domenica 28 novembre 2010

CONVERTIRSI ALL'ISLAM A VICENZA

Sono ormai 3 anni da quando decisi di abbracciare l'Islam e diventare musulmano in una città come Vicenza, che, perchè non dirlo? Non è straordinariamente rispettosa per chi professa fedi religiose diverse da quella cattolica: ove per "cattolica" non si intende una religione con molti punti di contatto con quanto contenuto nei Vangeli, ma una sorta di convinzione abitudinaria dove molto è dovuto alle tradizioni familiari più o meno correttamente collegate alle parole di Gesù e completamente ignare di quella che viene pure esaltata come tradizione giudaico-cristiana. E' particolarmente singolare l'accenno al giudaismo: il Veneto non ha mai avuto eccessiva simpatia per i "giudei": del resto la religione giudaica e quanti in essa si riconoscevano sono sempre stati ferocemente perseguitati in Europa e quindi ben poco della tradizione giudaica è potuto penetrare nella cosiddetta civiltà europea.
Colpisce della grande massa dei vicentini l'alta percentuale di quanti sostengono con disinvoltura: "io non credo in Dio" oppure "mi considero cattolico, ma non sono praticante". E' uno strano modo sia l'uno che l'altro di considerarsi legato alla tradizione cattolica, come vorrebbero far credere di se i cosiddetti figli della padania, il cui cattolicesimo non ha avuto problemi a mescolarsi con riti druidici, matrimoni celtici e invocazioni a Odino (che, peraltro non era una divinità celtica ma germanico-scandinava). Voglio tuttavia dedicare un particolare ricordo della mia conversione pubblicando due articoli che su due diversi giornali vicentini, la pubblicizzarono:

NUOVA VICENZA; articolo di Giulio Ardinghi



GIORNALE DI VICENZA: articolo di Marino Smiderle



I motivi per i quali, a differenza di quanto ho fatto con l'articolo di Ardinghi, mi sono limitato a pubblicare il titolo dell'articolo intervista di Smiderle, sono essenzialmente due:

A - Giulio Ardinghi non è certamente un musulmano e tuttavia si è sforzato di ricostruire il mio percorso spirituale rispettandone le motivazioni e mantenendo un tono che in nessun momento scivola nel banale, nella presa in giro e nella banalizzazione: è in breve un esempio di tolleranza verso chi professa idee e convinzioni religiose che non gli appartengono, ma riconosce "serie";

B - L'articolo intervista di Smiderle è invece costruito in forma di brillante presa in giro che si avvale del duplice trucco di far dire all'intervistato non quello che ha effettivamente detto ma ciò che nella sua visione un "massone che diventa musulmano" può pensare; non è mancato qualche significativo taglio alle mie risposte o, addirittura una loro sostanziale falsificazione.

Pubblicherò perciò le domande che Smiderle mi ha rivolto con le risposte che io gli ho effettivamente dato, o quelle che avrei dato se me ne avesse lasciato lo spazio.

1) Caro Buffarini, prima ancora di chiederle i motivi di questa sua folgorazione sulla via della moschea, è interessante capire come possano andare d'accordo i principi di libertà della Massoneria con quelli religiosi dell'Islam. Vanno d'accordo?

La domanda è mal posta. L'Islam è una religione con vocazione universale che ruota attorno alla fede totale verso l'unico Dio: il musulmano è innanzitutto un credente, che si sottomette all'idea che tutto ciò che esiste è opera di un creatore che ha dato all'esistente leggi eterne e immutabili. La Massoneria, invece, è un'organizzazione non religiosa, nata storicamente in Inghilterra per combattere contro l'intolleranza e contro l'assolutismo per affermare principi di libertà, fraternità ed eguaglianza; e questi sono valori non solo presenti, ma predicati come assoluti dal Corano, che è parola di Dio.
L'uomo è libero perchè tale lo ha creato Dio; gli uomini sono eguali tra loro perchè tali gli ha creati Dio; gli uomini hanno il dovere della solidarietà perchè hanno il dovere di comportarsi verso i loro simili come fratelli. Tra le ultime parole pronunciate dal profeta Mohammed il suo fedele compagno Abù Bakr ha menzionato le seguenti: "se vicino a te vedi un uomo tremare per il freddo, dagli il tuo mantello; se è pallido per la fame, dagli il tuo pane...". Che Dio (in lingua araba "Allah", in lingua inglese "God") sia il grande architetto dell'universo, il suo creatore e il suo signore è il fulcro dell'Islam.

2) La Chiesa cattolica per dirne una ritiene passibile di scomunica chi fa parte della Massoneria. Come fa lei ad essere massone e musulmano?


I modi in cui la Chiesa cattolica gestisce le sue scomuniche sono affari che riguardano i cattolici. Non mi risulta che nell'Islam si usi la scomunica per combattere la Massoneria , che per circa duecento anni è stata un tenace avversario non solo dell'assolutismo in materia spirituale ma anche del potere temporale della chiesa. Sempre per quanto ne so non mi risulta che siano colpiti di scomunica o accusati di apostasia gli appartenenti alle 187 logge massoniche esistenti in Turchia (anche Kemal Ataturk era massone) e delle decine di logge esistenti in Marocco; esiste anche una massoneria iraniana in esilio, e la circostanza non può meravigliare se si pensa che le caratteristiche della repubblica islamica iraniana non hanno molto da spartire con la tradizione islamica sunnita: che tra le altre cose non ha preti od altre figure fornite di un potere autoritario di scomunica. Nell'Islam sunnita, cui io appartengo ogni uomo e donna è "kalifa" (vicario di Dio sulla terra).

3) Ma lei, prima di abbracciare l'Islam, che rapporti aveva con la religione?

Amavo definirmi un deista: persona che crede in un essere supremo o Dio, che ha creato il mondo e gli ha dato leggi immutabili che lo governano. Nei miei viaggi fra gli indiani d'America mi è capitato di imbattermi in "Wakantanka": "O Wakantanka, sei sempre esistito e prima di te non è esistito nulla. Solo a te è possibile rivolgere ogni preghiera, perchè tu sei più antico di ogni bisogno e più antico di ogni parola umana. Tutto ciò che esiste è stato creato da Te. Tutte le creature viventi le hai tratte dal nulla con amore e tenerezza. Rivolgi il tuo sguardo ai tuoi innumerevoli figli con i loro figli tra le braccia e accompagnali al giorno del riposo...". Ha presente la preghiera laica di Voltaire?

4) Come no. Non la vedo molto conciliabile con i dettami rigidi dell'Islam...

E si sbaglia o forse lei la preghiera di Voltaire non l'ha letta, allora, se mi permette, gliene leggo qualche stralcio: "Mi rivolgo a Te, Dio di tutti i mondi, di tutti gli esseri, di tutti i tempi. Se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a Te, che tutto hai donato, a Te, i cui decreti sono immutabili ed eterni, degnati di guardare con clemenza e misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa che questi errori non generino la nostra sventura. Tu non c'hai dato un cuore per odiarci l'un l'altro ne delle mani per sgozzarci a vicenda, fa che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare una vita che a volte è penosa e passeggera... Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli. Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del pacifico lavoro! Non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri ed impieghiamo il breve tempo della nostra esistenza per benedire tutti insieme, in mille lingue diverse, dal Siam alla California, la tua bontà che c'ha donato il breve istante della vita...". Se Marino ha la pazienza di andarsi a leggere qualche sura del Corano, troverà che le preghiere che recitiamo nelle nostre moschee non sono molto diverse da quella di Voltaire.

5) Buffarini, stiamo divagando. Che c'azzecca l'Islam con Voltaire?


Le ho già risposto al punto precedente ma mi piace aggiungere qualcosa in più. L'Islam è presente anche, oltre che in tutte le leggi che regolano la natura e l'universo, nelle più alte speculazioni filosofiche del mondo antico. Il Dio che ha dato il Corano all'umanità è a ben vedere l'Essere di Parmenide, è il Dio a cui fa cenno Socrate poco prima di morire e, se vogliamo venire a tempi più vicini ai nostri è il Dio che invoca Ghandi nel momento in cui la pallottola di un fanatico lo uccide. Del resto le basi dell'Islam sono la sottomissione a Dio ma, nell'uomo, la libertà, la ragione e il desiderio di conoscenza. Nell'Islam la scienza è assolutamente libera e lo scopo è quello di svelare i segreti del creato. Il musulmano è innanzitutto un testimone di Dio e in nessuna religione vi è un rapporto più libero tra fede e ragione.

6) Questione di punti di vista. Tra libertà e donne che vanno in giro con scafandri o, peggio, che vengono lapidate per adulterio, non si intravvedono molti punti di contatto.


Marino Smiderle farebbe bene a fare un salto alla moschea quando le nostre sorelle escono dalla preghiera. Si troverebbe davanti delle donne fiere che, a volte nei loro vestiti tradizionali, sembrano regine. E tali sono perchè il velo della donna islamica indossato per libera scelta, è il segno della fede in Dio, della libertà (nel mondo antico solo le schiave portavano i capelli scoperti) e della propria identità. Qualche tempo fa in televisione trasmisero un servizio in cui compariva il ministro Frattini con accanto una bellissima donna con il velo: il ministro Calderoli, con la sua ben nota finezza, avrebbe detto che la signora era un pò abbronzata... in realtà quella signora era il ministro degli esteri della Mauritania: che magra figura avrebbe fatto vicino a lei qualche donna d'alto bordo coperta di gioielli e di vestiti all'ultima moda. Quanto alla questione della lapidazione, ampiamente praticata dagli Ebrei e, più tardi dai Bizantini (ma il mondo cristiano ha usato per secoli strumenti di tortura ben peggiori per le adultere; e non dimentichiamo le centinaia di migliaia di donne bruciate vive come streghe, l'ultima nel 1812 a Madrid). Il Corano abolisce la lapidazione della donna, che oggi viene praticata non come legge religiosa ma come una non condivisibile aberrazione dei sistemi giuridici purtroppo vigenti in qualche paese islamico, nel quale si dimentica la raccomandazione che il Corano rivolge ai giudici (Kadì): "ricordate, quando dovete applicare una pena molto severa, che Dio è clemente e misericordioso ed egli perdona ogni colpa".
Comunque su 49 paesi a maggioranza islamica la lapidazione è in vigore ancora in 3 di essi, e da musulmano prego Dio che presto venga abolita anche in essi.

7) Se a Roma voglio aprire una moschea mi danno l'ok, se chiedo all'Arabia Saudita di aprire una Chiesa Cattolica mi cacciano via a calci.


La moschea di Roma che ha un'unica compagna ufficiale a Catania, è stata costruita negli anni '60 per l'intervento personale e diretto di quel grande papa che è stato Paolo VI il quale disse agli esponenti della curia che si opponevano: "la costruzione di un grande tempio islamico nella nostra città non può che aumentare il carattere sacro di Roma". Non mi risulta che in Italia vi sia poi tanta libertà nel costruire moschee. A Milano risiedono 130.000 musulmani ma non c'è una moschea degna di questo nome. In centinaia di altri comuni i nostri fratelli sono costretti a mascherare i lori luoghi di culto dietro l'etichetta del centro culturale". E a volte neppure questo basta. Nei paesi islamici esistono centinaia di grandi chiese che i fedeli sono liberi di frequentare alla luce del sole; vi sono inoltre sedi vescovili, cardinali, e persino università cattoliche. Il caso dell'Arabia saudita è un caso a se stante: a parte il "rigorismo" che caratterizza l'appartenenza alla scuola fondamentalista Wahabita occorre ricordare che in Arabia sorgono i luoghi sacri dell'Islam. Essa è perciò una specia di "Stato Vaticano". Verrebbe permessa in Italia la costruzione di una moschea in piazza San Pietro?

8) Vuol dirmi che tra musulmani e cristiani non c'è pericolo di contrasto?


Certo che i contrasti esistono. Islam e Cristianesimo sono religioni a vocazione universale, accomunate peraltro dal fatto che credono nello stesso Dio, e cioè nel Dio di Abramo. Ma questo non dovrebbe impedire un proficuo e rispettoso dialogo nell'interesse della pace e dell'unità fra gli esseri umani. C'è chi preferirebbe una bella guerra di religione; ma io credo che quel tempo sia ormai finito e chi lo sogna ancora in realtà non crede in Dio: crede invece nella forza distruttiva e negativa di Satana. Glielo lasciamo volentieri. Noi crediamo al valore universale della scritta che comparve 2000 anni fa su una stalla nella quale era nato un bambino di nome Gesù, caro ed amato da tutti i musulmani: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà".
Con i laicisti che negano l'esistenza di Dio, bè, con loro è più difficile dialogare. Per loro la fede in Dio è una favola...

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