domenica 23 gennaio 2011

STORIA DELL'ISLAM: I MONGOLI

Nell'epoca della dissoluzione del sultanato seggiucchide, gli ultimi abbasidi tentarono di fondare almeno un regno regionale. Nel corso degli scontri con i seggiucchidi un califfo venne giustiziato, il suo successore venne cacciato dal trono e il terzo assassinato. Tuttavia a un energico Wazir riuscì di erigere un piccolo regno grande all'incirca come l'attuale Iraq. Il califfo che vi regnò a lungo, An Nasir Li-Lin Allah (1180-1225) fu in grado, con l'aiuto delle leghe Fwtuwa ascetiche e combattenti, leghe maschili cittadine di cavalieri provenienti dagli strati sociali più bassi, dapprima di fondare una dinastia e poi di integrare nel suo regno anche dinastie locali, dall'Afghanistan fino all'Asia minore.
Prima della morte di An Nasir comparvero alle frontiere i mongoli, che sottomisero in pochi anni l'Iran dove provocarono oltre mezzo milione di vittime e nel 1258 furono alle porte di Baghdad. Quando il califfo Al-Mustasim non reagì all'intimazione di capitolare, il capo mongolo Hulago fece assaltare la città e entrò a cavallo del palazzo fin sotto il trono dell'ultimo califfo che venne ucciso avvolto dentro un tappeto. L'intera popolazione della città venne massacrata, dovunque l'onda mongola si dirigesse lasciava dietro di se innumerevoli morti, città distrutte e sistemi di irrigazione millenari, fondamentali per l'agricoltura, distrutti e abbandonati. Dovunque venne arrestato uno sviluppo economico, sociale, culturale e religioso che per molti secoli e per molte generazioni era stato incoraggiato. L'Iraq venne praticamente ridotto a un deserto. Una vera e propria catastrofe.
Per la prima volta vaste regioni centrali dell'Islam finirono sotto un dominio non islamico. Al tempo stesso l'invasione mongola sospinse avanti molte popolazioni turche verso l'Asia occidentale, fino all'Anatolia. Solo col tempo i mongoli dell'Iran, sotto la dinastia degli Ilkhanili adottarono la religione dei sudditi musulmani e diffusero l'Islam sunnita anche verso l'Asia centrale: l'Orda d'Oro che si estese fino a tutta la Russia si convertì da se all'Islam. Le missioni cristiane operanti nell'Asia centrale subirono un definitivo tracollo; ma col tempo le potenze europee e quelle islamiche concorrenti raggiunsero un risultato: dall'Europa fino all'estremo oriente si svilupparono fitti contatti commerciali e culturali, garantiti per due secoli dalla pax mongolica.
I modi e le strutture del potere subirono ovviamente delle profonde modifiche:

1 - Al posto delle precedenti classi della burocrazia e dei proprietari terrieri, che avevano controllato l'impero islamico si impadronirono del potere elite nomadi, schiavi militari e signori della guerra locali, poco interessati ad un lavoro comune con un governo centrale;

2 - La genealogia, tradizionalmente molto considerata e sulla cui base fino ad allora la maggior parte dei sovrani islamici aveva tentato di far risalire la propria origine al profeta Muhammad, perse importanza. I nuovi sultani erano perlopiù non arabi anche se cercavano comunque di legittimarsi sulla base della religione islamica;

3 - Al posto degli arabi e poi dei persiani, furono soprattutto i turchi ad influenzare come gruppo etnico la società islamica e la religione. Il centro della cultura islamica si spostò dall'Iraq in macerie verso occidente, da Baghdad a Damasco e al Cairo e in seguito a Instanbul;

4 - Al posto dell'unico regno islamico come istituzione politico rimase lo spazio culturale islamico: uno spazio immenso privo di un'autorità politica religiosa unitaria, anche se restarono caratteristiche alcune forme di religione o organizzazioni sacrali simili. Solo all'inizio del XVI secolo si formeranno tre grandi regni islamici: i Mogul in India, i Safawidi in Iran e gli Osmani o Ottomani in tutto il medio oriente;

5 - Al posto del precedente regime sacrale sotto un sostituto di Dio, determinante religiosamente e politicamente subentrò sempre di più una divisione tra stato ed elite o istituzioni religiose, gli Ulema e i Sufi.

Questo significa che chiunque fosse politicamente al potere e governasse lo stato, religiosamente, eticamente e giuridicamente i fedeli non guardavano più per orientarsi ai califfi e ai sultani ma piuttosto agli esperti di religione (Ulema) e ai mistici Sufi e alle loro comunità religiose.

Fu alla fine del XII secolo che il capo mongolo detto Gengis Khan (1167-1227), ossia "l'imperatore universale" unì sotto una sola bandiera i clan nomadi turchi e i mongoli delle regioni dell'Altai e del lago Baikal. Egli lanciò i suoi guerrieri alla conquista del mondo e cioè nella Cina del nord, dell'Asia e il nordest della Persia. Alla sua morte, nel 1227, l'impero di Gengis Khan si estendeva dal mar della Cina fino al mar Caspio. La storiografia ha spesso messo l'accento sugli aspetti devastatori delle campagne mongole; e tuttavia questa grande rottura è all'origine di mutazioni che cambiarono la carte politica dell'Asia nel XIII secolo e aprirono la strada a un Islam rinnovato, investito dalle nuove civiltà sbocciate sotto l'egida dei mongoli e dei turchi.
Tale elemento basta a togliere fondamento alla tesi tanto cara ai moderni islamofobi di un Islam praticamente immobile dall'anno 1000: in realtà anche dopo il predominio arabo sull'Islam, la realtà musulmana ha seguitato ad espandersi e a creare sempre nuovi contributi alla storia della civiltà.
Tra gli stati nati dalla conquista mongola, il Khanato dell'Orda d'Oro mostrò rapidamente la sua indipendenza. Situato tra il Danubio e l'Irtiysh esso distava circa 4000 km dal cuore dell'impero mongolo (Kharakorum) nella mongolia e in seguito a Pechino in Cina. Secondo la tradizione che imponeva che il figlio maggiore ricevesse le terre più lontane del patrimonio paterno, Gengis Khan concesse al primogenito Djoci l'appannaggio di tutti i territori conquistati ad est del fiume Irtiysh: quindi l'Orda d'Oro diventò l'ala occidentale dell'impero mongolo. La totalità dei suoi territori fu acquisita in due serie di campagne militari: la prima, durante l'epoca di Gengis Khan fu condotta dallo stesso Djoci (1185-1227); la seconda al tempo del suo successore Ogodai (1186-1241) da Batù figlio di Djoci.
Dal regno di Batù l'Orda d'Oro raggiunse la sua massima espansione, conquistando la Bulgaria, la Crimea, il Caucaso, i principati russi, la valle del Volga, la Siberia meridionale fino al Irtiysh e le steppe occidentali dal Khazakistan. All'epoca di Batù, inoltre, il cuore dello stato si trasferì definitivamente verso la valle del Volga, che divenne la terra prediletta della dinastia dominante, mentre i restanti territori vennero ripartiti tra gli uomini della famiglia regnante. Il sovrano, chiamato Khan, non era considerato detentore del potere assoluto ma piuttosto come un primus inter pares. Nonostante un autorità spezzettata e una presenza intermittente del rappresentante del potere in alcune regioni, l'influenza dei Khan continuò a pesare fino alla seconda metà del XV secolo. La Khoresmia e il Caucaso, inoltre, due regioni molto ambite per la loro strategica posizione commerciale, furono contese dagli stati mongoli vicini per essere definitivamente perdute agli inizi del XV secolo.
I Khan che si consideravano la'avanguardia europea dell'impero, imposero rapidamente le proprie mire politiche. Intorno al 1250 scelsero l'Islam, facendo dell'Orda d'Oro il primo stato musulmano dell'impero mongolo. L'organizzazione amministrativa si basò su una cancelleria di lingua turca, riprendendo pratiche molto antiche di origine Uiguri e acquisendo una posizione originale di fronte a tutti gli altri poteri del mondo musulmano, che prediligevano il persiano e l'arabo. Lo stato così formato conobbe una longevità considerevole (quasi tre secoli), soprattutto paragonandolo alle altre organizzazione statali dell'impero mongolo: i sovrani Ilkhanidi di Persia scomparvero nella prima metà del XIV secolo, i Gran Khan, fondatori della dinastia Yuan della Cina, furono allontanati dal trono nel 1368 e i Chagatai si sottomisero all'autorità di Tamerlano in Asia centrale all'inizio del XV secolo.
Nonostante periodi di gravi disordini politici, in particolare nella seconda metà del XIV secolo, quando la classe dirigente fu decimata dalla peste nera, i Khan dell'Orda d'Oro beneficiarono di una certa stabilità politica: il lignaggio discendente da Batù rimase al potere fino al 1360; un altro ramo dinastico, risalente a Tuqay Timur, figlio di Djoci, gli succedette alla fine del XIV secolo e restò al potere per più di cento anni. Questa relativa stabilità permise ai Khan di condurre progetti politici ed economici di lunga durata. Essi dimostrarono la stessa perseveranza negli affari esteri, nutrendo relazioni diplomatiche con i sultani malelucchi dell'Egitto e della Siria per più di 200 anni. I Khan furono particolarmente attenti allo sviluppo del commercio e dell'artigianato favorendo l'emergere di una cultura originale che associava l'arte e le competenze di artigiani slavi, persiani, turchi e persino italiani.
Benchè nomadi i Khan incoraggiarono l'insediamento dei sedentari e l'urbanizzazione della zona centrale dello stato. In quest'ottica presero accordi con i genovesi e i veneziani per la creazione di città mercantili in Crimea e con il sultananto dell'Egitto della Siria, cui l'Orda d'Oro fornì guerrieri d'elite, i famosi malelucchi. Infine favorirono la libera circolazione dei mercanti, dei corrieri di posta a cavallo e degli ambasciatori e si presentarono come protettori dei letterati e degli uomini di religione.
L'Orda d'Oro non fu un conglomerato di tribù, ne un'insieme di città e borghi, e neppure un complesso di territori sotto l'autorità di un capo. Fu uno stato che si sviluppò nel corso di tre secoli e di cui sono stati ritrovati alcuni atti ufficiali, testimonianza del suo ruolo attivo nel mondo e della sua capacità di padroneggiare le culture turco mongola e islamica. Tuttavia, anche se si evidenziano elementi di continuità nelle politiche dei Khan, lo stato conobbe durante i suoi tre secoli di storia cambiamenti notevoli.
L'Orda d'Oro nel XIII secolo, con la sua struttura amministrativa ereditata dal regno turco di Bulgar, situato a nord del Volga, e la sua elite ancora impregnata delle tradizioni nomadi mongole fu molto diversa dall'Orda d'Oro del XIV secolo, turchizzata e islamizzata, con un'economia prospera, sostenuta da una rete di città lungo la valle del Volga e sulle antiche vie della seta che attraversavano le steppe verso il Caspio, fino al mar Nero e ai suoi sbocchi bizantini, italiani ed egiziani: un'Orda d'Oro potente, indipendente dagli altri stati mongoli dove la corte dei Khan diventò un polo culturale per letterati, dotti e religiosi di tutto il mondo musulmano.
Questo stato dominatore fiorente è difficilmente comparabile all'Orda d'Oro del XV o XVI secolo, quando il potere dei sovrani si restrinse intorno a qualche città in Crimea e alle estremità della valle del Volga. Le relazioni con il sultanato malelucco non furono più attestate nelle fonti e l'attività diplomatica si limitò agli scambi con gli stati vicini (impero ottomano, principato di Mosca, gran ducato di Polonia e Lituania). L'elite militare, i letterati e i giuristi musulmani fuggirono definitivamente dalla corte dei Khan e i mercanti abbandonarono le vie tradizionali di scambio divenute impraticabili. Nelle fonti slave si trovano menzioni sparse di un'esistenza di un certo "Zar dell'Orda" fino al 1550, epoca durante la quale Ivan IV il terribile conquistò le due più importanti città del Volga, Khazan (1552) e Astrakan (1556). Da allora l'Orda d'Oro cesso di esistere.


1 commento:

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    Tappeti Indiani Seta

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