domenica 17 aprile 2011

A PROPOSITO DELL'ASSASSINIO DI VITTORIO ARRIGONI

Da musulmano ritengo di dover rispondere alla lettera che lo scrittore ebreo Etgar Keret ha pubblicato sul Corriere della Sera commentando l'assassinio del giovane Vittorio Arrigoni, commentando il rifiuto della madre di farne passare il feretro attraverso il territorio dello stato di Israele (titolo della lettera: "La madre ci ripensi. La nostra terra merita speranza.").
Voglio precisare che da musulmano considero l'ebreo Etgar Keret "fratello in Abramo, in Mosè, in Hismail, in Isacco, in Gesù e in Muhammad"; e anzi, colgo l'occasione per precisare all'amico Michele Serra che gli inqualificabili assassini del nostro fratello Vittorio non sono "fanatici di Allah": Allah è l'Unico Dio ed è solo la parola con cui in lingua araba si designa l'Altissimo allo stesso modo che si usa la parola God e in italiano la parola Dio. Voglio anche precisare a tutti quelli che, in assoluta malafede insistono nel chiamare islamici i musulmani e i terroristi senza cuore e senza cervello che i fedeli dell'Islam si chiamano "Muslimum" e cioè musulmani (testimoni di Dio). Mi sforzerò di elencare a Etgar Keret a quali condizioni la terra di Israele potrà meritare rispetto:
I - Quando, in concomitanza di feroci assassinii come quello che ha tolto al popolo palestinese l'entusiasmo e l'aiuto del caro Vittorio, metterà in galera i mascalzoni israeliani che hanno inneggiato alla sua morte con manifesti dal titolo: "Era ora! Ad uccidere un nemico come Arrigoni avrebbe dovuto pensarci il nostro esercito!".
Chissà, magari al gruppo Salafita qualche agente segreto ha fatto arrivare un appropriato suggerimento in tal senso: non è la prima volta che il Mossad si serve di tali metodi per eliminare i suoi "nemici";
II - Quando nessun giovane volontario sarà costretto come Vittorio Arrigoni a fare lo scudo umano per difendere qualche povero contadino palestinese dagli attacchi aerei israeliani mentre cerca di raccogliere nel suo campicello di Gaza un pò di prezzemolo e qualche ortaggio da vendere in un mercatino; o quando nessun volontario, indossando il berrettino da marinaio che usava Vittorio non dovrà rischiare la vita per fare da scudo umano a qualche misero peschereccio palestinese che cerca di pescare nel suo mare un pò di pesce per sfamare la famiglia;
III - Quando Israele si deciderà a dare applicazione alle innumerevoli deliberazioni dell'ONU, che lo richiamano all'obbligo di non frapporre più ostacoli alla nascita di uno stato palestinese, che abbia confini certi e non tracciati da un muro di cemento che serve come strumento per divorare boccone dietro boccone i territori della Cisgiordania con le cosiddette "colonie";
IV - Quando le suddette "colonie" smetteranno di crescere tagliando le piantagioni di limoni e di arance, gli alberi di ulivo e le coltivazioni di fiori dei palestinesi, tagliando alberi e fonti d'acqua per alimentare in una terra arida piscine per le loro ville;
V - Quando Israele la smetterà di recitare la parte di povero agnellino indifeso (due aerei e quattro carri armati a testa e qualche centinaio di bombe atomiche) circondato da "lupi assetati di sangue", desiderosi solo di sbranarlo. E' ora che Israele la smetta di usare come arma propagandistica la tragedia della Shoah di cui fu responsabile l'Europa e non certo i popoli arabi, presso i quali gli ebrei hanno nei secoli dei pogrom cristiani rifugio, rispetto e libertà religiosa;
VI - Quando abrogheranno nel loro sistema legislativo tutte le norme che in qualche misura discriminano i suoi cittadini arabi e riconoscano il diritto dei profughi di tornare nelle case da cui furono espulsi a colpi di bombe a mano e a raffiche di mitra dai terroristi dell'Irgun e della brigata Stern;
VII - Quando gli israeliani ricorderanno che i primi fondatori illuminati del movimento sionista auspicarono nel loro congresso di Basilea di costituire un "focolare ebraico" in Palestina, affianco dei popoli arabi che vi abitavano da millenni. Questo programma fu rinnegato di fatto quando Ben Gurion e Golda Meyr decisero che era l'intera Palestina che doveva diventare il "focolare ebraico", "Perché non esisteva nessun popolo arabo palestinese". Tale programma fu poi coerentemente perseguito dagli ex terroristi Begin, Shamir e Sharon; ma è testimoniato dalla stessa bandiera israeliana che reca la stella di David al centro di una striscia bianca delimitata da due strisce azzurre (lo sa Etgar Keret che le due strisce simboleggiano il Mar Mediterraneo e il Giordano?).
Prima di allora Israele rappresenterà per l'intero mondo arabo e per i musulmani di tutto il mondo una sanguinante ferita, destinata a riaprirsi più dolorosa che mai quando viene ucciso un giovane come Vittorio Arrigoni ed ogni volta che un'operazione denominata "Piombo fuso" ammazzerà con le bombe al fosforo migliaia di innocenti. I musulmani cercano di essere rispettosi di quanto detta il Corano a proposito di guerra:
"Combatti contro gli aggressori e cerca di distruggerli. Ma se essi preferiscono la pace, anche voi preferitela!". Questo dettato ci sembra quello più coerente con le parole che Vittorio usava per firmare i suoi articoli:
"Siamo umani".
A proposito dei suoi assassini che infangano il nome dell'Islam è bene che sappiano quali che siano i loro sedicenti "maestri" che l'Altissimo, in nome della giustizia e della misericordia offese, riserva ad essi una punizione umiliante e dolorosa. E Dio è il più Grande.

2 commenti:

  1. Ottimo articolo. Sono d'accordo con tutto quello che ha scritto, compreso il possibile "complotto" mirato dietro l'uccisione di Arrigoni. La sanguinosa questione che coinvolge queste due culture va avanti ormai da tantissimo tempo. E' vita questa?? Mi chiedo sempre se anche il popolo ebraico non avesse tratto maggiori vantaggi da una pacifica convivenza con il popolo palestinese anzichè impegnarsi in una guerra quotidiana. E poi...e poi ci rimettono quasi sempre i civili stremati da condizioni di vita estreme. Poco tempo fa ho visto un film molto bello: "Il Giardino dei Limoni", meno esplicitamente politico, piuttosto uno sguardo alla vita odierna di una donna palestinese e della sua coltivazione di limoni, la sua vita dunque, al confine con la casa di un esponente di rilievo della politica sionista.
    Attenzione però anche a generalizzare. Io sono convinto che così come islam non debba essere confuso con gli estremisti, anche per quanto riguarda gli ebrei valga la stessa cosa. A proposito vorrei sapere cosa pensa di questi ebrei che criticano pubblicamente la politica sionista... Le lascio i link su youtube: (http://www.youtube.com/watch?v=iYpHzl_XPsA&feature=player_embedded#at=16 http://www.youtube.com/watch?v=U5Fwed61wVg&feature=player_embedded)

    A presto. Alessandro.

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  2. Sono perfettamente d'accordo con te. Perché per me musulmano, gli ebrei sono fratelli in Abramo e che il sionismo sta all'ebraismo come il nazionalismo sta al patriotismo.
    As-salamu 'Alaykum.

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