Il post che abbiamo finora sviluppato si sono soffermati a polemizzare nei confronti di quanti cercano di dare delle religione islamica una versione deformata, quando non addirittura falsa. Abbiamo così affrontato i temi che più facilmente si prestano alla polemica falsificatrice: la pretesa intolleranza dei musulmani, la condizione di inferiorità della donna, l'eccessivo rigorismo morale.
E' giunto il momento di approfondire invece i caratteri e i contenuti della religione islamica, che conta oggi oltre un miliardo e mezzo di fedeli nel mondo e che si presenta come la fede religiosa in maggiore e tumultuosa crescita in ogni parte del mondo: basti pensare, ad esempio che vivono oggi in Europa dai 30 ai 35 milioni di musulmani, mentre oltre 10 milioni sono presenti negli Stati Uniti d'America.
Quasi tutte le religioni prendono nome dal loro fondatore o dal popolo in cui hanno avuto origine. Il Cristianesimo prende il nome da colui che lo ha predicato, il Cristo, il Buddismo da Budda, lo Zoloastrismo da Zoloastro, il Giudaismo da o Ebraismo dal nome della tribù di Giuda, ecc.ecc. L'Islam invece presenta la particolarità di non essere associato ad alcun uomo ne ad un popolo particolare; questo perchè l'Islam non appartiene in particolare ne ad una persona ne ad un paese ne ad un popolo. Esso non è il prodotto di uno spirito umano o di una comunità specifica ma è una religione universale che ha il fine di suscitare e di coltivare nell'uomo qualità e atteggiamenti tipici.
L'Islam è in realtà un attributo: chi lo possiede è musulmano quale che sia la razza, la comunità e il paese cui egli appartiene. Secondo il Corano l'Islam esiste da sempre, e vive in mezzo a tutti i popoli che vivono secondo regole di bontà e di virtù e che, per queste qualità, possono definirsi buoni musulmani. E a questo punto viene da porsi una duplice domanda: che cosa significa la parola Islam? Che cosa è un musulmano?
A - La parola Islam è una parola araba che significa "sottomissione, obbedienza" nel suo aspetto religioso l'Islam predica la sottomissione e l'obbedienza totale a Dio.
1 - Chiunque può rendersi conto che il nostro è un universo ordinato in cui tutte le cose sono rette da leggi e
regole. Ogni sua singola parte ha un posto fissato in un grandissimo insieme che funziona perfettamente. Il sole, la luna e tutti i corpi celesti appartengono allo stesso sistema e ciascuno di essi segue un corso invariabile in virtù di leggi immutabili. La terra ruota sul suo asse e le sue rivoluzioni intorno al sole scelgono una traiettoria determinata. Dall'elettrone alla nebulosa, tutto nell'universo obbedisce a proprie leggi, in virtù delle quali la materia, l'energia e la vita appaiono, si trasformano e scompaiono. Lo stesso avviene per l'uomo. La nascita la crescita e l'esistenza dell'uomo, nel quadro della natura, sono regolate da un sistema di leggi biologiche che regolano il funzionamento e il complesso meccanismo biologico dell'uomo: dalle cellule più piccole al cuore e al cervello;
2 - L'ordine cosmico che regge l'universo, dall'atomo alle galassie è la legge di Dio il Creatore e Signore dell'universo. Poichè tutto il creato obbedisce alle leggi divine si può affermare che tutto l'universo segue la religione dell'Islam, perchè Islam non significa altro che sottomissione e obbedienza ad Allah e le sue leggi. Il sole, la luna, la terra e i corpi celesti sono perciò musulmani come l'aria, l'acqua, i minerali, le piante e gli animali. Tutto, nell'universo è musulmano perchè tutto obbedisce alle leggi di Dio. La stessa lingua di chi per ignoranza nega l'esistenza di Dio o adora numerosi dei è musulmano. Il cuore di chi per ignoranza ama e serve altre divinità è istintivamente musulmano. Le parti del suo corpo infatti, sono tutte sottomesse alla legge divina e le loro funzioni e i loro movimenti dipendono da questa legge.
3 - L'uomo possiede una duplice natura e la sua vita si svolge su piani distinti. Da un lato, come tutte le creature, egli si trova in condizioni di assoluta dipendenza dalle leggi divine a cui non può sottrarsi. Dall'altro, però egli è dotato di ragione ed intelligenza, ha il potere e di pensare e giudicare, di scegliere e di rigettare, di approvare e disapprovare. Egli è libero di scegliere la sua religione, il suo genere di vita e può orientare la sua esistenza a seconda delle idee che ha scelto. Egli può tracciare il suo codice di comportamento o accettarne uno dettato da altri. Egli è stato dotato da Dio di libero arbitrio e può decidere come comportarsi. A differenza delle altre creature egli ha ricevuto la libertà di pensiero, di opinione e di azione;
4 - Come tutte le creature l'uomo è nato e resta musulmano, perchè obbedisce automaticamente all'ordine divino. A differenza delle altre creature, essendo fornito di libertà di scelta è libero di essere o di non essere musulmano; e il modo in cui esercita questa libertà comporta la divisione dell'umanità in credenti e non credenti. chi sceglie di riconoscere il suo Creatore come unico Signore si sottopone ai suoi comandamenti, segue la legge che egli ha rivelato all'uomo per la sua vita individuale e sociale e diventa un perfetto musulmano che ha deciso volontariamente di obbedire ad Allah nell'esercizio della sua facoltà di scelta. La sua intera vita non conosce conflitti all'interno della sua personalità: egli è un musulmano perfetto e il suo Islam è totale. La sua conoscenza è una conoscenza reale, perchè egli ha riconosciuto l'Essere che gli ha dato la capacità di conoscere; la sua ragione e il suo giudizio sono armoniosamente equilibrati perchè egli ha deciso di obbedire all'Essere che gli ha dato la capacità di pensare e di giudicare. Anche la sua lingua esprime la verità perchè essa loda il Signore che gli ha dato la parola egli è in armonia con l'intero universo perchè adora colui che tutto l'universo adora. Un uomo siffatto è il "Kalifa" di Dio sulla terra. Il mondo gli appartiene ed egli appartiene ad Allah.
B - Il Miscredente:
All'opposto dell'uomo di cui abbiamo parlato nel punto precedente vi è colui che, pur essendo musulmano per natura, anche sei inconsapevolmente, per tutta la vita non esercita la sua ragione la sua intelligenza e la sua intuizione per riconoscere il Creatore e si serve della sua libertà di scelta per negarne l'esistenza: un uomo simile è un non credente e cioè un "kafir" (da "kufr" che significa dissimulazione.
In effetti l'uomo che nega Allah è "dissimulatore", perchè egli nasconde ciò che è intrinseco alla sua natura di essere animato, perchè tutta la sua anima è naturalmente orientata verso l'Islam. Ogni cellula del suo organismo è sottomessa a questo istinto e svolge la propria funzione in accordo con la legge di Dio. Ma la sua vista è stata oscurata e il suo spirito è incapace di ammettere l'evidenza. Egli non conosce la sua vera natura e i suoi atti e i suoi pensieri sono in contrasto con essa: la realtà gli diviene estranea ed egli brancola nelle tenebre. Vi è un passo lasciato dal Profeta Giovanni che enuncia lo stesso concetto con queste parole: "L'uomo ricevette la luce dal Creatore, ma ha preferito le tenebre".
Il kafir è in realtà un ignorante, perchè non si può concepire un'ignoranza maggiore di quella che ha per oggetto Dio, il Creatore dell'Universo. Egli osserva l'immenso panorama della natura, il suo meccanismo perfetto e immutabile la grandiosa concezione della creazione, ma ignora che l'ha congegnata e la dirige. Egli esamina il proprio corpo che funziona in modo stupefacente, se ne serve per realizzare i propri fini ma è incapace di identificare la forza che l'ha suscitato, il Grande Architetto che l'ha concepito e prodotto, il Creatore che ha dato esistenza dal nulla a questo essere unico, l'uomo, utilizzando materie inanimate: carbonio, calcio, sodio. Egli riconosce nell'universo una concezione sublime, ma nega colui che l'ha concepita, ne ammira il funzionamento armonioso ma non ne vede il Creatore. Egli può trovare nell'universo le più vistose dimostrazioni di maestria nella scienza, nella filosofia, nelle matematiche, ma resta cieco rispetto all'Essere che è all'origine di tutto questo infinito universo. Egli non potrà mai spiegare la realtà, la vera strada dell'Essere Supremo gli sarà preclusa e qualsiasi cosa egli intraprenda in campo scientifico o del pensiero non potrà mai godere delle luci della verità e della sapienza.
Per comprendere l'assurdità del kafir, potrà capitarvi di incontrarne uno che sa esattamente chi ha progettato la cupola del Brunelleschi, la Basilica Palladiana o l'autore della Divina Commedia ma negherà che esiste un autore dell'universo. Può anche capitare che il kafir si vanti di aver scoperto una legge naturale, ma negherà che tale legge presuppone un supremo legislatore che l'ha posta.
Colui che nega Dio, il kafir si rende in questo modo colpevole di un'ingiustizia gravissima perchè utilizza le capacità del suo corpo e della sua ragione in modo contrario alle tendenze della natura e in tal modo diviene il volontario strumento del dramma della negazione e della disobbedienza.
A volte il kafir inchina il capo davanti a falsi dei, nutre nel suo cuore amore, rispetto e timore per un'autorità divina immaginaria e con ciò entra in contraddizione con i suoi istinti più profondi. Egli utilizza il potere di cui dispone contro l'autorità di Dio e crea in tal modo le condizioni per far regnare la tirannia dello Spirito della Distruzione.
Il kafir non è solamente un potenziale tiranno ma un essere ingrato e infedele. Egli usa il suo cervello, il suo cuore, il suo corpo e nega Dio che ha creato l'universo. E se Dio è il Creatore, colui al quale tutto appartiene, c'è forse al mondo un ribelle più grande dell'uomo che si serve della creazione contro i decreti di Dio, che rivolta il suo spirito e il suo cuore contro Allah e che utilizza le sue capacità contro la sua volontà?
Gli obblighi maggiori su questa terra l'uomo gli ha nei confronti dei suoi genitori. Ma chi ha messo nel cuore dei genitori l'amore per i figli? Donde nasce il fatto che una madre ha il desiderio innato di nutrire i figli? Evidentemente da Dio che è il più grande benefattore dell'uomo, il suo Creatore, colui che lo nutre e lo fa vivere; ma se questa è la posizione di Dio nei confronti dell'uomo non ci può essere tradimento più grande di quello del kafir che rinnega il suo vero Signore.
Vi è anche il kafir che pensa che la sua incredulità negatrice possa far torto all'Onnipotente. Ma quale torto potrebbe fare l'uomo, questo insignificante granello di polvere sulla faccia di un minuscolo pianeta rotante in un infinito universo al Signore di tutti gli esseri di tutti i mondi e di tutti i tempi, il cui dominio è così vasto che neppure i più potenti telescopi consentono di immaginarne i limiti. La ribellione dell'uomo contro Dio non può arrecargli alcun Dio mentre al contrario questa disobbedienza fa cadere l'uomo sulla via della rovina.
La conseguenza di questa ribellione e di questo rifiuto è il fallimento degli ideali ultimi della vita. Il kafir non potrà mai trovare la via della vera conoscenza; ed infatti il sapere che non che non è capace di scoprire il suo Creatore non può scoprire nessuna verità. Il kafir subirà sconfitte in ogni campo, anche quando crede di essere vincitore: la sua vita morale, civile, sociale, famigliare e la sua lotta per assicurarsi un'esistenza dignitosa sarà contaminato dal suo atteggiamento negativo verso Dio. Egli non finirà che con il provocare disordine e confusione sulla terra, senza l'ombra di un rimorso farà scorrere il sangue, calpesterà i diritti dei suoi simili, sarà spietato nei loro confronti, susciterà disordine e distruzione. I suoi pensieri perversi, i falsi valori in cui confida, le sue attività saranno nefasti. Il kafir può rovinare la pace e l'equilibrio della vita sulla terra e dovrà rispondere dei delitti che ha commesso contro se stesso e contro ciò che esiste.
"Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso, sia lode al nome di Dio, il Clemente e Misericordioso, Signore dei Mondi, Sovrano del Giorno del Giudizio. Te preghiamo a te rivolgiamo le nostre suppliche. Conducici sulla strada di coloro ai quali hai elargito la Tua Grazia! Allontanaci dalla strada di coloro che sono incorsi nella tua ira o sono forviati!" (Cor. sura I "Apriente")
"O Signore dell'Alba, proteggimi da coloro che stringono i nodi; proteggimi dai terrori di una notte tempestosa proteggimi dal male che Tu stesso hai creato; proteggimi dal male dell'invidioso quando invidia."
(Cor.sura CXIV, "Il Signore dell'Alba")
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