mercoledì 14 settembre 2011

GRAZIE TURCHIA!


Erdogan: "Israele calpesta le leggi ma ora il mondo è cambiato e la Turchia ha scelto di reagire"

Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro turco, viene descritto da alcuni commentatori come un "Nasser" contemporaneo: pesa la sfida di Ankara a Israele dopo il congelamento dei rapporti diplomatici; si prospetta la possibilità di un confronto a causa dell´esplorazione di gas nel Mediterraneo. Allo stesso tempo, però, la Turchia accoglie i sistemi radar della Nato. Si direbbe un messaggio all´Europa e all´America: la Turchia non rompe con l´Occidente, soltanto con Israele.
Signor primo ministro, la Turchia ha sorpreso molti. Lei, cosa risponde?
«Da quando Israele ha attaccato la nave di aiuti umanitari diretta a Gaza (la Mavi Marmara, il 31 maggio 2010, ndr) abbiamo espresso la nostra posizione in modo chiaro, specificando le nostre richieste: in primis, le scuse al popolo turco e al governo; secondo, il risarcimento alle famiglie delle vittime; terzo, porre fine all´assedio inumano e illegale di Gaza. Alcuni hanno sottovalutato le nostre parole. Ma la sorpresa di cui lei parla ha due spiegazioni: innanzitutto Israele è abituata a non rendere conto dei suoi comportamenti e si considera al di sopra della legge. E poi, col tempo si è trasformata in un bambino viziato, rovinato da chi le sta intorno. Non solo pratica il terrorismo di Stato contro i palestinesi, ma si comporta con arroganza, e si meraviglia se qualcuno la richiama al rispetto degli altri e delle leggi».
La possibilità di un confronto armato è priva di fondamento?
«Israele non ammette i propri errori né i cambiamenti del mondo circostante. Non capisce che in Turchia c´è un sistema democratico, impegnato a rappresentare il popolo e a difendere la dignità. Non coglie la realtà dei cambiamenti nel mondo 

arabo, con la caduta di alcuni regimi repressivi e la presa di coscienza di popoli, che hanno levato la voce in difesa della libertà e della dignità».
Una commissione internazionale d´inchiesta dell´Onu ha sancito l´innocenza di Israele nell´aggressione alla Mavi Marmara, criticando solo l´uso eccessivo della forza.
«Questo rapporto non ha valore ed è una vergogna per chi lo ha redatto; ha legittimato l´assedio di Gaza, aprendo la porta alla legittimità dell´occupazione. È contraddittorio nelle informazioni, e in contrasto con lo statuto delle Nazioni Unite. Perciò noi ricorreremo alla giustizia internazionale».
Il suo governo ha annunciato che muoverà navi da guerra per proteggere le navi turche nelle acque territoriali del Mediterraneo orientale. Questo porta a un probabile contatto con la marina israeliana?
«È una probabilità remota. Lasci che le spieghi. Israele ha attaccato la nave in acque internazionali, ignorando le regole e le leggi vigenti. Era necessario per noi e per la comunità internazionale ricondurla alla ragione. Scortare le navi turche in acque internazionali, proteggerle da aggressioni, è un nostro diritto legittimo».
Resta la preoccupazione per i passi futuri previsti dalla Turchia in questo scenario di crisi. Cosa bisogna aspettarsi?
«Ogni piano è legato alla risposta israeliana, a quanto sia disponibile ad accettare una soluzione equa e giusta che riconosca i diritti e la dignità della Turchia. Posso soltanto dire che siamo tenuti a quattro cose: preservare la dignità e i diritti del popolo turco, che ci ha dato fiducia, ed è nostro compito non lasciare che sia corso invano il suo sangue. Far cessare l´arroganza di Israele abituata a calpestare ogni norma, legge e patto internazionale. Insistere perché siano accolte le richieste turche: busseremo alle porte degli organismi politici e diplomatici. Infine rimanere saldi nel porre fine all´assedio di Gaza perché è in contrasto con il diritto internazionale».
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha affermato che Israele desidera ripristinare e migliorare i rapporti con la Turchia. Molti mediatori sono già all´opera. Riusciranno?
«È vero, ma dopo che Israele avrà chiesto scusa e accettato le nostre condizioni. Lo abbiamo detto a tutti i mediatori, cui esprimiamo stima e rispetto. Ripeto: i leader di Israele hanno sbagliato nell´interpretare la realtà circostante, hanno perso i loro sostenitori, anche negli Usa. Quando Gates, l´ex ministro della Difesa americano e uomo dei servizi segreti afferma che Netanyahu è un pericolo per Israele, e sta spingendo il Paese verso l´isolamento internazionale, è un segnale profondo. Molti hanno taciuto. La Turchia ha scelto di reagire».



Fahmi Huwaidi, La Repubblica, 14/09/2011



Ankara lancia la corsa per la Palestina all´Onu

IL CAIRO - Acclamato come il nuovo paladino del riscatto islamico, il premier turco Recep Tayyp Erdogan è stato accolto al Cairo con grande calore. Erano qualche migliaio all´aeroporto l´altra notte con striscioni e slogan, mentre la capitale egiziana è tappezzata di manifesti giganti con il suo volto. Ieri mattina, applaudito dai ministri degli Esteri della Lega Araba – riuniti in una seduta straordinaria nel palazzo sull´angolo di Piazza Tahrir – ha pronunciato un discorso nel quale ha invitato tutti i Paesi della regione ad avviare riforme e dare risposte ai popoli che chiedono prima di tutto giustizia e democrazia. «Questo è un momento in cui si scrive la storia», ha detto con aria ispirata il premier turco.
Poi Erdogan è passato ai due argomenti più scottanti: i rapporti con Israele e l´appello ai Paesi arabi perché sostengano la richiesta palestinese di riconoscimento da parte dell´Onu il prossimo 20 settembre. «I nostri fratelli palestinesi devono avere il loro Stato, e noi dobbiamo fare in modo che la bandiera palestinese sventoli alle Nazioni Unite». La soluzione del conflitto israelo-palestinese è una «questione di umanità» perché lo "status quo" non può essere mantenuto a lungo. Per Erdogan, poi, Israele continua a prendere iniziative che minacciano «la sua stessa legittimità», tra cui l´uccisione di nove attivisti turchi a maggio 2010 e quella di cinque militari egiziani ad agosto. Il premier turco ha definito il blocco israeliano sulla Striscia «nullo e vuoto» e aggiunto che Ankara non normalizzerà le sue relazioni con Israele fino a quando non ci saranno le scuse ufficiali per le vittime dell´attacco, una compensazione per i loro familiari e la fine dell´embargo a Gaza.
Non solo parole da Erdogan, perché da ieri tre navi da guerra turche hanno lasciato le loro basi navali per incrociare nel Mediterraneo orientale con la missione di proteggere gli interessi turchi in quell´area. Ma fatto ancor più allarmante la Turchia ha sostituito un software militare destinato ai suoi caccia, navi da guerra e sottomarini che non riconosce più come "amici" aerei e imbarcazioni israeliane. Il nuovo sistema "Iff" (Identification Friend or Foe) prodotto dall´industria elettronica militare turca (Aselsan) ha sostituito il software precedente, americano, che identificava automaticamente i mezzi israeliani come amici, impedendo così di colpirli visto l´alto livello di cooperazione militare che c´era fra i due ex alleati prima della crisi. Un segnale allarmante.
Nel suo tour egiziano il premier turco ha incontrato il capo del Consiglio supremo delle forze armate, il maresciallo Tantawi e il premier Essan Sharaf con cui sono stati firmati accordi di natura economica e militare. Prossime tappe del viaggio Tunisia e Libia.



Fabio Scuto, La Repubblica, 14/09/2011

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