Considerata la personalità di alcuni dei personaggi interpellati sull'argomento e in particolare l'esponente fascista Francesco Storace e del famosissimo giornalista Magdi Cristiano Allam, divenuto famoso, tra l'altro per la sua conversione al cattolicesimo trasmessa in mondo visione perché celebrata dal Papa in persona, ci fanno sospettare una consapevole montatura anti islamica. Questo sospetto ci è confermato dal fatto che nell'intervista al citato Magdi Allam, in risposta alla domanda "Lei che ha fatto il cammino inverso e dall'Islam è approdato alla religione cattolica, cosa prova in questa vicenda?" ha fornito la seguente testuale risposta: "Penso che tra due persone la cosa importante sia la condivisione di valori non negoziabili. Se c'è l'intesa, la condivisione sincera e profonda, la dimensione religiosa passa in secondo piano. Valori questi, per altro, parte integrante della fede cristiana".
Il Sig.Magdi Allam che ha ripetutamente motivato la sua conversione al cristianesimo con il carattere aggressivo e settario dell'Islam è diventato dottore laureandosi all'università cattolica dei gesuiti con sede in Alessandria d'Egitto, paese a stragrande maggioranza musulmana che a quanto pare lascia alle religioni diverse dall'Islam tanta libertà da consentire l'esistenza di un'università cattolica e questa è la prima curiosità che il dottor Allam farebbe bene a chiarirci. La seconda curiosità riguarda l'affermazione che la condivisione sincera e profonda di valori rispetto ai quali la dimensione religiosa passa in secondo piano sono parte integrante della fede cristiana. Come spiega allora, il Dottor Allam che se un non cattolico si presenta da un qualsivoglia parroco cattolico chiedendo di sposare una giovane donna cattolica apostolica romana si sente rispondere che prima deve ricevere il Battesimo, poi la Santa Comunione e infine la Cresima che lo consacra Soldato di Cristo. Chiediamo anche al Dottor Allam perché, in applicazione alle norme di diritto canonico riguardanti i matrimoni tra cristiani non cattolici e cattolici debbono applicarsi le norme sulla "Mixta religio" in forza delle quali il nubendo non cattolico si impegna a garantire l'educazione cattolica dei figli che nascono dal matrimonio. Alla faccia dei valori condivisi aldilà della religione. Naturalmente il Dottor Allam non sarà in grado di spiegare che se un uomo rifiuta la religione della donna che dice di amare, ci sono poche garanzie che la futura unione matrimoniale sia serena e senza nubi. I valori religiosi infatti sono i primi che dovrebbero essere condivisi soprattutto se sono valori che fanno riferimento al Dio di Abramo, di Mosè, di Gesù e di Mohammad e di tutti i Profeti prima di loro.
Naturalmente al fascista Storace non riteniamo di dovere nessuna risposta. Egli appartiene alla categoria dei fascisti non pentiti che negli della mia giovinezza e della mia vita universitaria amavano canticchiare canzoncine come questa: "Con 24 mila ebrei quanto sapone ci farei?".
Li conosco bene i fascisti come Storace, purtroppo quel signore è di Roma come me.
Dopo aver completato un'accurata indagine sui reali termini della vicenda siamo in grado di mostrare meglio le finalità anti-islamiche dell'operazione effettuata dal Giornale di Vicenza che ha ritenuto di mobilitare per essa grossi calibri dell'anti-islamismo come il super fascista Storace e quel losco figuro che risponde al nome di Magdi Cristiano Allam.
Perché la natura dell'operazione del Giornale di Vicenza sia chiara, pubblichiamo integralmente il servizio del 02/03/2011 precisando che un altro paginone era stato dedicato alla vicenda anche il primo Marzo.
"Promessi sposi, si cerca la via" di Roberta Bassan
Trasmissioni, esperti e politici affrontano il tema delle nozze impossibili tra il vicentino e la marocchina
L'on. Sbrollini pronta a chiedere l'intervento di Frattini. Intanto si profila la possibilità di un ricorso da presentare al Tribunale Civile. Trasmissioni televisive, esperti, qualche politico: il caso delle nozze impossibili tra il vicentino Andrea Gazzabin e la sua fidanza marocchina hanno destato interesse, curiosità, accuse, ma anche voglia di cercare una possibile via d'uscita. Si impegna a prendere in mano la pratica la parlamentare del Pd Daniela Sbrollini, che pure ha preso a cuore un altro caso internazionale, quello di Luigi Sartorio da sei mesi in un carcere di massima sicurezza per un omicidio che non avrebbe commesso. Di tutt'altro tenore questa vicenda dal duplice risvolto secondo la parlamentare di giustizia ed esteri. Per questo sarebbe pronta a presentare un'interrogazione e a coinvolgere il ministro agli Esteri Frattini in un'azione presso l'ambasciata marocchina. I due giovani per sposarsi hanno bisogno del nulla osta dal Marocco, che lo rilascia però solo a fronte della conversione all'Islam dell'uomo. I due non sanno più che pesci pigliare: il giovane non è intenzionato a diventare musulmano, il suo legale Federico Callegaro peraltro gli ha messo davanti una causa che si prospetterebbe lunga. Ma i giovani hanno fretta di sposarsi, una prospettiva di lavoro li attende all'estero. Secondo un'autorevole esperta di diritto di famiglia e della persona, come l'avvocato Alessandra Capuano Branca, il tema va affrontato per via diplomatica anche alla luce del diritto di famiglia marocchino riformato in tempi recentissimi e dove, tra i nuovi capisaldi, c'è una maggiore parificazione della donna all'interno della famiglia. Va annoverato inoltre che l'articolo 98 del codice civile prevede il rifiuto della pubblicazione: in pratica in questo caso l'intervento in deroga del nulla osta del Paese di provenienza. C'è quindi la possibilità di un ricorso al tribunale civile con cui si può chiedere di poter celebrare le nozze anche in assenza del nulla osta. Nel dibattito ieri è intervenuto ancora una volta il segretario de La Destra Francesco Storace ribadendo quando scritto nel suo blog: «Se in Italia per sposare una straniera bisogna diventare musulmano è grave. Ma è ancora più grave se tutto si svolge nell'indifferenza generale. Tanti si sciacquano la bocca sulle radici cristiane dell'Italia e dell'Europa, ma siamo ancora all'anno zero del rispetto per la nostra cultura. Ne scriverò al ministro Frattini, sperando che non sia inutile». Intanto le trasmissioni televisive da Canale 5 a Rai 2, quelle sì, vanno a nozze.
"PER POTERMI SPOSARE SENZA PROBLEMI HO ABBRACCIATO L'ISLAM"Si è sposato quasi 20 anni fa, oggi ha 53 anni è dipendente del Comune di Vicenza e la moglie è marocchina. Vent'anni fa in fondo la litania che gli è stata recitata è quella che ha vissuto le scorse settimane Andrea Gazzabin con la sua fidanzata di origini marocchine. Tra le carte che doveva presentare al Comune per sposarsi c'era il fatidico nulla osta proveniente dal Marocco. E il consolato all'epoca gli ha chiesto la conversione all'Islam, solo così avrebbero dato il consenso alle nozze. Quella volta l'uomo non ci ha pensato neppure tanto: «Mi sono convertito, non è stata una scelta forzata, l'ho fatto per amore ma non avrei mai avviato uno scontro con il Paese d'origine di mia moglie, con conseguenze poi che non potevo prevedere». Una conversione peraltro non ostacolata dalla famiglia d'origine dell'uomo. «L'ho vissuta senza problemi, anzi l'ho percepita come un approfondimento spirituale, l'ho fatto volentieri e penso sia stata anche una cosa utile, ho approfondito dei principi che condivido, il rispetto di tutti innanzitutto». «Per diventare musulmano - racconta - ho frequentato la moschea, all'epoca mi sono rivolto a Padova perché qui non c'era ancora niente e mi sono stati insegnati gli elementi fondamentali della religione. Poi mi sono sposato con rito civile e anche in moschea con rito religioso». Se dovesse dare un consiglio al giovane vicentino che, 20 anni dopo, si trova nella stessa situazione? «Io non ci penserei neppure un attimo, se è innamorato della sua fidanzata si converta e non perda tempo con avvocati e tribunali. La sente come una costrizione? Secondo me non deve viverla così. Si converta e viva la sua vita secondo la sua coscienza, nessuno andrà a controllare se rispetta o no i dettami della religione islamica. Ma almeno così non ha problemi». Più problemi c'erano senza dubbio 20 anni fa quando - racconta l'uomo - se ci si recava in Marocco si poteva dormire nella stessa camera d'albergo solo a fronte di un certificato di matrimonio tradotto in arabo. Ora l'uomo ha amici presso il centro islamico di Marola, italiani e non solo. E poi il destino 20 anni fa ha giocato un bello scherzo. Uno dei suoi migliori amici, che ora abita nell'est Vicentino, si era recato in vacanza in Marocco doveva aveva conosciuto l'attuale moglie: stessa trafila e conversione. La sorella della moglie, venuta a Vicenza per darle una mano con i bimbi, è diventata sua moglie. Due amici che hanno sposato due sorelle marocchine. Entrambi convertiti per amore. R.B.
Sull'articolato complesso pubblicato debbo fare soltanto alcuni commenti:
1 - L'onorevole Sbrollini deputato vicentino del PD non si è mai ricordata di presentare un'interrogazione parlamentare per le innumerevoli soperchierie contro gli immigrati e, in particolare contro i musulmani di cui si sono resi responsabili sindaci ed esponenti della Lega.
L'onorevole Sbrollini non ha mai avuto da obbiettare al fatto che ai circa 40 mila immigrati di religione musulmana non vengono garantiti i diritti alla libertà di culto sanciti dall'articolo 19 della Costituzione. Si sveglia ora per un caso individuale che, oltretutto, è stato presentato dalla stampa senza sottolineare alcuni elementi essenziali che più oltre sottolineeremo;
2 - L'affermazione del losco figuro Magdi Allam, che grazie alla sua conversione in mondo visione celebrata dal Papa in persona ha acquisito l'incarico di vicedirettore del Corriere della Sera e successivamente l'elezione al parlamento europeo di Strasburgo nelle liste dell'UDC afferma che dei 10 mila convertiti all'Islam italiani, l'80% sono il frutto di costrizioni simili a quelli imposti al Sig. Andrea Gazzabin. Ci spiace contraddirlo ma gli italiani convertiti all'Islam sono più di 50 mila e hanno fatto la scelta liberamente e senza subire l'indiretta costrizione del desiderio "matrimoniale". Quando si presenta alle moschee un giovane italiano che chiede di convertirsi, la prima domanda che gli viene rivolta riguarda la sua situazione matrimoniale: "Ti vuoi convertire perché ti vuoi sposare con una donna musulmana?". Se la sua risposta è affermativa gli facciamo presente che abbracciare l'Islam non equivale a bere una birra o a fare un adempimento burocratico a fini matrimoniali; si esige invece un percorso sorretto da effettiva e profonda convinzione. Pensi perciò a risolvere prima le sue questioni matrimoniali e poi intraprenda un percorso che renda credibile la sua richiesta di Islam. Procediamo in questa maniera non solo e non tanto per la norma che esclude la possibilità di un matrimonio tra una donna musulmana e un uomo di religione cristiana o ebraica, ma anche perché, spesso gli italiani che vogliono sposare per "Via islamica" una donna musulmana sono appena separati, non divorziati e a volte sposati e pensano di aggirare l'ostacolo di una pratica giuridica piuttosto lunga ricorrendo al trucco del matrimonio davanti all'imam. Gli avventurieri di questo genere sono parecchi;
3 - Ho potuto appurare nel caso specifico che la giovane marocchina protagonista del caso è residente in Spagna con permesso di soggiorno per causa di lavoro. Se viene in Italia con un permesso spagnolo e senza un contratto di lavoro italiano diventa automaticamente irregolare e, quindi in base alle nuove normative del governo Berlusconi nessun ufficio di stato civile italiano acconsentirà ad espletare le pratiche di pubblicazione e celebrazione del matrimonio. Sarebbe il caso verificare, tramite il consolato marocchino in Spagna quale sia l'effettivo tenore del nuovo diritto di famiglia adottato dal Marocco recentemente prima di sollevare un caso che da la possibilità a un cialtrone come Storace e un figuro come Magdi Allam di fingere una artificiosa indignazione.
Non ho pubblicato il testo di un'intervista sconciata che la giornalista Roberta Bassan ha inserito tra le altre sopra riprodotte, che mi riprometto di fare oggetto di una lettera di rettifica al direttore. Mi preme solo precisare per la ventesima volta che io non sono il portavoce della comunità islamica di Vicenza con sede in Via della Vecchia Ferriera, ma sono il rappresentante legale e il portavoce dell'Associazione di diritto privato dei musulmani italiani di Vicenza con recapito nel mio studio di Contrà Pedemuro San Biagio n°28.
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