martedì 19 luglio 2011

DELLA LIBIA SI PARLA TUTTI I GIORNI, DELLA SIRIA MENO...

Libia, l´ultima offerta degli Usa a Gheddafi

Gli Stati Uniti hanno deciso di stringere i tempi con Muhammar Gheddafi. Per la prima volta dall´inizio della guerra in Libia due inviati dell´amministrazione Obama hanno incontrato in Tunisia esponenti del governo di Tripoli per passare un ultimatum al Colonnello: entro pochi giorni lui e i suoi figli dovranno lasciare il potere prima che le operazioni militari americane riprendano con una forza che sino ad oggi la guerra di Libia non aveva ancora conosciuto.
L´indiscrezione, rilanciata negli Usa dalla Cnn, viene confermata in Italia da fonti libiche e italiane: «Il capo di gabinetto di Gheddafi, Bashir, e altri suoi uomini avrebbero incontrato in Tunisia nelle scorse ore l´ex ambasciatore americano a Tripoli e l´inviato della Clinton per il Medio Oriente, Jeffrey Feltman». L´incontro non viene interpretato come un atto di rinuncia, come un avvio di negoziato da parte degli Usa, ma come la consegna di un vero e proprio ultimatum a Gheddafi, per fermare la guerra prima che i danni siano ancora più pesanti a patto che il colonnello cessi ogni resistenza.
Il vertice, chiesto dai libici, è stato accordato informando i paesi alleati impegnati nell´operazione Nato, ed è stato deciso a poche ore dal vertice di Istanbul in cui l´amministrazione Obama ha varcato definitivamente il Rubicone, decidendo di riconoscere i ribelli come «unico rappresentante provvisorio del popolo libico».
Il copione prevede che gli inviati della Clinton offrano un salvacondotto finale a Gheddafi e ai suoi figli, e lavorino su tutti gli uomini ancora vicini al colonnello per convincerli che la partita è persa, ma che ancora per pochi giorni potrebbero essere coinvolti nella creazione di un comitato congiunto ribelli-gheddafiani che gestirà il paese dopo la partenza di Gheddafi.
Dal fronte bellico arrivano conferme del fatto che i ribelli rafforzano il loro controllo su Brega, il porto petrolifero fra Sirte e Bengasi. Anche con l´aiuto di «osservatori» della Nato (e con il ruolo di funzionari dell´Aise italiana), i ribelli sarebbero riusciti a circondare un´ultima sacca di resistenza dei gheddafiani. «Sono 150-200 soldati di Gheddafi», dice un Shamseddin Abdelmolah, un loro portavoce: «Noi crediamo che presto saranno costretti ad arrendersi, perché sono tagliati fuori, non hanno viveri e rifornimenti».
Ultime conferme invece nell´intervista che Abdurrahman Shalgam, ex ambasciatore di Gheddafi all´Onu, ha dato ad Al Hayat: Shalgam parla del ruolo di Tripoli nell´organizzare gli attentati terroristici di Lockerbie e contro il volo francese Uta sul Niger. Lockerbie fu «una vendetta per il bombardamento di Bab el Azizya». Sull´Uta dice: «I servizi segreti libici fecero lo esplodere perché pensavano che a bordo vi fosse un dirigente dell´opposizione, Mohammad al Megarief, ma lui non c´era».
La Repubblica, 19/07/2011, Vincenzo Nigro

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