domenica 12 giugno 2011

Magiche musiche nel cuore di Fes

Pubblichiamo questo articolo e lo dedichiamo a quanti seguitano a raccontare la balla che nei paesi musulmani non vi è libertà religiosa e rispetto per le fedi altrui. Lo dedichiamo anche a quanti, pubblichi amministratori prelati alla ricerca di diplomi di ecumenismo, e qualche musulmano che pensa di conquistare la pienezza dei diritti civili in Italia facendo gli occhi dolci a chi organizza piccole "kermesse" teatrali dove, più che multiculturalismo si presenta micro folclore di marca parrocchiale.

Magiche musiche nel cuore di Fes
Quando la voce della diva della canzone brasiliana, Maria Bethania, intona le note di Maria Mater Gratiae, canto popolare dedicato alla Vergine, sotto l' arco intarsiato della Bab al Makina, nel cuore della città antica di Fes, un brivido di magia pare scuotere il pubblico: è la meraviglia dell' incontro di due civiltà, quella cristiana e quella musulmana, che troppo spesso si vorrebbero nemiche. Miracoli come questi accadono in questi giorni a Fes, la capitale culturale del Marocco e una delle città più belle dell' Africa, dove per tutta la settimana si svolge l' annuale festival della Musica sacra. L' appuntamento, diventato un classico nel calendario culturale del Marocco, porta le note di musicisti di tutto il mondo nei cortili dei palazzi antichi, delle fortezze e dei musei di Fes. Per dieci giorni, decine di gruppi e solisti si susseguono in appuntamenti grandi e piccoli. Dai sufi del Marocco ai musici-poeti dall' Iran, fino ai gruppi corali dell' America Latina, ai mistici egiziani o ai suonatori tradizionali del Rajastan, senza dimenticare gli esponenti del rap che è diventato la colonna sonora delle rivolte della Primavera araba: per gli appassionati delle musiche del mondo Fes in questi giorni si trasforma in uno scrigno pieno di suoni altrimenti difficili da ascoltare dal vivo. «Il filo d' Arianna di questa edizione - spiega il direttore del festival, Faouzi Skali - è quello dell' innovazione e della creazione». Difficile dargli torto sfogliando il programma: Skali e i suoi quest' anno hanno portato a Fes realtà locali come quella di Elena Dedda e il suo quintetto dalla Sardegna e superstar del calibro dell' americano Ben Harper, la cui miscela di rock, soul e blues avrà il compito domenica di chiudere il festival nello spazio d' onore del cortile della fortezza di Bab Al Makina. Al di là del programma musicale che cambia di anno in anno, il festival è un' occasione per scoprire le meraviglie di Fes lungo rotte spesso trascurate dal turismo di massa, concentrato lungo i vicoli più battuti della medina. In uno degli appuntamenti più affascinanti, le "Notti della Medina", i visitatori sono invitati a passeggiare attraverso alcuni dei cortili più stupefacenti e nascosti della città: a partire dalle 20 e fino alle prime ore del mattino le porte di antichi palazzi e riad si aprono per ospitare performance di diversi gruppi musicali. Il tempo di farsi catturare dai ritmi andalusi di Jesùs Corbacho nei giardini di Dar Mokri- un palazzo nobiliare oggi in decadenza - che è subito tempo di dirigersi verso l' Iran di Salar Aghili nel cortile di Dar Tazi, l' antica casa che è il quartier generale del festival, e poi via verso l' Etiopia di Alemu Aga al dar Adiyel. Palcoscenico privilegiato è quello del Museo Bathaa, a pochi metri dal labirinto di vicoli che segnano l' ingresso della città vecchia. Qui all' ombra di uno dei giardini più grandi della città, si svolge il "Forum di Fes", un incontro fra intellettuali, società civile e artisti che gli organizzatori amano definire "la Davos della spiritualità". Quest' anno lo spazio principale non poteva non essere dedicato alla Primavera araba e al futuro della regione di cui registi e filosofi europei hanno discusso con attivisti e analisti della regione. Spente le luci della conferenza, ogni pomeriggio il museo diventa anch' esso un palcoscenico musicale, in un' atmosfera intima e pacifica che fa sognare gli spettatori. Quando le ultime note finiscono ai visitatori non resta che lasciarsi alle spalle quest' oasi di pace e gettarsi di nuovo nei vicoli della medina di Fes: lo slalom fra asini, carretti, artigiani, guide turistiche restituirà a questa città magica il suo carattere più conosciuto. E renderà i momenti di straniamento regalati dalla musica sacra arrivata dai quattro angoli del mondo ancora più indimenticabili.

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