mercoledì 14 settembre 2011

DOBBIAMO TORNARE SULLA QUESTIONE DEL CIMITERO ACATTOLICO

Pochi giorni fa è morta una anziana signora di origine pakistana. Suo figlio, cittadino italiano, ha una moglie che è italiana per nascita e per origine al pari del figlio che è cittadino italiano per nascita e perché figlio di genitori italiani. L'intera famiglia è di religione islamica ed è residente a Vicenza, al pari della defunta; ma costei ha dovuto essere sepolta nel cimitero acattolico di Padova perché a Vicenza un analogo cimitero non c'è o, meglio, è chiuso da svariati decenni perché il suo principale utente, la comunità israelita, è ormai estremamente ridotta di numero e preferisce servirsi del luogo di sepoltura ebraico esistente a Verona. Abbiamo chiesto in numerose occasioni i misteriosi motivi per i quali i musulmani che hanno la ventura di morire a Vicenza non possano essere sepolti nell'esistente cimitero acattolico in disuso. Ci è stato risposto che vi si frappongono ragioni igieniche (scarsa profondità della falda acquifera) o artistiche (il cimitero acattolico vicentino di Via Fratelli Bandiera sarebbe sottoposto a vincolo della sovraintendenza ai monumenti in quanto considerato monumento nazionale; forse è per questo che il Comune di Vicenza lo tiene in condizioni pietose e invaso dalle erbacce). Abbiamo allora chiesto che un apposito spazio possa essere acquistato dalla comunità islamica vicentina e usato come terreno cimiteriale per poter seppellire i nostri morti in conformità alle usanze funerarie dettate dalla tradizione (Sunna), fermo restando l'obbligo di rispettare le norme igenico sanitarie dettate dalla legge italiana.
"Perché non vi servite degli spazi ordinari del cimitero comunale?". La nostra risposta è sempre stata molto semplice: perché il cimitero comunale di Vicenza non è affatto comunale ma cattolico a tutti gli effetti: vi si celebra periodicamente una messa cattolica in suffragio dei defunti; le tombe sono estremamente diversificate tra loro ed alcune testimoniano la modesta condizione economica del defunto mentre altre ostentano con statue e altri ornamenti marmorei la condizione di potenza della famiglia d'origine; e i musulmani hanno il torto di ritenere che almeno la morte rende gli esseri umani tutti uguali. I sunniti hanno anche la convinzione che nei luoghi in cui sono rappresentate figure umane in pietra o in altro materiale, le presenze angeliche, che rendono sacro un luogo, se ne vanno. Naturalmente questa convinzione viene considerata una anacronistica superstizione ma, guarda caso viene condivisa anche dagli ebrei e da numerose confessioni cristiane non cattoliche. A questo punto è necessario aggiungere che ai riti funebri musulmani, la tradizione sunnita assegna una particolare importanza e per questo essi vengono definiti nei dettagli.
Al momento dell'agonia si è soliti ricordare al morente la professione di fede ("Non vi è altro Dio fuorché Dio e Muhammad è il suo Messaggero"), poiché sui principi fondamentali del credo, una volta rimasto solo nella tomba  il defunto verrà sottoposto a un interrogatorio da parte degli Angeli della Morte, Munkar e Nakir. Una volta avvenuto il decesso si devono chiudere gli occhi del defunto nel caso fossero rimasti aperti, e questo su precisa indicazione del Profeta che una volta compì personalmente questa operazione affermando: "Quando l'anima abbandona il corpo, il moribondo la segue con lo sguardo. Lamentazioni funebri debbono essere composte, perché l'anima del defunto soffrirebbe nell'udire grida di dolore troppo forti e scomposte. All'anima del defunto non vanno mai rivolte suppliche o richieste di adempimenti di voto, ne, tanto meno miracoli (i musulmani non credono agli eventi miracolosi: il potere di compierli spetta solo a Dio. E' particolarmente meritorio recitare la Sura 36 del Corano, che per alcun accenni al giudizio finale e ai destini dell'uomo viene considerata il miglior viatico nel cammino nell'aldilà.
Il cadavere viene quindi sottoposto a un lavaggio completo, alla profumazione e all'avvolgimento in un sudario. La preghiera viene recitata prima dell'inumazione ed è una vera e propria preghiera, anche se non comporta i movimenti delle regolari preghiera e consiste in una recitazione in posizione eretta e a bassa voce. Il morto viene infine sepolto con il corpo poggiato sul fianco destro e il volto rivolto in direzione della Mecca. Sul luogo di sepoltura si mette una stele funeraria che indica al massimo il nome del defunto. La tomba del Profeta Muhammad è contrassegnata da una pietra collocata nella Mosche di Medina, e l'unico russo concessole è un semplice recinto di terra battuta.
Da questa esposizione si comprende come per un musulmano osservante la sepoltura in un cimitero dove abbondano le manifestazioni di russo barocco, le invocazioni a voce alta, le richieste di atti miracolosi siano in netto contrasto con la sua fede religiosa. Pochi giorni fa ci è capitato di leggere sul Giornale di Vicenza, a corredo di una foto che raffigurava un monsignore cattolico impegnato in un affettuoso colloquio con un signore che, nonostante il lunghissimo nome, cognome e prenome che lo facevano sembrare un grande califfo di qualche antica dinastia, è un semplice musulmano di cittadinanza italiana. Le dichiarazioni arbitrarie che quest'ultimo ha rilasciato al giornalista per spiegare che lui è un esponente della COREIS Veneta, e cioè dell'entità che raccoglie l'adesione dei 50 mila musulmani italiani "moderati". In uno dei pochi colloqui che ho avuto l'onore di avere con costui, egli proclamò che la convinzione secondo la quale gli angeli si allontanano dai luoghi in cui sono presenti figure dalle sembianze umane, doveva considerarsi un anacronismo ormai superato e che quindi i musulmani possono tranquillamente farsi seppellire in un cimitero cattolico. Forse per questo signore l'essere musulmani moderati è mostrare uno spirito mondano alla moda, che non esclude per altro pratiche para-magiche con i cristalli e gli amuleti secondo le mode della new age. I musulmani ligi alla "Sunna" come, forse con l'entusiasmo del neofita, ritengono di dover restare fedele alle sue regole, sono i "non-moderati" e, magari, pericolosi fondamentalisti potenzialmente estremisti.
O forse quel signore è di quelli che ritengono che l'integrazione di un musulmano nella società occidentale, specialmente in Italia, passa attraverso la quiescenza subalterna al dettato del clero cattolico meno disponibile e non invece alla rivendicazione puntuale, rigorosa e inflessibile dei diritti umani e civili che derivano dall'essere cittadini della repubblica italiana.
Per questo, ritenendo il servizio funerario un diritto civico come la distribuzione dell'acqua, della luce e del gas e come della raccolta dei rifiuti solidi e urbani, considerato il persistente silenzio della civica amministrazione sul tema, che raggiunge il massimo della maleducazione nel silenzio tombale del sindaco e dell'assessore preposto al ramo (che pure è stato difensore civico) formalizzeremo la richiesta di un luogo di sepoltura per i musulmani residenti in Vicenza con un formale atto redatto ai sensi di legge; e nel caso di rifiuto o di silenzio prolungato oltre i termini fissati, ricorreremo al giudice amministrativo (TAR), al Consiglio di Stato e in terza istanza al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. Chissà se il sindaco Variati si accorgerà dell'esistenza di una comunità islamica nella sua città quando gli arriverà sul tavolo la diffida legale in corso di preparazione.

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