giovedì 29 settembre 2011

CRITERI ETICI E VALORI UMANI UNIVERSALI COME BASE PER UN CONFRONTO COSTRUTTIVO E PARITETICO TRA CRISTIANESIMO E ISLAM

Nel 1998 l'assemblea generale dell'ONU annunciò in una risoluzione "la ferma decisione di promuovere e favorire il dialogo tra le culture" e dichiarò l'anno 2001 "anno del dialogo", contro i foschi presentimenti di chi prospettava un inevitabile "scontro di civiltà" tra civiltà islamica e civiltà cristiana.
Lo spunto per questa risoluzione è raggiunto dal mondo islamico e cioè dal presidente della repubblica islamica iraniana Seyed Mohammad Khatami, il quale nel suo discorso davanti alla citata assemblea generale dell'ONU aveva dichiarato: "A nome della repubblica islamica propongo che le Nazioni Unite dichiarino l'anno 2001 "anno del dialogo fra le culture nella ferma speranza che grazie ad esso possa realizzarsi la giustizia e la pace universale.
Gli avvenimenti dell'11 Settembre 2001, la guerra in Afghanistan e in Iraq e la perdurante tensione in medio oriente confermarono quanto fosse assolutamente urgente intraprendere iniziative come quella proposta. Nei giorni 8 e 9 Novembre 2001, l'assemblea generale dell'ONU si riunì nuovamente per deliberare sul tema presentando la relazione di un gruppo di esperti e i progetti in cantiere. Sotto la direzione dell'ex segretario generale dell'ONU Kofi Annan, fra cui alcune personalità del mondo islamico, venne consegnato allo stesso segretario una copia dell'edizione originale americana della loro relazione dal titolo "Crossing the Divide". Dialogue among Civilization. All'assemblea generale dell'ONU le delegazioni dei diversi stati, fra cui moltissimi stati musulmani, si pronunciarono dopo 2 giorni di dibattito a favore del dialogo tra culture condannando l'idea di un "Crash of Civilization". Il 9 Novembre l'assemblea generale promulgò una risoluzione dal titolo "Agenda Globale per il Dialogo tra le Culture". Nove articoli descrivevano dettagliatamente gli obiettivi, i principi e i soggetti di questo dialogo definito come un processo fondato sulla volontà collettiva di conoscenza, di verifica e di superamento dei pregiudizi, di ricerca di un senso più ampio dell'esistenza e dei suoi valori fondamentali attraverso una maggiore comprensione reciproca basata su criteri etici comuni e valori umani universali.
Nell'ottica della conciliazione, unica vera risposta alla spirale viziosa dell'odio e della violenza, vennero anche citati quattro criteri imprescindibili, destinati a costituire il nucleo dell'etica universale: l'ideale della non violenza, dell'amore per la verità e per la giustizia e dell'uguaglianza tra uomo e donna.
Studiosi e musulmani di varie nazionalità si sono successivamente impegnati a confrontare la dichiarazione "per un'etica mondiale delle religioni mondiali" con il messaggio del Corano. La loro netta conclusione è stata: "I contenuti della dichiarazione per un'etica mondiale sono perfettamente corrispondenti allo spirito dell'Islam e radicati nel libro sacro dei musulmani, il Corano". Così, in particolare:
I - Una cultura della non violenza e per il rispetto della vita: "Abbi rispetto per la vita; non uccidere, non infliggere torture, suplizi e sevizie". Il rispetto per la vita, per ogni forma di vita, è profondamente radicato nell'etica islamica. Il Corano dice che uccidere un uomo innocente è come uccidere l'intera umanità, e sappiamo da innumerevoli hadith quanto il Profeta amasse gli animali e la natura;
II - Una cultura della solidarietà e della giustizia del sistema economico: "Agisci in modo corretto e sincero, non rubare, non sfruttare, non corrompere". Nell'etica del Corano la giustizia è un aspetto talmente importante che solo chi agisce giustamente può considerarsi un credente in Dio: "O voi credenti! State dritti davanti a Dio come testimoni di giustizia e non vi induca l'odio contro gente empia ad agire ingiustamente. Agite con giustizia perché questa è la cosa più vicina alla misericordia. Il Corano richiede che le eccedenze di beni e denaro e tutto ciò che non è strettamente necessario venga distribuito ai poveri e ai bisognosi; e la tassa sociale della Zakat è uno dei 5 Pilastri dell'Islam;
III - Una cultura della tolleranza e dell'amore per la verità: "Parla e agisci secondo verità, non dire il falso, non ingannare, non mentire, non tramare nell'ombra". La verità (Haqq) è uno dei nomi di Dio e ha lo stesso valore della giustizia. Una società giusta non può realizzarsi senza il fondamento essenziale dell'amore per la verità;
IV - Una cultura dell'uguaglianza e della parità tra uomo e donna: "Amatevi e rispettatevi gli uni con gli altri, non commettete atti impuri, non umiliate e non calpestate la dignità dell'altro sesso. Le donne agiscano coi mariti come i mariti agiscono con loro, con gentilezza";
V - Il principio di umanità: "La dignità umana di ogni essere umano costituisce una delle enunciazioni fondamentali del Corano: Dio ha dato un valore più alto all'uomo rispetto alle altre creature, e lo ha posto sulla terra quale suo vicario. Collegata al principio di umanità è la regola della disponibilità reciproca, attestata all'intera tradizione dell'islam: "Nessuno di voi è un credente di Allah se non desidera per il suo fratello ciò che desidererebbe per se stesso".
Questi principi etici fondamentali, definiti universali dall'Islam, sono i temi intorno ai quali i musulmani che si trovano a vivere in Europa, diventando in numero sempre più alto una componente umana essenziale, sono i temi con i quali il confronto con i cattolici, e con i cristiani in genere, debbono essere portati avanti. Tutte le iniziative a sfondo folkloristico o pittoresco, senza che vi sia nulla che ricordi l'impegno prioritario che abbiamo analizzato è una pura perdita di tempo, che rischia di trasformare le iniziative di dialogo inter religioso in inutili giochi da dopo lavoro ferroviario o in partitelle di calcio tra squadrette parrocchiali.

Nessun commento:

Posta un commento