As-salām ‘alaykum, Abdullah
Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata da un vecchio amico che non sentivo da un po'.
Ci siamo conosciuti qualche anno fa.
A quattro mani con Martino Pinna, scrissi un suo ritratto per il settimanale vicentino VicenzaAbc, diretto da Matteo Rinaldi (il pezzo si può trovare qui, a pagina 6).
Lui, Domenico, il Buffa, non apprezzò moltissimo, accusandoci di aver ricamato un po' troppo sulle sue parole.
Di esserci fatti prendere la mano dall'affabulatore e dal cantastorie.
Fino a trasformarlo nel protagonista di una storia più nostra che sua.
Una allegra querelle finita come doveva finire: a far da prima prima pietra a un rapporto di stima e amicizia inalterato nel tempo.
Ieri, Domenico mi ha telefonato per comunicarmi che tra nome e cognome, ci ha infilato anche un secondo nome, da convertito all'Islam: Abdullah.
Immagino che adesso, perché si volti chiamandolo, bisogna pronunciare il suo nome per intero: Domenico Abdullah Buffarini.
Al telefono mi ha spiegato che "la conversione avviene perché così vuole Allah il Grande" e qualche altro accenno, pescato nel suo personale (e profondissimo) pozzo di cultura, sulla religione di cui più si parla a sproposito in Italia e non solo.
Andrò a trovarlo a Vicenza, dove ancora vive, per capirne di più. Anche se ho seri dubbi che Allah mi scelga, perfino dopo aver ascoltato con attenzione le parole di quel gran narratore di Abdullah, ultimo tra i suoi figli.
Quel che è certo è che Domenico ha trovato nuovo terreno per combattere la sua personale guerra contro l'ignoranza e l'ingiustizia, cosa che ha sempre fatto ben prima che l'Islam lo accogliesse.
Dal suo blog - In difesa dell'Islam - il vecchio barricadero si scaglia con parole tonitruanti contro quella che ritiene essere la totale disinformatia che ammanta l'argomento.
Non fatico a credergli, solo considerando la mia abissale ignoranza in materia.
Anche se, a parziale giustificazione, potrei citare Gandhi, secondo il quale, proprio perché esiste uno solo Dio, è cosa buona e giusta che ognuno lo veneri secondo le tradizioni e la cultura di cui fa parte.
Chissà che ne pensa Abdullah, che da sempre cerca altrove spazi per le proprie visioni.
Domenico mi ha pure detto che probabilmente, dopo tanti anni e tante battaglie, lascerà Vicenza. E mi dispiace. Perché penso che a rimetterci di un simile distacco sia più quella città che lui.
Ma, Insciallah, sia come Dio vuole.
Al vecchio leone, auguro di vincere almeno qualcuna delle sue battaglie prossime venture.
Ma soprattutto, spero che tra le tante frescacce che sentiamo quotidianamente sui musulmani, almeno una sia vera: la famosa storia delle settanta (o quaranta?) vergini che aspettano con pazienza ogni buon musulmano in paradiso.
Secondo alcune varianti sufi, tutte rigorosamente armate di una morbidissima piuma di pavone, per il buon uso del nuovo inquilino del Janna.
Ma forse, quest'ultima, è solo una mia invenzione.
Che lui mi contesterà per i prossimi trenta o quarant'anni.
As-salām ‘alaykum, Domenico Abdullah Buffarini.
Ci siamo conosciuti qualche anno fa.
A quattro mani con Martino Pinna, scrissi un suo ritratto per il settimanale vicentino VicenzaAbc, diretto da Matteo Rinaldi (il pezzo si può trovare qui, a pagina 6).
Lui, Domenico, il Buffa, non apprezzò moltissimo, accusandoci di aver ricamato un po' troppo sulle sue parole.
Di esserci fatti prendere la mano dall'affabulatore e dal cantastorie.
Fino a trasformarlo nel protagonista di una storia più nostra che sua.
Una allegra querelle finita come doveva finire: a far da prima prima pietra a un rapporto di stima e amicizia inalterato nel tempo.
Ieri, Domenico mi ha telefonato per comunicarmi che tra nome e cognome, ci ha infilato anche un secondo nome, da convertito all'Islam: Abdullah.
Immagino che adesso, perché si volti chiamandolo, bisogna pronunciare il suo nome per intero: Domenico Abdullah Buffarini.
Al telefono mi ha spiegato che "la conversione avviene perché così vuole Allah il Grande" e qualche altro accenno, pescato nel suo personale (e profondissimo) pozzo di cultura, sulla religione di cui più si parla a sproposito in Italia e non solo.
Andrò a trovarlo a Vicenza, dove ancora vive, per capirne di più. Anche se ho seri dubbi che Allah mi scelga, perfino dopo aver ascoltato con attenzione le parole di quel gran narratore di Abdullah, ultimo tra i suoi figli.
Quel che è certo è che Domenico ha trovato nuovo terreno per combattere la sua personale guerra contro l'ignoranza e l'ingiustizia, cosa che ha sempre fatto ben prima che l'Islam lo accogliesse.
Dal suo blog - In difesa dell'Islam - il vecchio barricadero si scaglia con parole tonitruanti contro quella che ritiene essere la totale disinformatia che ammanta l'argomento.
Non fatico a credergli, solo considerando la mia abissale ignoranza in materia.
Anche se, a parziale giustificazione, potrei citare Gandhi, secondo il quale, proprio perché esiste uno solo Dio, è cosa buona e giusta che ognuno lo veneri secondo le tradizioni e la cultura di cui fa parte.
Chissà che ne pensa Abdullah, che da sempre cerca altrove spazi per le proprie visioni.
Domenico mi ha pure detto che probabilmente, dopo tanti anni e tante battaglie, lascerà Vicenza. E mi dispiace. Perché penso che a rimetterci di un simile distacco sia più quella città che lui.
Ma, Insciallah, sia come Dio vuole.
Al vecchio leone, auguro di vincere almeno qualcuna delle sue battaglie prossime venture.
Ma soprattutto, spero che tra le tante frescacce che sentiamo quotidianamente sui musulmani, almeno una sia vera: la famosa storia delle settanta (o quaranta?) vergini che aspettano con pazienza ogni buon musulmano in paradiso.
Secondo alcune varianti sufi, tutte rigorosamente armate di una morbidissima piuma di pavone, per il buon uso del nuovo inquilino del Janna.
Ma forse, quest'ultima, è solo una mia invenzione.
Che lui mi contesterà per i prossimi trenta o quarant'anni.
As-salām ‘alaykum, Domenico Abdullah Buffarini.
Nessun commento:
Posta un commento