Dopo la presa di Costantinopoli da parte di Mehmed II, che si considerava anche successore dell'imperatore bizantino, di cui adotto numerosi costumi, la forza espansiva degli ottomani non ebbe più limiti. Il XVI secolo conobbe una nuova espansione molto aggressiva. Il sultano venne glorificato come principe della guerra, califfo e conquistatore imperiale. Sotto la consolidata dinastia del sultano nacque uno stato militare amministrativo organizzato razionalmente e in modo centralizzato, in tutto simile ai grandi stati europei del momento (Spagna, Francia e Inghilterra). Al vertice del potere esecutivo (governo del sultano) vi era un gran Visir e i singoli ministri cioè i Visir. Il regno degli ottomani diventò una potenza in grado di contendere alla pari con le grandi potenze europee: il suo nucleo era un esercito dotato di una artiglieria modernizzata e della fanteria scelta dei Giannizzeri mentre l'Islam sunnita era religione di stato.
Il sultano Serin I (1512-1520) fu il vero fondatore dell'impero che conquistò il dominio marittimo sul mediterraneo orientale, l'Azerbaijan, la Mesopotamia del nord, la Siria e l'Egitto. I Mamelucchi, dominatori militari della Siria e dell'Egitto e allungo baluardo politico religioso e culturale contro i mongoli dovettero cedere di fronte agli ottomani perchè privi di artiglieria. Nei decenni successivi la supremazia ottomana si estese anche in Arabia, nelle città sante della Mecca e di Medina, nello Yemen e negli stati del nord Africa fino al Marocco: un potente regno esteso dall'Iran al mediterraneo occidentale e dall'Ucraina allo Yemen. Dopo la caduta dell'ultimo califfo mamelucco al Cairo nel 1517 il titolo di califfo per il sultano ottomano, già rivendicato in precedenza, non fu più contestato. Ora il sultano incarnava non solo l'autorità patrimoniale ottomana e quella islamica come protettore dei luoghi santi, ma anche l'autorità imperiale, che si fondava su una cultura cosmopolita formata da elementi arabi, persiani, bizantini ed europei. I Turchi con i loro governatori e le loro truppe presenti ovunque erano subentrati agli arabi come popolo privilegiato dell'Islam, mentre i popoli dei Balcani non ebbero più alcuna possibilità di ricoprire ruoli politici autonomi nei secoli successivi.
L'unico figlio del sultano Serin, Suleyman il Magnifico (1520-1566) consolidò lo stato al suo interno, riorganizzò l'esercito e costruì sontuose moschee: una di esse, costruita a Istanbul, viene considerata la più bella opera architettonica di tutti i tempi, con la sua cupola traforata da grandi vetrate luminose che lasciano piovere il Sole nell'ordine geometricamente perfetto delle colonne, quasi a simboleggiare l'essenza dell'Islam, che è insieme Luce di Dio e Forza della Ragione.Suleyman estese il regno verso Baghdad, Bassora e il Bahrein alleatosi con la Francia cristiana, marciò contro l'imperatore cristiano Carlo V, giungendo persino, dopo l'occupazione del regno di Ungheria in seguito alla battaglia di Mohacs del 1526, ad assediare Vienna,capitale del ragno Asburgico, nel 1529. Suleyman morì nel 1566 durante l'ennesima campagna per conquistare l'intera Ungheria; pochi anni prima di morire adottò come legge regolatrice del diritto civile il Codex Iustinianeus, e cioè il diritto romano. Il suo successore, Murad III non fu all'altezza del padre, anche se riuscì a conquistare l'isola di Cipro, sottraendola al dominio dei veneziani. Nel 1571, la flotta ottomana fu sconfitta nella battaglia di Lepanto contro un'alleanza cristiana formata da Venezia, Asburgo e Papato; ma il sultano commentò beffardo: "A Lepanto i cristiani mi hanno tagliato qualche pelo di barba, ora io gli taglierò qualche mano e procedette così alla conquista del Peloponneso e della Grecia fino al confine albanese. Gli fallì invece il tentativo di conquistare l'isola di Malta eroicamente difesa dai cavalieri che da essa prendevano il nome.
Se il XVI secolo era stato il secolo dell'espansione, il XVII fu quello della difesa. Un secondo assedio di Vienna nel 1683 terminò di nuovo con un fallimento, e cioè con la sconfitta di Kahlenberg. L'avanzata dei Turchi era stata definitivamente arrestata: l'impero ottomano aveva esteso eccessivamente la propria forza, commettendo così un errore comune a tutti gli imperi di dimensione mondiale. Il sultano riuscì sempre meno a mantenere la disciplina nel suo grande esercito e soprattutto trovò sempre più difficile finanziarlo. In tal modo il XVIII secolo fu il secolo dei "contraccolpi" anche perchè al posto degli imperatori romano-germanici ora era lo zar russo il nemico principale degli ottomani. Maometto IV dovette piegarsi a Vienna con la pace di Carlowiz (1699). Dopo alcuni tentativi di riconquistare le posizioni perdute, la pace di Passarowitz costrinse gli ottomani a cedere parte della Serbia e della Moldavia. Nel corso del XIX secolo l'impero ottomano dovette lottare contro le tendenze autonomiste e indipendentiste sorte nel suo ambito che portarono all'indipendenza della Grecia, della Serbia, della Romania e della Bulgaria e da massima potenza mondiale si ridusse ad essere considerato "Il Grande Malato" di cui le potenze europee erano ben ansiose di spartirsi le spoglie. Nel 1842 i francesi partirono alla conquista dell'Algeria e più tardi della Tunisia; persino l'Italia gli dichiarò guerra nel 1911 e gli sottrasse il dominio di Libia e le isole greche del Dodecanneso. Estremamente disastrose furono le guerre contro i popoli balcanici (1912-1913) e, infine la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale al fianco degli imperi centrali da cui uscì duramente sconfitto. Nel 1923 il movimento nazionalista guidato da Mustafà Kemal Ataturk dichiarò decaduto il sultanato e proclamò la Repubblica.
Se ci siamo soffermati sulle vicende dell'impero ottomano è perchè esse ci permettono di demolire alcuni dei pregiudizi e dei luoghi comuni sistematicamente usati contro l'Islam:
A - La grandezza e la potenza dell'impero ottomano, che è stato per 2 secoli la massima potenza politica, militare ed economica delle terre ad ovest dei monti Urali, dimostra che l'Islam è perfettamente compatibile con il cosiddetto paradigma statuale dell'Europa occidentale; non vi è alcuna incompatibilità tra religione musulmana ed esistenza di uno stato modernamente amministrato e governato che, oltretutto è in grado di assimilare il meglio delle civiltà con cui viene a contatto;
B - L'impero ottomano, nonostante il suo nucleo di potenza militare, è stato sostanzialmente rispettoso della religione dei popoli conquistati, gran parte dei quali, dai Greci ai Bulgari, dai Rumeni ai Serbi sono rimasti fedeli alla religione cristiana ortodossa. Persino a Costantinopoli la minoranza greca ha goduto di grande potere economico di cui era espressione il leggendario quartiere del Fanar. Quando i Turchi conquistarono quella che è oggi la Bosnia trovarono fra le montagne folle di miserabili straccioni che cercavano rifugio negli anfratti e nelle grotte. Si trattava dei Bogomili, un'eresia cristiana simile a quella dei Catari e degli Albigesi di Provenza, dei Valdesi del Piemonte e degli Hussiti di Boemia, ferocemente perseguitati e quasi sterminati dai cattolici. I Pascia Turchi chiesero ai derelitti perchè vivessero in quelle condizioni quasi animalesche, e il Bogomili risposero che erano costretti a vivere nelle foreste perchè se scendevano a valle cattolici e ortodossi avrebbero fatto a gara per massacrarli come eretici. I Pascia e gli Ulema musulmani dissero che se essi erano seguaci del grande Profeta Gesù figlio di Maria non avevano nulla da temere dai fedeli della Mezzaluna. Ecco perchè oggi in Bosnia vi sono 2 milioni di musulmani;
C - Leggende prive di fondamento cercano di accreditare ancora oggi la tesi che la Turchia non può entrare nella comunità europea perchè il modo di sentire dei Turchi è troppo lontano dalle radici della civiltà d'Europa. Riportiamo allora a mò di conclusione la testimonianza tratta dal poeta greco Giorgio Seferis dal diario di viaggio di un commerciante turco nella Grecia del XVI secolo: "Ho visitato tra le altre meraviglie Atene, che un tempo era una grande e meravigliosa città molto popolosa e piena di marmi pregiati e di insigni monumenti. Oggi essa è ridotta a un piccolo villaggio popolato da poveri contadini e miseri pastori; e tuttavia tra le sue rovine, è possibile vedere meravigliose statue scolpite nel modo dei Franchi. La loro bellezza è tale che nel contemplarla il cuore batte più forte, le gambe tremano e gli occhi si riempiono di lacrime...". Lo voglia o no il barbaro Borghezio e gli altri barbari come lui, la Turchia islamica è a tutti gli effetti una componente essenziale dell'Europa.
Nessun commento:
Posta un commento