Litigi e contrapposizioni, anche di un certo peso, avvengono anche nelle migliori famiglie e naturalmente i musulmani residenti in Italia non vanno esenti dalla cattiva abitudine dei "bisticci di condominio". La cosa non diventa particolarmente grave a meno che non vi sia qualche giornale pronto a dare uno spazio superiore all'importanza dell'evento, come ha fatto il Giornale di Vicenza, che ha enfatizzato oltre il limite del dovuto un bisticcio che ha contrapposto alcuni fratelli marocchini ad alcuni fratelli tunisini su una questione relativa alla campagna elettorale per il referendum istituzionale svoltosi recentemente in Marocco per lodevole iniziativa di Re Muhammad VI. Naturalmente è stato particolarmente sottolineato che per sedare una lite potenziale sono intervenuti cospicui drappelli di forze dell'ordine: chi li ha mandati temeva che fuori della sede del centro culturale islamico esplodesse una sorta di guerra etnica tra musulmani marocchini e musulmani tunisini. Ho ritenuto mio dovere avvertire i malaccorti contendenti che quanto avvenuto poteva essere strumentalizzato da quanti sono sempre pronti a denunciare la naturale vocazione alla violenza degli "islamici". Le mie previsioni si sono presto dimostrate fondate, anche se solo a metà. Ad approfittare del litigio da cortile che, per altro, non ha avuto alcun drammatico esito, questa volta sono stati non già i soliti leghisti o gli anti islamici ad oltranza, ma, con la benedizione di un già più volte nominato Alto Prelato, alcuni misteriosi e comunque non conosciuti "musulmani" che si sono affrettati ad annunciare, tramite il solito Giornale di Vicenza che omette in maniera sistematica di far riferimento a eventi ben più importanti che coinvolgono la stra grande maggioranza dei musulmani vicentini, la nascita di un secondo centro islamico nella nostra città. La nascita, avvenuta in una mini sede che non poteva che raccogliere una mini folla (???), ha avuto padrini di eccezione: oltre a 3 assessori comunali e il solito Monsignore, attivissimo nel promuovere iniziative inter-religiose, un sedicente imam capo del COREIS veneto, oltre ad un paio di residenti di comunità islamiche esistenti sul territorio.
Il sedicente imam è conosciuto con il nome di Giovanni Zanolo (cito le sole generalità italiane perché quelle arabe che si è dato da solo sono troppo lunghe e complicate e assomigliano a quelle solenni che usavano i piccoli emiri che polverizzarono la grande potenza arabo spagnola di Al-Andalus e favorirono la Reconquista cattolica. Questo signore, sembra, ha sempre praticato l'Islam in quel di Milano, partecipando, sempre a suo dire alla preghiera del venerdì, nella mini moschea che, per essere usata da personaggi come lui, gode del singolare privilegio di essere dotata di un mini minareto che costituisce una sorta di attrazione turistica di tipo didattico da parte delle scolaresche milanesi e degli insegnanti di religione che, per spirito ecumenico vogliono mostrare come sono fatti i templi musulmani. Sembra che i musulmani come me che volessero praticare la preghiera in un luogo siffatto debbono prenotarsi previamente per appuntamento.
Il signora Zanolo, pur essendo vicentino di nascita e forse di residenza non è stato mai visto nel luogo di preghiera di Via della Vecchia Ferriera, neppure in occasione delle più solenni festività islamiche come il Ramadan e la festa del Sacrificio; in qualche occasione, avendo sempre a fianco il protettore cattolico dei musulmani, Monsignor Del Ferro, come relatore in qualche conferenza inter religiosa annunciata dal Giornale di Vicenza. Nessuno sa quali corsi di approfondimento religioso e giuridico abbia frequentato per guadagnarsi il titolo di Imam ne da quale comunità musulmana veneta abbia avuto conferito il titolo.
Da notare che il termine COREIS, che designa la sua organizzazione di appartenenza, è un acronimo che sta per COMUNITA' RELIGIOSA ISLAMICA, ma riecheggia maliziosamente in nome della tribù del Profeta Muhammad. Come dire che solo gli appartenenti al COREIS sono dei musulmani doc, mentre tutti gli altri musulmani pur essendo almeno il 98% dei musulmani residenti in Italia sono, a scelta, fondamentalisti, terroristi tradizionalisti reazionari e altre terminologie che richiamano gravi pericoli per l'ordine pubblico. Il concetto, del resto è stato esplicitamente espresso nella dichiarazione che il valoroso Zanolo ha rilasciato al Giornale di Vicenza,: "Il COREIS raccoglie i 50 mila musulmani italiani moderati". Peccato che nessuno sappia con esattezza dove siano nascosti i 50 mila musulmani buoni, mentre resta evidente che tutti gli altri musulmani in circolazione sono "musulmani cattivi". Chi scrive, naturalmente, è un musulmano cattivissimo tanto che è stato oggetto di particolari attenzioni da parte della Digos e il più volte richiamato monsignore si è preoccupato di raccomandare ai dirigenti della comunità islamica di Via Vecchia Ferriera di non utilizzarne il bagaglio culturale in conferenze pubbliche organizzate per conto dell'Islam.
Al mio rientro dal viaggio a Roma, dove, con somma gioia ho potuto concludere il mio Ramadan nella grande moschea di monte Antenne (trattasi della seconda moschea per dimensioni esistente in Europa, in grado di accogliere fino a 5000 fedeli nella preghiera del venerdì: costruita tra il 1988 su progetto dell'architetto Portoghesi, fu inaugurata il 25 Giugno 1995 niente di meno che dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini), ho trovato numerose sorprese del COREIS:
I - L'11 Settembre il vicepresidente nazionale della nominata organizzazione, Dottor. Giovanni Pallavicini, ha partecipato alla solenne celebrazione commemorativa dell'attentato alle Torri Gemelle: all'evento hanno presenziato il console statunitense, l'assessore comunale Ruggeri, sempre attivo quando si tratta di sponsorizzare Zanolo e company, il solito Zanolo e perfino il sindaco di Vicenza, Achille Variati, che la stragrande maggioranza dei musulmani residenti a Vicenza non ha avuto l'onore di avere come ospite o di incontrare sia pure per caso. Il Giornale di Vicenza ha presentato l'incontro come "la riappacificazione tra americani e musulmani". E qui alcune precisazioni si rendono necessarie:
A - L'attentato dell'11 Settembre non è mai stato una dichiarazione di guerra dell'Islam al popolo degli Stati Uniti, del quale oltretutto fanno parte in qualità di cittadini a pieno titolo dai 10 ai 15 milioni di musulmani. E' stato invece il criminale atto inconsulto di un ricchissimo petroliere saudita di nome Bin Laden compiuto in nome dell'Islam e preso a pretesto dal presidente degli Stati Uniti per intraprendere una sanguinosissima guerra con centinaia di migliaia di morti contro un paese islamico che retto da un dittatore feroce come Saddam Hussein, per molti aspetti creatura e strumento della politica americana in medio oriente, che tuttavia con l'attacco alle Torri non centrava niente. La guerra all'Iraq si è svolta senza il voto favorevole delle Nazioni Unite nonostante il grottesco tentativo dell'inconsapevole segretario di stato americano Colin Powell di spacciare l'iniziativa come una preventiva risposta al possesso di inesistenti armi di distruzione di massa (una fialetta di innocuo liquido esibita all'ONU) da parte di Saddam;
B - Le tensioni tra i musulmani e gli Stati Uniti d'America cesseranno quando il governo americano si deciderà a dar corso al diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato, in conformità a decine di risoluzioni dell'ONU che il governo americano ha sempre bloccato esercitando il suo diritto di veto. Sembra che lo stesso diritto verrà esercitato dal governo Obama anche il 20 Settembre quando l'autorità nazionale palestinese presenterà all'ONU formale domanda di ammissione come stato indipendente. Se ciò avverrà, quali che siano le pagliacciate di Zanolo, Pallavicini, Ruggeri e Variati non vi sarà vera pace tra mondo islamico e governi americani.
II - In un comunicato stampa del SIR (Servizio Informazione Religiosa) di Lunedì 12 Settembre 2011 si legge:
"Anche quest'anno, in occasione della giornata europea della cultura ebraica, la comunità religiosa islamica italiana COREIS ha manifestato ieri la sua vicinanza ai fratelli ebrei, partecipando alle manifestazioni che si sono svolte nelle maggiori città italiane, cogliendo così l'occasione di sostenere i propri fratelli ebrei, con i quali dialoga ormai da decenni a dimostrazione che le vere fedi uniscono nell'aspirazione comune alla pace e all'elevazione interiore. A Milano una delegazione della COREIS, guidata dal suo vicepresidente l'imam Giovanni Pallavicini, è stata ricevuta in Sinagoga dal presidente della comunità ebraica Roberto Jarach.
A Genova una delegazione della COREIS - sezione triveneto è intervenuta pubblicamente in Sinagoga. Nel pomeriggio la delegazione si è recata a visitare il cimitero ebraico di Vicenza dove era presente anche il vescovo vicentino, Mons. Beniamino Pizziol."
Ci piace immaginare che della delegazione triveneta faceva parte il sedicente imam Giovanni Zanolo, l'assessore comunale Ruggeri e, magari anche il sindaco Achille Variati.
Ci piace anche immaginare che alla delegazione facevano deferente contorno quei piccoli "topi" che vantano la presidenza di qualche comunità islamica, distintisi in un recente passato per aver proposto il sostegno elettorale al leghista Zaia e per aver usufruito del permesso ad aprire un circolo islamico a Thiene dalla sindachessa che due anni fa lo avevo rifiutato ad un'altra associazione di musulmani, forse perché non fornivano sufficienti garanzie di moderazione.
Il Dottor. Giovanni Pallavicini assomiglia molto alla rana della favola di Esopo che per sembrare più grande di quanto la natura consentiva si gonfiava forsennatamente fino a scoppiare. Pallavicini non si gonfia, fa visite e tutte le entità da lui visitate diventano comunità di suoi fratelli.
Forse perché non condivido un moderatismo che sa tanto di servilismo subalterno o di ruffianeria opportunista (non posso non pensare a Magdi Cristiano Allam, battezzato in mondo visione dal Papa e autore, lui egiziano ed ex-musulmano di un libro intitolato "Viva Israele", che gli ha fruttato un seggio come parlamentare europeo dell'UDC).
Il Pallavicini ama girovagare tra uffici vaticani, logge massoniche, sinagoghe, vantando ogni volta di rappresentare la maggiore comunità di musulmani italiani. In realtà i suoi seguaci sono quattro gatti che nessun musulmano degno di questo nome ha mai avuto il piacere di incontrare in una moschea durante il Venerdì di preghiera. E' chiaro che tutti questi sforzi da "rana gonfiatrice" sono prodotti in vista del varo del comitato che dovrebbe diventare destinatario dell'8x1000 da destinare per la religione islamica. Sforzi impropri: io mi proclamo fratello in Abramo di ebrei come Moni Ovadia, Daniel Barenboim, Amos Oz, Amos Gitai e finanche del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, assassinato da un estremista sionista perché era il primo politico israeliano che aveva seriamente intrapreso la strada della trattativa della pace. Altri ebrei di diverso orientamento come il primo ministro Netanyahu o come il ministro degli esteri Ieberman, li lascio volentieri in fratellanza a Giovanni Pallavicini mentre al sedicente imam Giovanni Zanolo lascio la compagnia di amministratori locali che, come il sindaco Achille Variati, hanno per abitudine di promettere la stessa cosa a una decina di persone diverse.
Resta da chiarire che i rapporti inter religiosi sono qualcosa di molto più serio delle recite a soggetto dove ognuno recita una parte in cui non crede affatto.
P.S: In occasione dell'operazione "Piombo Fuso" nel corso della quale l'aviazione israeliana ha ammazzato con le bombe al fosforo, sganciate su Gaza, circa 1500 persone, un terzo dei quali bambini, i musulmani non moderati come me hanno manifestato con i democratici veri di tutti il mondo a favore della popolazione palestinese. Il musulmano moderato e pochi altri moderati come lui hanno manifestato agitando pateticamente una bandiera con la stella di David per esprimere in compagnia di Giuliano Ferrara la loro solidarietà ai fratelli ebrei.
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