domenica 14 novembre 2010

ALLUVIONE A VICENZA





L'articolo di Mattia Pilan accende una piccola luce di speranza: forse nel muro della gretta ignoranza xenofoba e razzista, che ha per principale obiettivo l'Islam, si sta aprendo qualche piccola crepa che può essere allargata dallo spirito di solidarietà e comprensione. I mutamenti che stanno avvenendo su scala planetaria, e che da qualche anno stanno investendo in maniera tumultuosa anche l'Italia, non possono non provocare larghe fette di inquietudine. Il nostro paese è chiamato a riconsiderare i suoi stessi cambiamenti e le modalità con cui oggi va posta la conoscenza dell'altro, proprio perchè oggi questo altro è vicino. Cerchiamo di riconoscere "l'altro" nel sorriso felice del mio amico algerino Hamou Fallag che tende la mano mutilata al Presidente della Repubblica italiana. Come osservò un filosofo della Baghdad del periodo abbasside, la conoscenza dell'altro richiede sempre smarrimento e sforzo, ma aiuta a capire perchè si ha paura sempre di ciò che non si conosce. Ma Dio ha dotato l'essere umano di un dono in esclusiva: che è il desiderio di conoscenza. Chissà  se Dante conosceva le parole di questo sconosciuto filosofo arabo quando scrisse nella Divina Commedia: "Nati non foste a viver come bruti, ma per seguire vertude e conoscienza".

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