venerdì 17 dicembre 2010

L'ISLAM, DOTTRINA E STORIA


Capitolo I : La religione islamica prima della rivelazione di Muhammad.
In ogni semplice introduzione all'Islam si può leggere ciò che è scritto nel Corano: il primo musulmano fu Adamo, il primo uomo. Fu lui infatti il primo a sottomettersi al solo e unico Dio, così come poi si sottomisero Noè e Abramo, Mosè e tutti i Profeti fino a Gesù. Tutti loro, realizzarono già l'Islam, e cioè la sottomissione e l'abbandono alla volontà del solo e unico Dio. Gli sviluppi di questa credenza furono sempre adeguati ai diversi popoli e tempi, e quindi diversi sotto alcuni aspetti; tuttavia si trattò sempre dell'unico identico messaggio: sottomissione e abbandono a Dio.
Il Profeta Muhammad non annunciò nulla di diverso. Come ultimo dei Profeti, egli ha soltanto innalzato al suo massimo, definitivo livello questa dottrina eterna. L'Islam è quindi la sola vera, completa ed eterna religione degli uomini: la religione del principio. Non è solo il Corano, ma è anche la Bibbia a insegnare che il primo uomo credette nell'unico Dio; e questa verità, attraverso Gesù, è entrata nel Cristianesimo.
In questo nucleo essenziale della religione islamica ha un'importanza fondamentale una figura quasi certamente storica: Abramo o Ibrahim che la tradizione vuole proveniente dalla città Ur capitale dell'impero dei Sumeri e cioè di quell'area geografica che, per antichità e per l'importanza fondamentale di alcune sue innovazioni (la città, le leggi, la scrittura, l'agricoltura, l'allevamento del bestiame) viene considerata dagli storici come la civiltà umana più antica che sia esistita. Abramo ha una tale importanza per l'Islam che il Corano dopo Mosè è la figura biblica menzionata più spesso: circa 245 versetti distribuiti in 25 sure si riferiscono ad Abramo e un'intera sura è dedicata a lui.
Dal punto di vista storico l'importanza di Abramo è testimoniata dal fatto che già prima della comparsa di Muhammad come Profeta, vi fu tra gli arabi un movimento religioso monoteistico che si richiamava alla religione di Ibrahim e i cui seguaci venivano chiamati Hanif, "Coloro che cercano Dio e sono devoti a Dio".
Nelle prime sure riferibili alla fase meccana del Corano, Abramo compare soprattutto come il combattente contro l'idolatria di suo padre Adar e della sua gente, dimostrandosi così come il modello originario di portavoce della verità e di grande Profeta. Nelle successive sure del periodo medinese, compare anche Ismaele (Ismail) il quale sostiene il padre Abramo nello sforzo di costruire la Ka'Ba alla Mecca, di trasformarla in un luogo di pura adorazione monoteistica di Dio e di renderla un centro di pellegrinaggio. Dopo la costruzione della Mecca, sempre secondo il Corano, Ibrahim operò in palestina dove morì e venne sepolto ad Hevron.
Abramo, comunque, presenta tutti i caratteri dell' "Hanif" e del primo consapevole musulmano. L'immagine coranica di Abramo può essere determinata attraverso i seguenti punti fermi:
1 - Abramo è sostenitore di un monoteismo coerente ed inequivocabile, riscoperto e risvegliato dal Profeta Muhammad;
2 - Abramo è la figura archetipa di ogni rifiuto dell'idolatria che rigetta radicalmente come contraria a Dio ogni forma di venerazione o glorificazione di valori terreni o di idoli;
3 - Abramo è il modello per la salvezza e la promessa da parte dello stesso Dio della discendenza di un monoteista combattente per la fede ed è anche un interscessore per i giusti.
In tal modo Abramo è stato sin dall'inizio per i musulmani un grande Profeta dell'unico Dio. Si comprende così come la pretesa dell'Ebraismo e del Cristianesimo di essere la sola vera religione venga contestata dal Corano. Abramo non fu ne ebreo ne cristiano, bensì dopo Adamo, il musulmano per eccellenza: "Io ti farò principe del popolo" per i musulmani egli è un monoteista credente, eletto da Dio, molto prima che ci fossero la Torah ebraica e il Vangelo: i due libri sono certamente sacri, ma purtroppo, falsificati da ebrei e cristiani. L'Islam, quindi si legittima attraverso Abramo come la religione più antica e insieme più autentica, che sarebbe stata insegnata da tutti i Profeti, cui è stata rivelata come unica verità e, infine annunciata nuova e definitiva da Muhammad, il sigillo che conferma i Profeti dopo averla ricevuta direttamente da un Angelo del Dio unico e vero. Poichè i musulmani sono i più vicini ad Abramo, essi non sono gli unici suoi discendenti, ma sono tuttavia i soli adoratori autentici di Dio. A lui essi devono molto: il loro nome (Muslim), la loro fede, i loro riti della Mecca e il loro universalismo.
Sui discendenti di Abramo esiste una specifica divergenza tra musulmani ed ebrei. Secondo questi ultimi il primogenito di Abramo sarebbe stato Isacco, progenitore degli ebrei, e figlio di Sara, moglie legittima del patriarca. Ismail, sarebbe invece figlio di una schiava egiziana di nome Agar, che Abramo fecondò col permesso della moglie che era sterile. Poi, per intercessione divina Sara concepì Isacco e Abramo la scacciò insieme al piccolo Ismaele.
I musulmani hanno facile gioco nel dimostrare la infondatezza di questa pretesa. Intanto è incontestabile che Ismail, anche se è nato da Agar, ha preceduto nella nascita Isacco. In secondo luogo è la stessa Bibbia che si premura di esaltare la figura di Ismaele. Nella Genesi, Dio dice espressamente ad Agar: "Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco io lo benedico e lo renderò fecondo e molto numeroso. Dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione". Ciò è sufficiente a legittimare la convinzione musulmana che le dodici tribù di cui parla il Vecchio Testamento sono le dodici tribù rette dai principi generati da Ismaele, di cui Dio farà una grande nazione, gli arabi.
Non solo Isacco, ma anche Ismaele è presente alla sepoltura di Abramo nonostante la narrazione della Genesi che ricorda la cacciata di Agar e Ismaele nel deserto, alla fine Ismaele ricompare alla morte del padre Abramo: "Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele".

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