mercoledì 15 dicembre 2010

LA CONOSCENZA DELL'ISLAM NELL'OCCIDENTE EUROPEO

Ritratto su maiolica del Profeta Muhammad (da Sanarcanda Uzbekistan)

I primi autori greco-cristiani che vivevano nei territori musulmani del medio oriente e in Egitto, si mostrarono ben informati sulla dottrina islamica e sul Profeta Muhammad. Nell'occidente cattolico, fatta eccezione per la Spagna araba (Andalucia), non si ebbe alcun confronto di contenuti con l'Islam fino al XII secolo.
Nell'oriente diventato islamico i cristiani nestoriani, sirii e copti duramente perseguitati dai bizantini in nome del credo ortodosso di Nicea non sentirono la dominazione araba come qualcosa di oppressivo. Che i cristiani potessero essere quindi informati sulla vita e l'insegnamento del Profeta Muhammad lo dimostra la prima storia mondiale arabo-cristiana di Mahbub Ibn Qustantin (Agatio, vescovo di Ieropoli in Siria ) che narra obbiettivamente le origini dell'Islam e la vita del Profeta Muhammad. Per far capire ai suoi confratelli cristiani il motivo per cui grandi e importanti territori erano stati conquistati dai musulmani praticamente senza combattere, il vescovo si appello a uno scritto dell'imperatore bizantino Eraclio, contemporaneo del Profeta: riferendosi alla promessa biblica fatta al figlio di Ibrahim, Ismail capostipite degli arabi, l'imperatore avrebbe ordinato ai suoi luogotenenti in Egitto, Siria, Armenia e Mesopotamia di non frapporre resistenza contro i musulmani. Non è da escludere che Eraclio si riferisse a un passaggio del Vangelo di Giovanni, che riportava una profezia di Gesù: "Dopo di me verrà un "paraklitos" (compassionevole"), inviato da Dio, nel quale non solo i musulmani, ma anche molti cristiani, riconobbero il Profeta Muhammad.
Il primario della chiesa nestoriana Timoteo I ebbe persino l'onore di portare avanti per due giorni un dialogo erudito sulle differenze ideologiche tra Cristianesimo e Islam con il Califfo Al-Mahdi. Purtroppo un allievo di Timoteo conosciuto in occidente come Giovanni Damaceno, presentò l'Islam come la più recente eresia subita dal Cristianesimo, mentre nel mondo greco Muhammad fu sempre più spesso presentato come un impostore epilettico, anticristo e servitore di Satana.
In occidente l'abate di Cluny, Pietro Divenerabile dopo un viaggio in Spagna che lo convinse di poter vincere l'Islam unicamente con la forza della parola organizzò nel 1143 la prima traduzione in latino del Corano.
Furono tuttavia le crociate a portare ad un esatta conoscenza dell'Islam e del suo Profeta. L'imperatore Federico II divenne un grande ammiratore della cultura araba, mentre, in seguito al suo viaggio in Egitto, Francesco d'Assisi dissuase i crociati dalla battaglia: ad ascoltarlo fu tuttavia il sultano che convinse gli aggressori a tornare indietro. La figura di Salah-Al-Din divenne una figura rispettata anche in Europa come modello di uomo cavalleresco; mentre si esprimeva sempre maggiore ammirazione per la superiorità della cultura, della filosofia e delle scienze arabe anche se in questi sentimenti positivi non venne mai ricompreso l'Islam come religione. 
Tommaso d'Aquino conosceva l'Islam solo attraverso le opere dei grandi filosofi musulmani e credette di poter difendere i dogmi cristiani da un punto di vista strettamente filosofico senza interessarsi al Corano e al dialogo con i musulmani. Il nobile catalano Ramon Lullus, che dedico la propria vita alla conversione dei musulmani, nel corso dei suoi viaggi in nord Africa si impegnò in un dialogo non polemico nel quale si basava su documentazioni razionali e non su documenti eclesiastici.
La svalutazione e il rifiuto su tutto ciò che era arabo cominciò nel Rinascimento nonostante la creazione di cattedre di arabo e le numerose traduzioni e nonostante gli sforzi di studiosi e uomini di stato come Nicola Pusano ed Enea Silvio Piccolomini il futuro Papa Pio III.
Circa 100 anni dopo Papa Clemente VII fece bruciare il testo arabo del Corano immediatamente dopo la sua pubblicazione. Il testo era stato pubblicato a Venezia, città che all'epoca, a causa dei suoi intensi rapporti commerciali con l'impero ottomano veniva chiamata "La puttana dei Turchi". A Venezia, ineffetti, esisteva un grande albergo, chiamato significamente "Fondaco dei Turchi" ("Funduq" in arabo significa albergo). Forse dovrebbe tenerne conto il presidente leghista della regione Veneto Zaia, cui si deve il singolare proposito di inserire nello statuto della regione Veneto che le radici della regione sono esclusivamente cristiane.
Martin Lutero da parte sua si era pronunciato a favore della traduzione e della pubblicazione del Corano, ma solo perchè ognuno potesse vedere che razza di libro "maledetto" dannoso e senza speranza esso fosse, pieno di bugie e pieno di nefandezze. Lutero demonizzò i musulmani identificati con i conquistatori turchi, evidenti servitori del Diavolo in un'epoca di fine del mondo. Forse è a questa esagitata vena anti islamica che si ricollegano gli anti islamisti fanatici dell'Olanda e, il folle esaltato a caccia di notorietà che recentemente, negli USA voleva bruciare in pubblico il Corano; e questo spiega perchè i più virulenti e volgari dignettisti pseudo satirici che in Danimarca e in Svezia hanno raffigurato il Profeta Muhammad in veste di terrorista che reca una bomba al posto del turbante. Costoro, ammesso che abbiano un sia pur modesto barlume di cultura     storico-religiosa dovrebbero sapere che se un musulmano raffigurasse Gesù (la pace e la misericordia siano sopra di lui) in veste di avviatore americano che bombarda Baghdad verrebbe considerato un volgare bestemmiatore.
L'opera di un orientalista tedesco Adrian Reland (e religione mohammedica) fu la prima rappresentazione abbastanza obbiettiva dell'Islam e del suo Profeta tanto è vero che venne rapidamente inserita nell'Indice dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica. Una più sostanziale rivalutazione della religione islamica si ebbe soltanto con il fiorire dell'illuminismo in Europa occidentale. Vanno qui ricordate l'opera teatrale "Nathan" del Lessing e soprattutto "Il Diario occidentale-orientale" del grande poeta tedesco Wolfgang Goethe: una raccolta nata dall'incontro con l'opera del poeta persiano Hafiz. Non a caso il presidente in carica della Repubblica federale tedesca Yohann Wolf, nel suo discorso celebrativo del decennale della riunificazione tedesca, ha coraggiosamente affermato che grazie a Goethe l'Islam è parte dell'identità germanica, e che egli è fiero di avere 3 milioni di cittadini tedeschi di origine turca e araba e di religione islamica. Naturalmente tutta la stampa italiana ha dato scarsissimo rilievo a queste parole, mentre ha indugiato con larghi spazi alle sciocchezze di segno contrario e di impronta anti islamica della Cancelliera Angela Merkel, pronunciate quasi sicuramente per deteriore opportunismo elettorale.
Da qualche anno, infatti si assiste in Europa a un preoccupante dilatarsi di movimenti razzisti di estrema destra, che hanno sostituito i pregiudizi anti islamici a quelli che, 100 anni fa, furono alla base dell'antisemitismo contro gli ebrei. Un aspetto che sarebbe comico se non fosse tragico di questa fobia è l'affermazione del capo neonazista olandese, assurto agli onori della cronaca politica dell'anno in corso per aver portato il suo partito al 15% dei voti:  "Il Corano è un libro simile al "Mein Kampf" di Hitler". Con personaggi simili in circolazione vien da dire: povera Europa! 

Il XIX fu contrassegnato dall'espansione coloniale europea, soprattutto anglo-francese che ebbe come obiettivo non secondario la spartizione del sempre più decadente impero ottomano; con essa fiorì una sorta di moda tra l'esotico e l'erotico che vedeva nei paesi musulmani una sorta di sogno realizzato di "1001 notte" e che invogliò alla conquista avventurieri di ogni risma. In contemporanea vi fu un enorme progresso dell'orientalistica e dell'islamistica che fu il presupposto per una valutazione meno polemica dell'Islam da parte del Cristianesimo. Un decisivo progresso si delineò da diversi punti di vista:
1 - Un apprezzamento storico-critico del Profeta Muhammad attraverso l'opera di ricercatori come Aloys Sprenger;
2 - Una storia del Corano di Theodor Noldeke, rimasta fondamentale fino a oggi;
3 - Una vasta indagine della cultura islamica, dalla funzione religiosa alla mistica, al diritto e ai costumi, alla letteratura e all'arte;
4 - Un approfondimento storico-critico dell'immagine coranica di Gesù;
5 - Una storia in più volumi della teologia classica islamica , basata su un preciso studio delle ponti.
Su tutto il processo esercitò la sua influenza il fascino dell'Islam che ha finito per coinvolgere anche ebrei e cristiani. Un importante testimone di tale fascino può essere considerato Ignaz Goldziher, un intellettuale ebreo di origine ungherese che soggiorno a Damasco e Al Qairo nel 1873-74. Nel suo diario di viaggio si legge: "Io mi immedesimai così profondamente nello spirito musulmano, che mi convinsi infine interiormente di essere anche io musulmano e trovai ragionevole che questa fosse l'unica religione capace di accontentare le menti filosofiche. Il mio ideale era di innalzare l'ebraismo ad un eguale livello di razionalità. L'Islam è l'unica religione nella quale l'idolatria e i rudimenti pagani vengono eliminati non attraverso il razionalismo, bensì attraverso una dottrina ortodossa...Il mio modo di pensare era completamente dedicato all'Islam, la mia simpatia mi spingeva anche soggettivamente in tal senso. Io chiamavo il mio monoteismo "Islam" e non mentivo quando dicevo di credere alle profezie di Muhammad. I miei maestri musulmani attendevano seriamente il momento della mia conversione". 
Altri noti intellettuali europei hanno subito il fascino dell'Islam fino alla conversione. Per venire più vicino ai nostri giorni ricordiamo il francese Roger Garaudy, il quale denunciò duramente la boria e la cecità dell'occidente cristiano, e appassionandosi all'Islam del sufismo, che egli sentiva capace di portare alle civiltà l'anima di una nuova vita comune; Mulad Wilfried Hofmann, che vede nell'Islam classico sunnita una religione ideale, viva che merita di essere vissuta: "Finchè ancora si opponevano il mondo occidentale e il comunismo, l'Islam si poteva intendere come terza via, ovvero come una scelta tra queste due diverse concezioni del mondo. Oggi, tuttavia, esso si vede come un progetto alternativo per il compimento della vita in un mondo divenuto nuovamente dualista. E' evidente agli osservatori lugimiranti che l'Islam diventerà nel XXI la religione dominante in tutto il mondo. Il motivo per cui sarà così, se Dio vorrà lo spiega il titolo del mio libro: 
"L'Islam è l'alternativa". 
Prima di concludere questa introduzione generale ad un organica esposizione della dottrina e della storia dell'Islam non possiamo non sottolineare l'enorme rilevanza di un fenomeno. Molti musulmani e molti cristiani soffrono per il fatto che l'Islam e il Cristianesimo possono essere deturpati, falsificati e abusati nella vita privata di tutti i giorni e nella grande politica. Ogni volta che l'Islam e il Cristianesimo sono stati usati dai detentori del potere come strumenti politici invece che essere vissuti come "ethos" (fede) essi hanno seminato odio e violenza, hanno ispirato e legittimato l'oppressione e la guerra, invece di diffondere giustizia e umanità. Per stroncare questa grave possibilità di deformazione sarebbe sufficiente interiorizzare due insegnamenti. l'uno del  Profeta Gesù, l'altro del Profeta Muhammad:
"...Non guardare il fuscello che è nell'occhio dell'altro se prima non vedi la trave che è nel tuo..." - Gesù
"...La religione non può mai essere oggetto di costrizione..." - Muhammad 


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