domenica 21 agosto 2011

21 Agosto 2011 - Israele, Egitto e Palestina




Avevo preconizzato che prima o poi il governo israeliano, rispondendo ai suoi non troppo inconsci istinti da avvoltoio, avrebbe approfittato non solo e non tanto della rivoluzione siriana contro Assad, quanto invece della fine del suo compare Mubarak per diffondere allarmistiche voci sulla pericolosità che viene ad assumere la penisola del Sinai, esposta com'è alle infiltrazioni di Hamas, di Al Qaeda, della Jihad, del terrorismo islamista, dei Salafiti, delle Brigate Al-Aqsa, del redivivo fronte per la liberazione della Palestina e di centinaia di altre entità decise a completare lo sterminio di Israele.
Naturalmente gli allarmi che le colombe innocenti del movimento sionista diffondono per il mondo (ma intanto ammazzano sette poliziotti di confine egiziani e ammazzano qualche decina di palestinesi con insistiti bombardamenti sulla Striscia di Gaza) trovano orecchie benevole pronte a raccoglierle. Non è da escludersi che di qui a qualche mese l'efficientissimo esercito sionista ne approfitterà per mettersi in sicurezza, non escludendo magari una occupazione totale o parziale della penisola del Sinai. Credo sia arrivato il momento di stilare una specie di decalogo di cui deve tenersi conto per affrontare con un minimo di obbiettività la vicenda palestinese:
I - Non da nessun fondamento politico, storico o giuridico la promessa che qualche migliaio di anni fa Dio fece al popolo ebraico di consegnarli per l'eternità la Palestina in quanto terra promessa al popolo eletto;
II - Fondare pretese su una terra che per quasi 2000 anni è stata abitata da popoli arabi, musulmani e cristiani allo stesso fondamento che potrebbe avere una rivendicazione dei greci sulla Sicilia o sull'Italia meridionale che per quasi un millennio è stata conosciuta come "Magna Grecia";
III - L'unico appiglio giuridico che possa dare legittimità all'esistenza dello stato di Israele è la deliberazione dell'ONU che nel 1948 stabilì che il mandato ex britannico di Palestina doveva vedere la nascita di 2 stati, uno ebraico israeliano, l'altro arabo palestinese;
IV - Invece di consentire l'attuazione di tale deliberazione le formazioni terroristiche sionistiche, l'Irgun e la Brigata Stern aggredirono con violenza centinaia di villaggi palestinesi e anche grandi città arabe come Haifa;
V - In questa operazione furono agevolati dall'inefficienza dei regimi arabi corrotti e sottomessi all'occidente;
VI - Nel 1967 l'entità sionista allargò i suoi domini con una guerra di aggressione che si concluse con l'occupazione di Gerusalemme est (araba) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza;
VII - Nonostante le decine di risoluzioni dell'ONU, sempre bloccate dal veto americano, gli israeliani non si sono mai sognati di restituire il maltolto per costituirvi uno stato palestinese, ma hanno trasformato quei territori in una groviera con insediamenti di tipo militare spacciate per colonie;
VIII - La pace in medio oriente sarà possibile solo quando gli israeliani si convinceranno di restituire il maltolto ai legittimi titolari, e cioè al popolo palestinese;
IX - Fino a quando ciò non avverrà Israele non avrà pace perché nessun musulmano degno di questo nome potrà accettare un sopruso storico che Dio Clemente e Misericordioso, e anche Giusto, non potrà che far cessare, possibilmente con le buone maniere, ma, ove occorra, con le cattive.

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