mercoledì 30 novembre 2011

ELEZIONI EGIZIANE: ILLUSIONI OTTICHE,MIOPIA POLITICA O MALAFEDE?



Chi ripercorra i titoli apocalittici con i quali la stragrande maggioranza dei giornali e delle televisioni italiane hanno seguito i giorni precedenti le elezioni politiche in Egitto (le prime dopo 50 anni), sarà rimasto dal fatto che molto inferiore è stato lo spazio riservato all'eccezionale evento delle interminabili file di elettori egiziani, uomini e donne, vecchi e giovani, che si sono assiepate davanti ai seggi elettorali, sobbarcandosi ore e ore di paziente attesa, in un clima di serena allegria e di tranquilla consapevolezza: vedere donne anziane di 70-80 anni mostrare con fierezza il dito macchiato di inchiostro, come segno che per la prima volta nella loro vita avevano esercitato il democratico diritto di voto in piena libertà, è stata la rappresentazione più efficace di quale livello abbia la coscienza democratica del popolo egiziano.
Invece di esaltare tale spettacolo, gli pseudo democratici nostrani si sono posti inquietanti interrogativi su quale sarebbe potuto essere la sorte dei cristiani copti se, come tutto lasciava presagire, gli "islamici" avrebbero vinto le elezioni. Poi ogni clamore è finito e gli stessi mezzi di informazione che avevano parlato "ad abundantiam" di caos, massacri, minacce di golpe militari e altri cataclismi, sono stati colpiti da una totale paralisi espressiva. Il trafiletto che abbiamo appena profilato, pubblicato dal Corriere della Sera (ma La Repubblica ha omesso anche il minimo accenno all'evento), è il solo accenno all'esito delle elezioni: i Fratelli Musulmani (i cosiddetti islamici) e i loro alleati del partito "Nur", hanno riportato la maggioranza assoluta nel primo turno elettorale che si è svolto nelle grandi città. Quasi sicuramente quando si voterà nel resto del paese  la maggioranza degli "islamici" sarà ancora più massiccia, perché durante le pluridecennali dittature che si sono succedute i Fratelli Musulmani, perseguitati, fuori legge, incarcerati e qualche volta impiccati, si dedicavano ad organizzare gratuitamente scuole, ambulatori, centri di distribuzione di viveri ai milioni di diseredati che vivevano nei villaggi.
Nel commentare la grande folla raccolta davanti ai seggi elettorali, un militante della Fratellanza Musulmana ha detto al cronista: "In Europa avete molto enfatizzato la gente che seguitava ad assieparsi a piazza Tahrir per dare l'impressione di un perdurante clima di guerra civile. Ma qui davanti ai seggi elettorali non c'è solo piazza Tahrir; c'è tutto l'Egitto!". Ci sembra perciò giusto correggere il titolo dell'articolo: non di illusione ottica si è trattato, ma di grave miopia politica e di radicata malafede.

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