutore cercava di accennare ai "Fratelli Musulmani". Singolare è stato l'originalissimo tentativo con il quale l'ineffabile Gad ha cercato di guadagnare tempo presentando il caso della giovane egiziana residente negli Stati Uniti che si è presentata nuda e in calze nere per sostenere la causa della pace universale e della libertà: Lerner ci ha raccontato che per solidarietà con la giovane, che con le rivolte arabe centrava come i cavoli a merenda, 40 donne israeliane si sono presentate alla televisione di Tel Avivi completamente nude.
Ci pare perciò necessario fissare dei punti fermi che servono a fare chiarezza su ciò che è effettivamente avvenuto in Egitto negli ultimi 5 giorni:
I - Sono stati i Fratelli Musulmani che venerdì scorso hanno dato il via alla nuova massiccia ondata di proteste in piazza Tahrir. Migliaia di aderenti alla fratellanza islamica e di militanti del movimento di libertà e giustizia, che raccoglie i fratelli più giovani e meno disposti a compromessi, hanno marciato sulla piazza contro il tentativo dei militari di garantirsi enormi poteri nella futura carta costituzionale e nei prossimi parlamento e governo. Il motivo della mobilitazione è stato quello di impedire il minacciato rinvio delle elezioni che avranno luogo a partire dal 28 Novembre. I Fratelli Musulmani hanno egemonizzato la rivolta anche il successivo Sabato e la Domenica; mille groppuscoli più o meno rappresentativi, si sono poi aggiunti e mescolati a quella che era ormai diventata la marcia del milione e le hanno conferito un carattere sempre più violento, nel tentativo di provocare essi un rinvio delle elezioni da parte della giunta militare.
II - A questo punto i Fratelli Musulmani si sono ritirati dalla manifestazione abbandonando la piazza anche perché la giunta militare ha dichiarato di confermare le elezioni legislative e ha anzi annunciato che le elezioni presidenziali avranno luogo entro fine Giugno 2012;
III - Gli analisti più obbiettivi hanno osservato che la decisione di prendere le distanze dal generico movimento di protesta è la prova che i Fratelli Musulmani sanno di potere uscire vincitori dalle elezioni previste per la prossima settimana. La rinuncia di forzare la mano alla giunta nel timore che il voto ad essi favorevole venga annullato, è stata così dettata dal fermo proposito di far svolgere le elezioni. Che i Fratelli Musulmani siano fortemente radicati nel paese e organizzati al meglio è un dato che non può essere messo in dubbio: per decenni essi sono stati l'unica vera forza di opposizione al regime, perseguitati e vietati come partito, chiusi in galera o nei campi di concentramento insieme con i comunisti, sono tuttavia riusciti a mandare in parlamento molti deputati etichettati come "indipendenti". La Fratellanza, inoltre è stata sempre attivissima nel campo sociale, dagli ospedali alla previdenza sociale, dall'assistenza ai poveri alla difesa in giudizio dei lavoratori. I Fratelli, inoltre, sono percepiti a ragione fra i pochi politici non afflitti dalla malattia nazionale della corruzione. I pochi sondaggi elettorali che circolano danno ai Fratelli una vittoria massiccia di circa il 38% dei voti, cui va aggiunto il 12% accreditato al movimento "Libertà e Giustizia", che dice di ispirarsi ai principi del partito turco di Erdogan.
A contestare l'esposta ricostruzione sono rimasti i partiti "laici e filo-occidentali" che, ovviamente vedono come il fumo agli occhi la possibilità che l'Egitto possa essere governato democraticamente da un movimento che si definisce "Musulmano". Secondo questi campioni della democrazia occidentale, un paese arabo, per essere autenticamente democratico, dovrebbe dichiarare di non essere musulmano e soprattutto dovrebbe manifestare benevoli sentimenti di amicizia nei confronti di Israele.
Costoro assomigliano a quanti nel nostro paese pretendono che gli stranieri di religione islamica residenti in Italia accettino una piena integrazione: naturalmente facendosi battezzare in una chiesa cattolica.

Nessun commento:

Posta un commento