venerdì 29 luglio 2011




Egregio Dottor. Augias,
nella sua risposta alla lettrice Francesca Ribeiro, e facendo riferimento ai diritti delle donne islamiche soffocati dall'islamismo che come tutte le religioni fortemente centrate sul possesso in esclusiva della "Verità", la signoria vostra sembra ascrivere l'assassinio di sei donne musulmane (in realtà sono state tre pakistane e una marocchina nell'arco di un biennio) alla condizione di oppressione e di sottomissione che le donne islamiche vivono, nonostante il salutare soggiorno come emigranti in Europa: e specialmente in Italia dove l'articolo 19 della Costituzione sulla libertà religiosa è per i musulmani totalmente disapplicato; e non vogliamo parlare troppo a lungo dei leghisti e di Borghezio.
Poiché sono svariate centinaia le donne italiane che ogni anno vengono ammazzate nei modi più svariati dai mariti, dai fidanzati, dagli ex mariti, ex fidanzati, ex amanti e qualche volta dai fratelli, vorrei sapere da lei ai dogmi di quale religione si rifanno gli autori di tali misfatti e quale visione della donna gli ispira. Già che ci sono mi chiedo a quale principi etici si rifanno quei genitori che gioiscono e considerano una fortuna se la loro figliola, magari minorenne riesce a mandare sua figlia in un letto mercenario con un vecchio di 75 anni, ben fornito di soldi e di potere. Poiché la signoria vostra sembra ignorare completamente i contenuti della religione islamica relativi alla donna e al matrimonio ribadendo frusti luoghi comuni che confondono i principi religiosi con le cattive abitudini e i costumi barbarici che sopravvivono purtroppo ai principi religiosi veri e propri (debbo ricordarle l'omicidio per causa d'onore che sopravvissuto nel codice penale italiano, ha ispirato il bel film di Gerni "Divorzio all'italiana"), mi limito a citarle quello che il Corano, unico testo sacro dell'Islam, talmente dogmatico da affermare che "Non può esservi costrizione nella religione", scrive a proposito della donna e del matrimonio:
I - "Dio creò l'uomo e la donna da un unico corpo e dette ad essi gli stessi diritti e gli stessi doveri...Mandandoli sulla terra disse loro: "Creerete una innumerevole progenie con diverse tribù, nazioni e popoli, diversi per lingua e per colore di pelle, ma tutti e eguali davanti ai miei occhi"";
II - Il matrimonio nell'Islam è un contratto che regola l'uso della sessualità e della fecondità e anche se non appartiene agli atti di culto, esso è metà della fede: "Nessun rapporto è più gradito a Dio di quello che esiste tra i coniugi, non quello che esiste tra genitori e figli e quello tra fratelli: all'affetto e alla reciproca misericordia si aggiunge infatti la possibilità di scambiarsi nel talamo il piacere naturale. E sia allora l'uomo il vestito della donna e la donna il vestito dell'uomo";
III - Per la validità del matrimonio occorrono alcuni elementi. Secondo il Corano non può essere esercitata sugli sposi nessuna costrizione e nessuno ha il diritto di maritare gli impuberi perché per la validità del contratto si richiede sempre il consenso dei due sposi in età di ragione e capaci di intendere di volere. La pratica del matrimonio coartato dal padre o combinato per i fanciulli da chi esercita potestà su di essi non trova riconoscimento quindi ne nel Corano ne nella Sharia coranica, ma è un retaggio di costumi preislamici, diffusi soprattutto in India. I vari codi moderni fissano l'età minima matrimoniale maschile tra i sedici e i ventuno anni, mentre quella femminile oscilla tra i 15 e i 18 anni.

Non è un caso che tre  dei quattro fatti di sangue da lei ricordati abbiano avuto per vittime ragazze pakistane. Il Pakistan, infatti, ha subito molto l'influenza dei costumi dell'India dove oltre al matrimonio degli impuberi esiste il divieto per 35 milioni di donne vedove di risposarsi per motivi religiosi: per vivere le poverette sono costrette a farsi ospitare in un postribolo. Però dell'India nessuno parla mai e in compenso si inventano sciocchezze sull'Islam. Trovo comunque singolare che un giornalista colto e serio come lei, che non ha dedicato una riga a quel grande evento che sono le rivoluzioni dei giovani musulmani in tutto il nord Africa e nel Medio Oriente abbia dedicato la sua risposta alla lettrice in concomitanza con il delitto dell'anti islamico norvegese che, guarda caso, l'ha motivato sostenendo che non è possibile che l'Europa dia spazio ai musulmani, refrattari ad accettare i principi di civiltà dell'occidente. Posso garantirle, da musulmano italiano, che ho conoscenza diretta di centinaia di casi, a cominciare dalle famiglie, in cui cristiani e musulmani vivono in perfetta armonia, forse perché l'amore e la misericordia come doni di Dio sono più forti dei pregiudizi razzisti, xenofobi e barbarici. 
Alla lettrice autrice della lettera che parla del terribile caso della ragazza pakistana che ha tentato il suicidio avvelenandosi con l'acido e rovinandosi l'intestino per sottrarsi ad un matrimonio imposto dal padre, voglio raccontare una storia di cui sono stato testimone oculare. Tra due colleghi dell'ufficio in cui lavoravo, lui sposato lei nubile, esplose, come spesso capita, un'intensa passione d'amore, alimentata dall'uomo con la promessa che prima o poi avrebbe mollato la moglie. Naturalmente si trattava di una promessa di un Pulcinella e dopo tre anni la ragazza, una brillante professionista di sicuro avvenire è stata come si dice in gergo "mollata". Il prode seduttore si è vantato in giro: "Per me le donne impazziscono". Quando la ragazza l'ha saputo si è rovinata l'apparato digerente ingerendo candeggina. Chissà ai dogmi di quale religione si ispirava quell'illustre signore.
Con cordialità, firmato Dottor Domenico Buffarini.

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