mercoledì 28 marzo 2012

QUALCHE GIORNALE ITALIANO HA PUBBLICATO UNA SPLENDIDA NOTIZIA

A Srebrenica, la cittadina bosniaca nella quale si consumò il peggiore massacro per motivi etnici nell'Europa post guerra mondiale (le truppe serbe guidate dal generale Mladic sterminarono, sotto gli occhi indifferenti dei caschi blu dell'ONU, dagli 8000 ai 13000 uomini bosniaci di religione musulmana), una coppia di sposi, ai quali, se ci fosse dovrebbe essere consegnato il Nobel della Pace e del Coraggio, sono diventati genitori di un bambino a cui è stato dato il nome di Jussuf. Il padre è un musulmano di nome Ahmir, la madre, una ragazza serba, di nome Dunica di religione cristiano-ortodossa. Chi ama la pace, quella vera, che ha per fondamento la dignità, la libertà e la tolleranza non può che salutare questa notizia come una vittoria della vita sulla morte, dell'amore sull'odio. Saranno pochissimi, anche nel nostro paese, che verranno a conoscenza di un simile evento e ne gioiranno. Per un vero musulmano la notizia è invece un segno dell'Onnipotente, uno di quei segni che fa ben sperare sul futuro dell'uomo. Agli occhi dell'Altissimo l'amore coniugale è una delle cose più grate ad Allah. Nel rapporto tra coniugi non vi sono solo la misericordia, la comprensione, l'amore che c'è nel rapporto tra genitori e figli, c'è in più la possibilità di scambiarsi nel talamo "il piacere naturale".
"La donna è un rifugio per l'uomo e l'uomo è un rifugio per la donna...Le donne sono una veste per gli uomini e gli uomini sono una veste per loro" (Cor. II, 187).
Ad Ahmir, Dunica e al piccolo Jussuf, infiniti auguri e buona fortuna: "Che Allah accompagni sempre il vostro cammino. Allahu Akbar".

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