venerdì 10 dicembre 2010

MUHAMMAD, "IL GLORIFICATO"

Muhammad (Abul-kasim Ibn' Abd-Allah) nacque il 20 Aprile del 570 d.C. (52° anno prima dell'Egira) nella ricca città araba della Mecca, figlio del commerciante Abd-Allah e di Amina Bint-Wahb: entrambe le stirpi dei genitori, Hasim e Zuhra appartenevano alla potente tribù dei Qurays (coreisciti), che dominava sulla città. La nascita di Muhammad cadde "nell'anno dell'elefante" così chiamato perchè in quell'anno il Re dello Yemen, Abraha, affrontò una sfortunata spedizione con elefanti contro la Mecca, da lui ritenuta pagana. Durante tale spedizione, gli elefanti di Abraha si inginocchiarono davanti al tempio del Ka'Ba che invece dovevano distruggere.
Muhammad, il cui padre morì prima della sua nascita, durante un viaggio di affari, venne affidato dal nonno paterno 'Abd-Al-Muttalib, a una baglia di nome Halima; era consuetudine che i figli degli abitanti agiati della Mecca venissero affidati a balie appartenenti a famiglie di pastori nomadi appartenenti alla tribù Bakr. Muhammad passò i suoi primi anni di vita custodendo le greggi della balia con il fratello di latte nella zona montuosa del Taif. A sei anni egli perdette anche la madre Amina mentre a otto anni morì anche il nonno: si prese allora cura del bambino uno zio Abu Talib, che lo fece partecipare, ancora adolescente, alle carovane commerciali dirette in Siria.
Muhammad ebbe così modo di conoscere il suo popolo e i pericoli della vita nomade. In occasione di una spedizione carovaniera in Siria, un monaco mestoriano di nome Bahira Muhammad predisse la missione profetica del ragazzo e consigliò lo zio di proteggerlo con cura. Muhammad divenne così guida di carovane, e imparò ad affrontare percorsi disagevoli e pericolosi con grande sicurezza. Grazie al commercio carovaniero la Mecca era un importantissimo centro di smistamento e transito tra l'Arabia meridionale e la Siria, tra la Persia e l'Egitto. Sia alla Mecca, sia durante i suoi spostamenti in carovana, Muhammad ebbe contatti con popoli di diverse religioni: ebrei, cristiani nestoriani, cristiani giacobbiti, manichei.
Come guida di carovane Muhammad si guadagnò la fiducia dei commercianti meccani e ricevette dai concittadini il soprannome di Al-Amin (il fedele). A 25 anni Muhammad, che viveva in condizioni economiche meno che modeste entrò al servizio di Habigia, vedova quarantenne di un ricco commerciante: per lei Muhammad organizzò e guidò alcune spedizioni carovaniere, diventò il suo uomo di fiducia e nel 395 la sposò. I coniugi condivisero per 25 anni un felice matrimonio d'amore dal quale nacquero 3 figli maschi morti prematuramente, e 4 figlie, Ruqayya, Zaymab, Umm Kulthum e Fatima. Muhammad e Habigia adottarono inoltre Zaid Ibn-Haritha, uno schiavo nubiano riscattato.

Quando Muhammad ebbe 35 anni venne scelto per ricollocare in un angolo della Ka'Ba la "pietra nera": un meteorite oggetto del culto popolare, che era stato rimosso a causa di una provvisoria demolizione del tempio. Era tradizione radicata che già il Profeta Ibrahim avesse collocato il meteorite in quell'angolo della Ka'Ba per fissare il punto di partenza delle processioni rituali. Da quel momento in poi Muhammad cominciò a ritirarsi per alcuni giorni all'anno, nella solitudine delle brulle pendici del Monte Hira immerso in meditazione: lo interessavano sempre più le questioni riguardanti il giudizio divino e le mancanze degli uomini.
Una notte detta "La Notte del Destino", l'ultima decade del mese di Ramadan il quarantenne Muhammad si addormentò in una caverna, dove gli apparve in sogno un Angelo recante in mano un rotolo di stoffa coperto di segni che gli comunicava la prima rivelazione di Dio. Il Messaggero gli tese la pergamena e lo incitò:
"Leggi! Muhammad rispose "Non so leggere" "Leggi! Leggi!" gli gridò di nuovo il Messaggero e gli premette la pergamena sul petto. Quando Muhammad domandò "Che cosa devo leggere?" l'Angelo disse "Leggi! Noi facemmo scendere il Corano nella Notte del Destino. Ma tu sai cos'è la Notte del Destino? La Notte del Destino vale più di mille mesi. In essa gli Angeli e lo Spirito, al comando del loro Signore, discenderanno con il Divino Decreto, che regola ogni cosa".
Muhammad si risvegliò di colpo, ma quelle parole gli erano rimaste nel cuore, lasciò la caverna e mentre indugiava ancora sulla montagna sentì una voce dal cielo che lo salutava come inviato di Allah: "Muhammad, tu sei l'Eletto di Allah e io sono Gavril" Egli scorse pure, diritto all'orizzonte un Angelo gigantesco: profondamente sconvolto da ciò che aveva visto e udito, Muhammad tornò a casa e raccontò alla moglie l'esperienza della rivelazione. Habigia fu la prima a credere alla missione del marito e cercò di confortarlo con le sue parole; ma Muhammad avrebbe voluto fuggire dal mondo e da se stesso: si ritirò allora sul Monte Hira quando trovò la pace; giunse a credere improvvisamente che Allah lo avesse abbandonato e pensò perfino al suicidio. Gavril gli parlò allora una seconda volta e gli predisse la fine dei giorni tristi dell'infanzia e della giovinezza: "Il tuo Signore non ti ha abbandonato, ne è adirato con te. Sicuramente la tua condizione futura sarà migliore di quella attuale e il tuo Signore presto ti colmerà di beni e tu sarai soddisfatto. Non ti ha forse trovato orfano e non ti ha preso sotto le sue cure?" (Cor. VIIC, 4/7).
Nei tre anni successivi alla Notte del Destino, la rivelazione di Dio rimase il segreto di pochi confidenti di Muhammad. Egli, infatti mise al corrente della rivelazione solamente la moglie e il cugino Alì, il figlio adottivo Zaid, il suo amico e futuro genero Othman, Abù Bakr, suo amico e più tardi suo suocero. Dopo un periodo di tre anni Muhammad ebbe una nuova rivelazione durante la quale si coprì il capo per rispetto: "Tu, avvolto nel mantello, alzati e ammonisci!" (Cor. LXXIV)..."Chi farà una buona azione sarà ricompensato con dieci volte tanto; ma colui che commette un'azione malvagia, ne riceverà l'equivalente e non gli sarà fatta ingiustizia. Dì: "Il mio Signore mi ha guidato sulla retta via, la retta religione, la religione di Ibrahim il giusto. Ed egli non era di quelli che associano altri dei a Dio. Dì: "La mia preghiera, il mio sacrificio, la mia vita e la mia morte sono tutte per Allah il Signore dei Mondi. Egli non ha compagni. Così mi viene comandato e io per primo mi assoggetto. Dì: "Cercherò io un Signore diverso da Allah, mentre Egli è il Signore di tutte le cose? Ed Egli anima ed è responsabile delle proprie azioni, ne alcuno che porti un peso, porterà il peso di un altro e alla fine ritornerete a vostro Signore, ed Egli vi illuminerà su tutto quanto non comprendevate. Egli è colui che vi ha creato per essere luogotenenti sulla terra e ha elevato alcuni di voi sugli altri per gradi, allo scopo di provarvi in ciò che Egli vi ha dato. In verità il tuo Signore è rapido nel perseguire; ma certamente Egli è il Sommamente Misericordioso e Clemente (Al-Rahman Wa Rahim)" (Cor. sura sesta).
Muhammad si considerò allora l'ultimo dei Profeti di Allah tra i quali spiccavano soprattutto Ibrahim, Mosè (Musha) e Gesù, un Messaggero di gioie per i credenti e un severo censore per gli increduli.

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