sabato 20 novembre 2010

PRESENZE ISLAMICHE NELL'ITALIA PENINSULARE

Non paragonabile all'esperienza islamica siciliana è la presenza musulmana nell'italia peninsulare, chiamata dagli arabi "Terra Grande".

Si parla in Puglia di due emirati e di una colonia in Campania, dove si insediano musulmani nordafricani e siciliani che fanno scorrerie in Sardegna, in Calabria, nel Lazio, nelle Marche, in Umbria, in Piemonte e in Liguria, fino alla Provenza francese in cui impiantono vicino a Saint Tropez una base militare attiva per quasi cento anni.
Tali stanziamenti sono resi possibili dalla straordinaria abilità dei musulmani di inserirsi nei turtuosi giochi di potere di signorotti cristiani locali che non esitano ad assoldare "gli infedeli" per gettarli contro i correligionali loro nemici: tale è il caso di Lamberto, duca longobardo di Spoleto, o delle città campane che vogliono contrastare l'espansionismo del ducato longobardo di Benevento, o di Napoli che nell'880 arruola musulmani in Sicilia per sconfiggere le mire annessionistiche di Papa Giovanni VIII (a sua volta costretto a pagare profumatamente una tregua ai musulmani).
Il loro insediamento non viene spesso contrastato anche per motivi economici: i musulmani hanno l'abitudine di coniare grosse quantità di monete d'oro o, addirittura portano con sè monete coniate nei regni aghlabidi e fatinidi di cui l'Italia è particolarmente priva. In qualche caso è dato incontrare monete coniate longobarde, salernitane e amalfitane con scritte bilingui latino-arabe. Un ulteriore motivo della non opposizione agli insediamenti musulmani è stato l'abolizione in Puglia dell'antico, odiato e rovinoso latifondo, che tante sofferenze aveva prodotto e produrrà nel meridione italiano, e sostituito dagli arabi dalla piccola proprietà contadina di coltivatori diretti. 
Quaranta anni dopo la sua nascita l'emirato costituito in Puglia sul territorio di Taranto strappato ai bizantini viene sostituito da musulmani andalusi comandati da un non meglio identificato emiro Sabah. L'entità sopravvive dall'846 all'883 ma viene sostituita da un'altra base musulmana comandata da Abù Jafar che dura fino all'852, anno in cui Taranto viene riconquistata dal bizantino Leone Apostitte.
Un ulteriore emirato musulmano si insedia a Bari ad opera del mullah Kalfun proveniente dalla Sicilia. La sua durata è ultra trentennale: nell'875 esso viene conquistato dal duca longobardo Adelchi di Benevento.
Nell'880 si costituisce presso Napoli, con il sostegno del bellicoso vescovo Atanasio II, un campo fortificato musulmano per colpire i nemici dell'alto prelato e saccheggiare lo stesso agro romano taglieggiando viandanti e popolazioni. Un'altra base musulmana ha lasciato tracce ad Agropoli presso Salerno dove sembra sia stata sconfitta dal bizantino Niceforo Foca. Un'altra collettività militare e organizzata si costituisce nell'883 alle foci del Garigliano. Ma tale località nella quale sorgono moschee e abitazioni per le famiglie dei guerrieri musulmani questi ultimi, su commissione del vescovo e duca di Napoli, attaccano e saccheggiano Capua e Salerno, finchè nel 916 una "crociata ante-litteram", voluta da re Berengario riceve la benedizione dell'imperatrice bizantina Zoe e del Papa Giovanni X che partecipa personalmente alla battaglia che mette fine all'esperienza.



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