martedì 26 luglio 2011

APPROFONDIAMO QUALCHE QUESTIONE CON I CATTOLICI

Don Gianni Baget Bozzo, prete inquietante e ciarliero, consulente spirituale ufficioso del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in tandem con Giuliano Ferrara, consulente politico, hanno per parecchi anni teorizzato una prassi politica che dall'abbreviazione delle parole che la definivano è stata chiamata "teocon" (teocratici conservatori). Don Gianni, in particolare, amava ricordare che il confine tra Islam e Cattolicesimo è stato sempre un confine di sangue e che quindi, per difendere le radici cristiane dell'Europa, era assolutamente necessario bloccare l'immigrazione musulmana nel nostro continente. Quel che Don Gianni dimenticava di ricordare è che il confine di sangue fu tracciato per la prima volta con le Crociate, indette da numerosi papi e entusiasticamente eseguite dall'aristocrazia feudale europea, ansiosa di saccheggi e di massacri. Sulle Crociate, 200 anni di guerre, rapine e massacri in nome di Dio, alla prima delle quali fu per la prima volta applicata la definizione di "Guerra Santa" (altro che Jihad..) saremo costretti a ritornare, per mostrare in quale scuola si sia forgiato il fondamentalismo cristiano.
Nello stesso periodo in cui Don Gianni sparava dalla televisione di stato le sue deliranti scemenze, il cardinale di Bologna Monsignor Biffi teorizzava più o meno le stesse cose: in un'occasione egli affermò che non trovava nulla di disdicevole nel fatto che nella cattedrale di San Petronio a Bologna fosse in bella mostra un affresco medievale che raffigurava il Profeta Muhammad, squartato in vari modi da un turba di diavoli armati di spada
fiammeggiante; poiché temeva qualche attentato di fondamentalisti islamici chiese per la cattedrale una speciale protezione della polizia. Fingeva di non sapere, o forse non sapeva, che per i musulmani Gesù è spirito di bontà e di carità, Santo Profeta e inviato dell'Altissimo. Recentemente in un paese islamico a Gesù è stato dedicato il minareto più alto del mondo. Io stesso quando nomino Gesù, figlio di Maria, non dimentico mai di dire la formula "Su di lui la pace di Allah".
Monsignor Maggiolini, vescovo di Varese e quindi particolarmente attento alla predicazione del suo conterraneo Umberto Bossi, adoratore tra gli altri di Odino e delle divinità celtiche, sosteneva che con i musulmani occorreva praticare il principio di reciprocità; e visto che nei loro paesi è vietata la costruzione di chiese cattoliche, e la pratica dei culti cristiani, gli stessi comportamenti vanno tenuti con i musulmani che emigrano in Italia: niente moschee e niente preghiere. Maggiolini consigliava anche di seguire le indicazioni del cardinal Biffi: selezionare gli aspiranti immigrati in Italia e tenerne fuori accuratamente quelli di fede musulmana perché non sono in alcun modo assimilabili. I suoi preferiti erano i filippini perché cattolici. Vogliamo concludere questa carrellata di fondamentalismo cristiano anti islamico citando la dichiarazione che il solito Borghezio ha fatto a proposito delle imprese del neo templare norvegese che, dichiarandosi anti marxista, anti islamico e, soprattutto fondamentalista cristiano, ha auspicato che la Norvegia e i paesi scandinavi, seguaci dello scisma luterano contro la chiesa di Roma, dovrebbero tornare sotto il salutare dominio dei papi medievali. "Goering" Borghezio ha dichiarato nella trasmissione "La Zanzara" di Radio24: "Il 100% delle idee di Breivik sono buone, in qualche caso ottime. Esse collimano con quelle dei movimenti che in Europa oramai ovunque vincono le elezioni".
La tesi del pur stimabile giornalista Merlo, che in un articolo odierno de La Repubblica ha sostenuto che il sorriso idiota del criminale norvegese dimostra il suo stato di follia fanatica e il suo isolamento. Su questo punto Merlo ha torto e Borghezio, purtroppo ha ragione. La faccia di Breivik e il suo modo di sogghignare è simile a quello che nel secolo scorso conquistarono l'Europa e praticarono su larga scala i massacri che l'eroe di Borghezio non ha potuto eguagliare; ma di gente come lui, pronta a ripetere le imprese di Hitler ce n'è anche troppa: non solo nei paesi scandinavi ma anche in Italia. A questo punto è lecito porsi altre domande. Il brigatista rosso che spara alla nuca è un pazzo o un criminale politico? L'attentatore fascista che mette una bomba su un treno è un folle o un criminale politico? I seguaci di Al Qaeda che hanno abbattuto le Torri Gemelle sono folli o criminali politici? Nessuno ha mai avuto dubbi in proposito: si tratta di criminali politici con movente politico o religioso e scopi politici. Non si capisce perciò, leggendo molti commenti alla strage norvegese perché il massacro di quasi cento ragazzi di sinistra per mano di uno schifoso fanatico di destra che si auto definisce "fondamentalista cristiano" non debba essere inquadrato nella sua ovvia natura di delitto politico, maturato nella pseudo cultura razzista della supremazia della razza ariana, delle radici cristiane brandite come un'arma letale, dell'odio furente contro l'Europa della tolleranza, dell'integrazione e della libertà.
Se non si comprende questo e trattiamo l'orrido personaggio come un paranoico, e le sue azioni come un incidente psichiatrico dalle conseguenze particolarmente gravi, allora non comprendiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica e umana tra l'estrema destra e la società che cerca con faticoso ordine democratico amministrando l'immigrazione e la globalizzazione. Certo, Hitler era anche un pazzo; ma la pazzia che arriva al governo, scatena la guerra globale e organizza i massacri, è politica allo stato puro e va combattuta senza se e senza ma.

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